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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Pendolino, gli enti locali sul piede di guerra

21 Ottobre 2003

Firmato un documento: non tagliate quel treno, è necessario ai nostri cittadini

Province, regioni e comuni, tutti insieme contro il dirottamento del Pendolino sulla linea Verona-Bologna. La decisione di Trenitalia che di fatto cancellerà gli unici due Eurostar dal tabellone degli arrivi e delle partenze della stazione di Mantova deve essere impedita. E’ la richiesta di chi è abituato ad andare a Roma in treno, che trova il sostegno degli enti locali. I sindaci, gli assessori e i presidenti delle province interessati hanno concordato un documento con cui condannano la «decisione unilaterale di Trenitalia». Sono mossi da ragioni di merito, ma anche di metodo perché, scrivono, «è inaccettabile che quell’ipotesi sia circolata senza una preventiva consultazione degli enti locali». Un documento presentato ieri mattina.  A Palazzo di Bagno c’erano il vice sindaco di Carpi, il mobility manager di Modena, un funzionario della Regione Emilia Romagna, la senatrice verde Anna Donati e, a fare gli onori di casa, il presidente Maurizio Fontanili e l’assessore Francesco Negrini. Ma l’atto d’intesa sarà sottoscritto anche dai comuni di Mantova e Verona, delle province di Verona e Modena e della Lombardia e del Veneto. Tutti insieme per ribadire che il Pendolino «è di notevole importanza per le collettività locali e ha incontrato il favore dell’utenza, soprattutto di quella business e turistica».  La decisione di Trenitalia, che dovrebbe entrare in vigore con il nuovo orario il 14 dicembre, è una manovra di razionalizzazione. Pochi i quarantadue passeggeri che salgono in media ogni giorno a Mantova, e i venti di Carpi, per giustificare una deviazione dal percorso naturale che costa, in termini di tempo, più di mezz’ora: eccole le ragioni dell’azienda.  Poco convincenti: «Siamo indignati – ha detto Fontanili – perché ci tolgono l’unica corsa decente che passa per Mantova». Più che giusto che lo stato faccia economia, «ma dovrebbe avere – chiosa – maggiore rispetto per i cittadini Li vadano a fare altrove i tagli: questa comunità che vota in modo difforme dallo stato centrale paga già abbastanza». Il presidente si riferisce a quello che definisce «il tributo ambientale pesantissimo sull’altare della produzione di energia».  Per la Donati si tratta di un controsenso: «Trenitalia vuole ridurre i tempi di percorrenza per aumentare l’utenza veronese e vicentina perché è in quelle zone – spiega – che oggi scarseggia. Ma è un paradosso: in vista di potenziali clienti, non si possono penalizzare e perdere quelli che ci sono».  Come alternativa Trenitalia prospetta un treno locale fino a Modena, in coincidenza con il Pendolino Milano- Roma, ma anche il progetto, in fase di studio, di un Intercity no stop. Inaccettabile. «In Italia – dice la senatrice – le coincidenze non funzionano. E non possiamo meppure accontentarci di un forse».  Ciò che il documento chiede è la sospensione del documento. «Discutiamo pure di razionalizzazione, ma facciamolo tutti assieme, con una valutazione complessiva e collegiale dei problemi e delle potenzialità del territorio».  Altrimenti, promette Fontanili, «l’unica strada sarà quella delle manifestazioni e della protesta».  

Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Cronaca

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