il Sole 24 ore
«Tutti noi abbiamo sempre sostenuto in ogni sede che il difetto più grave del precedente Governo nell’attuazione della legge obiettivo è stato l’assenza di una programmazione organica. Mi permetto di osservare che a tale carenza potrebbe porsi rimedio avviando un lavoro di programmazione e pianificazione che esamini ciascuna delle opere già deliberate, nonchè di altre aggiuntive ritenute di interesse strategico, ne definisca le priorità per singoli segmenti funzionali nonchè gli scenari temporali, costruendo così il quadro complessivo delle priorità ed il relativo cronoprogramma sia della esecuzione delle opere che della esigenza di disponibilità delle risorse».
Arriva dal presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, la reazione più forte alla notizia della lettera con cui Romano Prodi ha bloccato l’inserimento di nuovi interventi nel piano delle grandi opere (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri).
Bassolino ha preso carta e penna e ha scritto a Prodi chiedendogli di «arrivare a un organico programma pluriennale in cui siano ben definiti sia il piano degli investimenti, anche aggiuntivi rispetto a quelli già approvati dal Cipe, che il piano temporale dei finanziamenti occorrenti».
Bassolino è preoccupato, in particolare, per la Napoli-Bari, opera considerata assolutamente prioritaria dalla Regione Campania e che, stando alla lettera di Prodi, non potrebbe rientrare nel piano attuativo della legge obiettivo. Né il Governatore campano ha gradito l’ipotesi che i 110 milioni della strada statale Domitiana finiscano a finanziare la metropolitana di Bologna. Se il perimetro è definito, le compensazioni dovrebbero andare semmai – dice Bassolino – a compensare le Regioni, come la Campania, che hanno ricevuto meno finanziamenti.
Ma nell’Unione è delicata proprio la questione della nuova pianificazione delle opere che superi il piano lasciato in eredità da Berlusconi. Anche la verde Anna Donati, presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, chiede che si arrivi a un nuovo piano che non dipenda solo dalle priorità ereditate da Berlusconi.
«Considero positivo – dice – che Prodi abbia voluto, con la sua lettera, certificare la ricognizione fatta dal Cipe, da cui si deduce che la situazione è peggiore di quanto fosse nell’allegato al Dpef. Proprio per questo è necessario che siano definite, all’interno di un quadro finanziario coerente, le nuove priorità. È apprezzabile – continua Donati – il lavoro svolto dal ministro di Pietro di raccogliere le indicazioni provenienti dalle Regioni, ma questo lavoro non basta. Il nuovo piano va anzitutto concordato con i ministri dei Trasporti e dell’Ambiente e, in secondo luogo, deve tener conto delle priorità politiche che la maggioranza vuole indicare».
Per Donati queste priorità devono essere quelle della «mobilitàsostenibile, soprattutto nelle città, come ha chiesto anche il sindaco di Roma Veltroni». I finanziamenti dovrebbero andare, in particolare, a «tranvie, nodi ferroviari, mobilità urbana, ferrovie, porti e adeguamento delle strade statali». Sulla base delle priorità individuate, andrà riscritto il piano.
G.Sa.
I FINANZIAMENTI
90.897
I costi delle opere
Sono le spese (in milioni di euro)
dei grandi lavori in programma. Oltre la metà (55.508 milioni ) riguardano opere soltanto in progettazione.
36.608
Le risorse certe
Sono i finanziamenti (in milioni di euro) considerati sicuri . Di questo importo quasi 26mila sono di provenienza pubblica, i rimanenti 10.600 arrivano dai privati.