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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Bruxelles contro Italia per appalti TAV

1 Aprile 2004

IL SOLE 24 ORE – Economia italiana

Bruxelles contro l’Italia per gli appalti della Tav
Nei mirino due linee ancora da assegnare
Enrico Brivio

DAL NOSTRO INVIATO

BRUXELLES *c Fari puntati da Bruxelles sulle procedure adottate per gli appalti nell’alta velocità, allo scopo soprattutto di aprire alla concorrenza i lavori delle tratte Milano-Verona e Milano-Genova, che sono ancora in fase iniziale.
La Commissione europea ha inviato ieri un parere motivato al Governo italiano per le modalità d’attribuzione degli appalti utilizzata fin dal 1991 dalle allora Ferrovie dello Stato alla società Tav. Si è così arrivati al secondo stadio della procedura d’infrazione che, in mancanza di un adempimento, prelude al deferimento di fronte alla Corte di Giustizia. L’Italia avrà ora due mesi a disposizione per modificare, come richiesto, i modi di attribuzione dei lavori.
L’Esecutivo comunitario ha criticato la convenzione d’esecuzione degli appalti con la quale la Tav ha stabilito di servirsi di aziende appaltatrici (“general contractors”) da scegliere tra i principali gruppi industriali italiani. Dopo aver esaminato gli argomenti presentati dalle autorità del nostro Paese in risposta alla lettera di messa in mora, Bruxelles è giunta alla conclusione che la clausola esclusiva a favore di aziende italiane viola i principi del libero stabilimento e della libera prestazione dei servizi, sanciti dagli articoli 43 e 49 dei Trattati Ue.
La Commissione ha perciò deciso di passare allo stadio successivo della procedura, in modo da aprire anche a concorrenti stranieri i futuri appalti sull’alta velocità in via di assegnazione. Le preoccupazioni di Bruxelles riguardano solo <la costruzione delle linee ferroviarie ad alta velocità>, ha precisato Jonathan Todd, portavoce del commissario Ue al Mercato interno Frits Bolkestein e non le forniture di treni.
L’aver riservato i lavori per la Tav <alle imprese italiane, scelte nel ’91 senza gara, è un’aperta violazione del Trattato dell’Unione> hanno ribadito la senatrice Anna Donati, Capogruppo Verdi in Commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama e Monica Frassoni, Copresidente dei Verdi al parlamento europeo. Le due rappresentanti politiche hanno anche sostenuto che <l’ammontare dei lavori che ora il Governo italiano deve revocare è stimato in circa 15 miliardi di euro>.
Infine, secondo il responsabile economico Ds Pierluigi Bersani <quando nel 2000 decidemmo di interrompere il meccanismo delle concessioni per le nuove tratte e di metterle a gara, lo facemmo per garantire severità e certezza di prospettiva al completamento dell’infrastruttura. Con arroganza e sicumera – conclude Bersani – il nuovo Governo cancellò queste norme e tornò alla situazione precedente ignorando i nostri argomenti che comprendevano il mancato rispetto delle normative comunitarie>.

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