www.lanuovaecologia.it
Un’interrogazione parlamentare della senatrice verde Anna Donati denuncia troppe «connessioni societarie e personali fra Stretto di Messina spa, commissione aggiudicatrice e le due cordate concorrenti Altaldi e Impregilo». L’ad Ciucci nega e parla di illazioni.
«C’è un doppio nodo di conflitti d’interesse, stretto all’ombra del Ponte. Le connessioni societarie e personali fra Stretto di Messina Spa, Commissione aggiudicatrice e le due cordate concorrenti (Altaldi e Impregilo) portano a un’unica grave conclusione: la gara per la scelta del general contractor, comunque vada, avrà un esito di parte. La sola via d’uscita per ripristinare il rispetto delle regole è sospendere la gara in corso». Con questa circostanziata e pesante denuncia, contenuta in un’interrogazione parlamentare, la senatrice dei Verdi Anna Donati rilancia il dibattito sul ponte sullo Stretto di Messina. Proprio nelle settimane in cui il movimento del “no” al ponte lancia la sua campagna estiva contro la maxiopera.
La senatrice verde parla di «rischio concreto di inquinamento nella scelta del contraente generale». Una denuncia subito smentita dall’amministratore delegato della Stretto di Messina spa Pietro Ciucci che parla di «illazioni».
Denuncia Anna Donati: della commissione giudicatrice relativa alla gara «fa parte anche l’ingegnere danese Niels J.Gimsing che oltre a essere stato membro (dal 1986-93) della commissione internazionale di valutazione del progetto di massima del Ponte, risulta aver lavorato alla realizzazione dello Storbelt east brigde, progettato dalla società di consulenza danese Cowi e che ora partecipa alla gara per il Ponte come progettista nella cordata guidata da Impregilo. Insomma, un’ottima connessione fra controllore e controllato». La Donati prende di mira anche Giuseppe Zamberletti che «indossa una duplice veste: è contemporaneamente presidente dell’Igi (Istituto grandi infrastrutture, ndr) e presidente della Stretto di Messina Spa».
«Nel Cda della Stretto di Messina – insiste la Donati – figura Ernesto Monti che è anche presidente di Astaldi, una delle due società concorrenti, e consigliere di amministrazione di Fintecna, la finanziaria statale e uno dei maggiori soci di riferimento della Stretto di Messina», il gigante pubblico che sull’operazione ponte s’è impegnato a versare 2,5 miliardi di euro.
La Donati attacca ancora: «Due componenti del cda della Stretto di Messina sono vicini alla cordata Impregilo: si tratta di Francesco Paolo Mattioli, per 25 anni collaboratore di Cesare Romiti, e di Emmanuele Emanuele, consigliere di Condotte d’acqua, società che è partner abituale di Impregilo in molte gare, compresa quella per il Ponte». Così nonostante le rassicurazioni di Ciucci sull’indipendenza della commissione, l’esponente del Sole che ride chiede al governo di intervenire sulla società: per sospendere la gara, perché nomini una commissione nuova «evitando ogni eventuale conflitto di interessi».
Una situazione allarmante e un’arma in più per il fronte del “no” al ponte che sabato ha aperto la campagna estiva con la regata organizzata sullo Stretto dal Wwf. E che annuncia per i prossimi giorni numerosi altri appuntamenti. Il 23 il corteo a Messina, preceduto da una 24ore oratoria no stop, il 6 agosto la grande manifestazione a Capo Peloro e il 7 l’arrivo della Goletta verde di Legambiente che coinciderà con la traversata dello Stretto a nuoto. Tanti modi per dire “no” a un’opera «inutile e dannosa» e per chiedere una valorizzazione, vera, dell’area dello Stretto di Messina.
Danilo Chirico