“E ‘ stata una audizione inconcludente, infarcita di promesse prive di reale fondamento”
I senatori Mauro Fabris (Margherita), Paolo Brutti (DS), Anna Donati (Verdi) e Giovanni Crema (SDI), in merito all’audizione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti avvenuta oggi al Senato, hanno dichiarato:”E ‘ stata una audizione inconcludente, infarcita di promesse prive di reale fondamento come quella relativa all’avvio della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina prevista per il 2003, in cui ancora una volta il Ministro ha presentato una elencazione di opere da anni in discussione tra Governo e Regioni interessate. Una audizione in cui non è venuta alcuna risposta precisa circa le infrastrutture, i loro finanziamenti, la tempistica realizzativa delle oltre 200 opere già presentate al CIPE nella riunione di ieri. Il Ministro non è stato in grado di indicare, in base alla Legge Obiettivo sulle grandi infrastrutture approvata dal Parlamento, quali tra queste 200 opere siano da considerarsi strategiche e dunque prioritarie nella loro realizzazione. Il Governo che ha promesso opere a tutti, il Governo che in queste settimane ha concluso una serie di accordi quadro con le Regioni sulle infrastrutture, non ha detto al Parlamento quali tra tutte queste siano subito finanziariamente sostenute. Il Ministro Lunardi ha dichiarato che il programma decennale da 236.000 miliardi è costituito in realtà o da risorse già esistenti ed impegnate (50.000 miliardi dai fondi europei assegnati alle Regioni) o da risorse teoriche (65.000 miliardi dai privati) o da risorse da reperire (circa 121.000 miliardi a carico dello Stato, di cui 28.000 già previsti da precedenti leggi pluriennali di spesa). Il Ministro ha ammesso che alla luce di tale quadro nel prossimo quinquennio dovranno essere reperiti 56.000 miliardi di lire nell’ambito della finanza pubblica. Considerato che nel disegno di Legge Finanziaria 2002 sono previsti 15.000 miliardi nel triennio 2002-2004, risulta di tutta evidenza come il Governo prometta una mole di opere non sostenuta dai necessari finanziamenti. Ciò che è più grave è il tradimento della stessa legge obiettivo che aveva lo scopo, nella dichiarata volontà del Governo, di cambiare metodo nelle opere pubbliche per favorire la realizzazione di quelle ritenute più strategiche allo sviluppo del Paese. Con l’impostazione di Lunardi tutto diventa strategico e dunque di fatto si corre il rischio di non ottenere quella accelerazione nella realizzazione di quelle infrastrutture ritenute essenziali per il riequilibrio del sistema intermodale di trasporto e una corretta gestione del territorio. In più vi è il rischio che definendo, in base alla Legge Obiettivo, strategiche così tante opere, il tutto sia assegnato per la realizzazione a general contractors previsti dalla normativa, strozzando il sistema delle imprese di costruzioni italiane che verranno sottoposte all’arbitrio di pochissimi grandi gruppi. Ancora una volta la montagna ha partorito un topolino.”