XV legislatura
Intervento in VIII Commissione in occasione dell’Audizione Ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro
L’audizione odierna è stata promossa dalla Presidenza della Commissione, su richiesta dello stesso Ministro e d’intesa con l’omologa Commissione della Camera dei deputati, che nel pomeriggio svolgerà analoga audizione sullo stesso argomento. Ovviamente ho consultato i Capigruppo in ordine a questa decisione. L’audizione ha lo scopo di acquisire informazioni sugli orientamenti in ordine agli interventi correttivi del codice dei contratti pubblici, anche alla luce delle notizie apprese dalla stampa circa gli sviluppi dell’iter approvativo del primo decreto correttivo, sul quale la nostra Commissione aveva espresso, nel mese di dicembre, il proprio parere. A seguito di tale richiesta, lo stesso Ministro delle infrastrutture, con il quale avevo avuto un colloquio telefonico, ha trasmesso preventivamente ed informalmente alla Presidenza della Commissione, per una più approfondita ed anticipata conoscenza, il testo (che ho provveduto immediatamente ad inoltrare a tutti voi) che costituirebbe la stesura definitiva del decreto legislativo correttivo, già esaminato dalle Commissioni parlamentari. Il Ministro preannuncia l’intenzione di sottoporre tale testo, entro la fine del mese di gennaio, al Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva.
A questo punto mi corre l’obbligo, anche in qualità di Presidente che deve tutelare le procedure e le prerogative parlamentari, di avanzare le seguenti osservazioni. Confrontando lo schema di decreto correttivo originario, su cui la Commissione si era già espressa, con il nuovo testo che informalmente abbiamo ricevuto, emerge che il nuovo testo amplia in modo notevole gli interventi modificativi sul codice dei contratti pubblici, non limitandosi a recepire le indicazioni contenute nei pareri parlamentari che le competenti Commissioni del Senato e della Camera avevano avanzato sul merito delle questioni contenute nel primo decreto correttivo. In particolare, sono integralmente nuove tutte le disposizioni correttive di cui all’articolo 1, ad eccezione delle modifiche previste dai punti 2), da 8) a 10) – limitatamente alle lettere a), c) e d) –, 11) e da 13) a 15). Fra le disposizioni di coordinamento contenute nell’articolo 2, è necessario osservare come fossero rinvenibili già nell’originario schema di decreto le sole correzioni ed integrazioni ai punti 3), 5), 7), 19), 22), 33), 34), da 37) a 39), 41), 42), 43), nonchè 45) e 47); in questo senso, tutti i punti che non ho citato si devono intendere integralmente nuovi. Non risultano, infine, altresì contenute nel precedente testo le disposizioni in materia di tutela del lavoro e vigilanza, di cui all’articolo 3.
Per quanto concerne le disposizioni integralmente nuove, particolare attenzione è necessario prestare alle norme dell’articolo 1, con le quali si interviene anche su quegli istituti del codice dei contratti pubblici dei quali il decreto-legge n. 173 del 12 maggio 2006, modificando l’articolo 253 del codice, aveva differito l’entrata in vigore al 1º febbraio 2007. Si tratta delle disposizioni concernenti le centrali di committenza, l’avvalimento, le procedure negoziate con e senza bando, il dialogo competitivo e gli accordi quadro. Come ricorderete, si tratta di istituti che erano stati sospesi con un emendamento al decreto, proposto, tra l’altro, proprio nell’Aula del Senato; tale sospensione termina il 1º febbraio.
Vengo ora alla parte squisitamente procedurale, rivolgendomi in particolare al Ministro, nonchè alle senatrici e ai senatori. A seguito di valutazioni procedurali e tecniche, non ci appare opportuno che la nuova regolamentazione dei suddetti istituti sia introdotta nel decreto legislativo definitivo senza l’acquisizione dei prescritti pareri parlamentari. Proponiamo pertanto una soluzione, che auspichiamo incontri anche l’interesse del Ministro: riteniamo preferibile l’adozione di una procedura in linea con le previsioni di legge, indicando, all’articolo 1 dello schema di decreto legislativo originario, un nuovo termine di sospensione di alcuni mesi (ricordo che un termine di sospensione è già previsto e scade il 31 gennaio), entro il quale potrà essere presentato uno schema di decreto correttivo contenente le modificazioni concernenti tali istituti, che potrà essere esaminato dagli organi competenti ad esprimere il parere.
Anche per quanto concerne le altre modifiche di carattere formale e di coordinamento, nonchè quelle di merito introdotte dall’articolo 3, sarebbe opportuno rinviarne l’introduzione ad un successivo provvedimento correttivo, da adottarsi nel rispetto della procedura delineata nella legge comunitaria di delega, che – com’è noto – consente di correggere, entro i due anni successivi dall’entrata in vigore del codice e a seguito dell’espressione dei prescritti pareri, tra cui quello parlamentare, qualsiasi parte del provvedimento. In questo modo, le Commissioni parlamentari potranno svolgere pienamente i necessari approfondimenti, anche acquisendo ulteriori elementi di merito e conoscitivi, ed esprimere il loro motivato parere nel pieno rispetto dei tempi stabiliti dalla legge e dall’invio, da parte del Ministro, di questi nuovi decreti correttivi.
Ho voluto precisare in premessa questo aspetto metodologico, apprezzando il fatto che il Ministro ci abbia inviato in modo preventivo e informale il testo e che si sia reso immediatamente disponibile a questa audizione, che ci consente di entrare nel merito delle questioni. Era mio dovere ribadire, sul piano procedurale, aspetti formali di rapporto corretto tra Governo, Ministro e Parlamento, in ordine alle procedure che ci aspettiamo vengano rispettate anche nel prosieguo dell’iter di questo lavoro.
(…) Ringraziando il ministro Di Pietro, desidero esprimere apprezzamento per il fatto che abbia compreso e condivida – siamo d’accordo, senza cadere in formalismi – i problemi procedurali che sussistono in ordine al prosieguo del nostro lavoro comune.
Il Ministro richiede anche una valutazione più accurata almeno di alcuni aspetti formali, che si possano ritenere non connessi a questioni delicate e di grande rilevanza.
Ricordo che non è all’attenzione della nostra Commissione un nuovo decreto sul quale esprimere formalmente un parere; possiamo esprimere, quindi, solo valutazioni informali. Sottolineo questo punto perchè, pur senza cadere in formalismi, anche le procedure sono sostanza, come ha ricordato il Ministro.
Il Ministro, da un lato, ha riconosciuto la correttezza delle osservazioni procedurali che mi sembra abbiamo avanzato comunemente e, dall’altro, ci chiede un supplemento di confronto che possiamo definire «politico »; certamente non si tratta di un confronto formale che non può, tantomeno, sostanziarsi in un parere, perchè, ricordo, non è stato sottoposto ufficialmente alcun testo al nostro esame. Credo che tutto ciò meriti una certa attenzione da parte della Commissione.
(…) Abbiamo compreso – ed io in questo senso apprezzo – che il Ministro intende portare a conclusione, nella prossima seduta utile del Consiglio dei ministri, l’iter del provvedimento avviato, tenendo conto dei pareri espressi da tutti i soggetti tenuti per legge a farlo e facendo tesoro, ovviamente, di questi pareri nell’ambito delle proprie prerogative, mentre intende rinviare ad altro decreto la parte innovativa non compresa nel primo, soprattutto in ordine agli istituti sospesi.
Su questo punto vorrei fare una precisazione. Nel testo che ci è stato informalmente trasmesso, l’entrata in vigore di due istituti fra quelli dei quali è prevista la sospensione, è subordinata all’approvazione del regolamento di cui all’articolo 5 dello stesso codice degli appalti. Vorrei chiedere al Ministro che anche questa parte venga inserita nel decreto legislativo prossimo, sul quale potremo esprimerci; la procedura dell’articolo 5 infatti, pur prevedendo una serie di pareri, non prevede il parere parlamentare. In quel caso saremmo quindi esclusi da un confronto che invece ritengo questa Commissione debba e intenda svolgere. Vorrei pertanto raccomandare – ringraziandola davvero profondamente, signor Ministro, per il rispetto degli aspetti procedurali e del corretto rapporto Governo-Parlamento – che, nell’ambito del nuovo decreto legislativo, siano ricompresi anche questi istituti, in modo che la Commissione parlamentare sia messa anch’essa nelle condizioni di poter esprimere le proprie valutazioni.