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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Base USA- Dal Molin, bisogna consultare i cittadini di Vicenza

18 Gennaio 2007

120 parlamentari dell’Unione si costituiranno in comitato contro ampliamento

“Mi ha amareggiato la decisione assunta dal presidente del Consiglio sull’ampliamento della base militare USA all’aeroporto Dal Molin di Vicenza. Conoscendo la forte disponibilità al dialogo di Romano Prodi mi sarei aspettata, su una vicenda così delicata e controversa,  una sua presa di posizione per sollecitare un referendum locale. Oggi abbiamo incontrato esponenti del comitato di base vicentino e martedì prossimo 120 parlamentari dell’Unione si costituiranno in comitato parlamentare permanente”. Lo afferma la senatrice eletta in Veneto Anna Donati (Verdi-Pdci), presidente della Commissione LLPP di Palazzo Madama, dopo aver partecipato oggi all’incontro con i comitati, convocato al Senato da parlamentari dei Verdi, Pdci, Prc e Ds.
All’incontro erano presenti, fra gli altri, esponenti di Rifondazione Comunista, Tiziana Valpiana, Francesco Martone, Elettra Deiana, Paolo Cacciari, Francesco Caruso; Tibaldi e Palermi (Verdi-Pdci) Iacopo Venier, responsabile esteri del Pdci; Lalla Trupia (Ds) presidente del consiglio nazionale dei garanti.
Sono ben 120 i parlamentari dell’Unione che in questi mesi hanno sottoscritto appelli ed atti parlamentari contro l’ampliamento della base militare statunitense e che si sono dati appuntamento in assemblea martedì sera. L’obiettivo è quello di costituirsi in un comitato parlamentare per una mobilitazione permanente, in continuo dialogo con i comitati di base locali per il no.
“Il primo passo – fanno sapere i parlamentari dell’Unione – è quello di predisporre un’interrogazione da presentare al question time di Camera e Senato, per chiedere risposte al Governo sulla decisione assunta in merito alla base Usa. Le cittadine ed i cittadini di Vicenza stanno manifestando pacificamente da mesi la loro contrarietà ad un ampliamento che avrebbe un impatto sociale, urbanistico ed ambientale molto forte. Un progetto militare di enorme portata – concludono- e per di più a ridosso della città palladiana, non può essere avallato senza ascoltare le ragioni delle popolazioni locali”.

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