Il Gazzettino
A Cortina dibattito sulle infrastrutture del Veneto: dalla Tav al Passante, fino al Mose
Vincere il partito del no che per motivi ideologici, di pregiudizio, ma anche per l’effetto dirompente della cosiddetta “sindrome di Nimby” (not in my back yard) ovvero “non nel mio giardino”, sta tenendo in scacco la realizzazione delle grandi infrastrutture che dovranno avvicinare l’Italia all’Europa. Perché le distanze fisiche, alla fine, si rivelano anche distanze economiche.
Dalla Tav alla tangenziale di Cortina fino al rigassificatore di Rovigo, il movimento del n ad oltranza trova oggi sponda nelle frange più estreme del governo Prodi. E ieri sera, dal palcoscenico di “Cortina In-con-tra”, ideato e diretto da Enrico Cisnetto, si è cercato di far breccia nell’ala riformista del centrosinistra, affinché il Paese ritrovi vigore nel far viaggiare gli italiani non solo su strada, ma trovando i giusti equilibri di intermodalità. Non si deve discutere se fare le opere, ma solo sul come farle.
«Oggi il nostro paese – ha esordito Cisnetto dando il là al dibattito – investe solo l’1,5 per cento del Pil, ovvero la metà degli altri Paesi europei».
Unanime le posizioni dei relatori sulla necessità di fare in modo che la legge-obiettivo, quella che per il Veneto comprende una decina di opere, non sia fermata. Lo hanno ribadito Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Autostrade, Franco Miracco, portavoce di Giancarlo Galan, Alberto Tazzetti, presidente dell’Unione Industriali di Torino, Pier Paolo Baretta, segretario generale aggiunto della Cisl, e Roberto Papetti, neodirettore deIl Gazzettino.
E al termine di un serrato confronto, che ha trovato spazio proprio in una provincia storicamente contraria alle grandi opere, marchiata a pelle dalla catastrofe del Vajont dentro alla quale la morte si è mescolata alle speculazioni, Cisnetto è riuscito a strappare al segretario Cisl la promessa di impegnarsi per portare il sindacato in piazza assieme a Confindustria. Una provocazione. «Il 10 agosto – ha proseguito Cisnetto – ne parlerò con Montezemolo».
Dalla Val di Susa, dove la lotta alla Tav è diventata simbolo del partito del no, Tazzetti ha ricordato come la possibilità di perdere i finanziamenti europei sia ormai vicina (fine 2006), con il rischio di far spostare il tracciato oltralpe.
Opposizione alla Tav, il Mose che trova oggi solo «l’assurda», così l’ha definita Miracco, contrarietà del sindaco di Venezia, il no della Provincia di Rovigo al rigassificatore mentre la Spagna ne sta facendo sei, la bandiera nera a Cortina per una tangenziale che sta solo sulla carta, «e ciò significa processare le intenzioni», secondo Papetti sono gli indicatori eloquenti del fatto che ci si trova di fronte a una capillarità tale del “partito del no” da rendere difficoltoso ogni movimento di chi sta sulla sponda opposta. «O la parte riformista del Governo Prodi prende il sopravvento – ha concluso Papetti – oppure rischiamo di bloccare i settori chiave del Paese».
Nel Veneto, tuttavia, secondo Miracco, le cose vanno meglio che in Val di Susa. Il dialogo di questi anni ha permesso di avviare opere fondamentali come il passante di Mestre che sarà pronto entro il 2008, il Mose, realizzato ormai per il 30 per cento, la Pedemontana Veneta, che è in project financing, la Valdastico sud, il completamento della A28.
Poi ha rilanciato sulla tangenziale di Cortina, affermando che si andrà avanti, smentendo le affermazioni della senatrice “verde” Donati sulla bocciatura ambientale dell’opera. «Non è vero che la Soprintendenza ha detto no – ha affermato Miracco -, c’è stata solo una prescrizione sullo svincolo. Per il resto il progetto è stato sposato in pieno. Pertanto – ha proseguito rivolgendosi al sindaco di Cortina – noi andremo avanti». E alla «Belluno che si lamenta sempre» ha ricordato che in fatto di strade, negli ultimi tre anni, ha ottenuto il doppio di ciascun’altra provincia veneta. Per concludere ha voluto rilanciare sulla necessità di ripristinare il collegamento ferroviario Venezia-Cortina. «Un progetto da sostenere – secondo il portavoce di Galan -, coinvolgendo anche i privati».
Dalla platea il sindaco Giacomo Giacobbi, chiamando in causa i mass media, ha chiesto che la comunicazione eviti di far passare solo i no senza una seria analisi dei fatti. Altra proposta è stata quella di introdurre il telepass obbligatorio in autostrada. Gros-Pietro ha accolto la sfida affermando anche che stanno per arrivare i telepass prepagati.
Lauredana Marsiglia