Il Sole 24 Ore
Valeria Uva
La riforma del Codice degli appalti si sdoppia: subito una prima parte, molto limitata, e solo in un secondo momento le modifiche più consistenti. Nel frattempo gli istituti più delicati, quali la trattativa privata, il dialogo competitivo, l’accordo-quadro e la liberalizzazione dell’appalto integrato continueranno a essere sospesi.
La richiesta di rinvio è arrivata ieri nella prima audizione sul Codice appalti svoltasi alla commissione Lavori pubblici del Senato. «Sulle disposizioni che riguardano le centrali di committenza, le trattative private, il dialogo competitivo e gli accordi-quadro non è opportuno – ha esordito Anna Donati, presidente della commissione – che la nuova regolamentazione sia introdotta nel decreto legislativo definitivo senza l’acquisizione dei pareri».
E Di Pietro ha accolto il rilievo. «Introdurrò nel primo provvedimento solo le modifiche che mi hanno chiesto le Regioni, il Consiglio di Stato e il Parlamento» ha spiegato il ministro nelle due audizioni–gemelle. Nel testo ci sarà anche la proroga di tutte le norme del Codice appalti sospese fino al 31 gennaio. «Un rinvio di qualche mese» ha precisato. Il tempo necessario ad avviare il lavoro sul secondo decreto che «seguiràil normale iter previsto per le modifiche al Codice». Ma che il titolare delle Infrastrutture vuole portare in Consiglio dei ministri già la prossima settimana per la prima approvazione. In questo testo confluiranno tutte le modifiche, sia sulle norme sospese che su quelle nuove.
Da subito quindi entreranno in vigore solo le correzioni formali del primo decreto, più qualche modifica limitata. È il caso, ad esempio, delle Soa, che saranno obbligate a conservare i documenti delle imprese per cinque anni, ma che non acquisiranno natura di soggetti pubblici. Anche il nuovo regime di pubblicità dei bandi dovrebbe arrivare subito perché richiesto dalla commissione Lavori pubblici del Senato nel parere.
A questo risultato si è arrivati con un’intesa bipartisan con l’opposizione. «Il secondo provvedimento sarà sicuramente migliore – ha commentato Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera – perché si arricchirà delle osservazioni di tutti i soggetti istituzionali». La Camera è già impegnata in un ciclo di audizioni che saranno estese agli Ordini professionali.
Di Pietro ha poi accolto la proposta del senatore Luigi Grillo (Forza Italia) di inserire nel secondo decreto una norma sul project financing. «Si prevede – spiega Grillo – che i fondi pubblici, se carenti, possano essere anticipati dai privati ai quali verrebbero poi restituiti, alla scadenza della concessione sotto forma di prezzo di restituzione che lo Stato pagherebbe per le quote non ancora ammortizzate dell’opera».