Apprendiamo con soddisfazione e appoggiamo pienamente la richiesta della brava senatrice Donati affinché sia applicata una valutazione di impatto ambientale strategica che comprenda tutta la zona industriale di Mantova
Apprendiamo con soddisfazione (Gazzetta del 27/4) e appoggiamo pienamente la richiesta della brava senatrice Anna Donati, rivolta al Governo affinché sia applicata una valutazione di impatto ambientale strategica che comprenda tutta la zona industriale di Mantova per ridurre le dimensioni della centrale a turbogas Enipower, peraltro già in costruzione e sospendere la nuova centrale per Ecogen, richiesta dalla Ies, gravante sulla stessa zona. Attualmente questa ci sembra la strategia migliore da portare avanti poiché l’avanzamento dei lavori rende inutile la richiesta di non costruire nulla, mentre i rischi per la salute e l’ambiente sono altissimi. Dobbiamo ancora ricordare che la nostra segnalazione di un’anomala presenza di sarcomi risulta tra la popolazione residente nelle zone limitrofe al polo industriale e che questo territorio non è in grado di sopportare ulteriori insediamenti industriali. Abbiamo più volte ed in svariate occasioni ammesso che una centrale a turbogas è sicuramente meno impattante che una produzione di energia usando oli combustibili, mantenendo la stessa potenza o aumentata in misura ragionevole, ma sempre abbiamo sottolineato la potenza esagerata di tali impianti (per un totale di circa 1070 megawatt solo nella zona industriale di Mantova), che appaiono come una speculazione economica, mascherata da beneficio ambientale, con il beneplacito e l’approvazione delle Amministrazioni locali, di cui fanno parte anche i Verdi, che ci sembra appartengano allo stesso partito della senatrice Donati. Nelle analisi delle future emissioni, sbandierate come una rivoluzione ambientale, il grosso problema delle polveri ultrasottili è stato taciuto e poi sottovalutato, nonostante autorevoli studi scientifici ne sottolineassero l’importanza e la pericolosità; è stato minimizzato anche il rischio elettromagnetico legato al lungo elettrodotto in partenza della Polimeri Europa, che ferirà le campagne circostanti. La situazione non è migliore nel Destra Secchia, dove il grave quadro sanitario non è ancora definito completamente dal punto di vista epidemiologico, mentre le richieste di ampliamento non tengono conto dell’esubero di produzione di energia elettrica provinciale, che copre buona parte dell’intero fabbisogno lombardo. Ben venga un’analisi di insieme di tutto il territorio mantovano per evitare che sempre le stesse zone debbano pagare un prezzo troppo alto per lo sviluppo e la competitività, miti superati in un ambiente esausto e violentato. Gloria Costani Presidente Circolo Legambiente di Mantova
Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Lettere