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Mozione sul ritiro delle armi nucleari tattiche presenti in Europa

27 Giugno 2006

XV legislatura

Mozione
Atto n. 1-00012

Pubblicato il 27 giugno 2006
Seduta n. 9

BULGARELLI , COSSUTTA , DE PETRIS , DONATI , PALERMI , RIPAMONTI , ROSSI Fernando , SILVESTRI
Il Senato,
premesso che:
l’esistenza e la rigida implementazione del Trattato di non proliferazione sono indispensabili per la pace e la sicurezza internazionale;
l’India, il Pakistan e Israele non hanno mai firmato il Trattato ed hanno sviluppato armi nucleari, la Corea del Nord ha ritirato la firma dal Trattato e ha sviluppato armi nucleari;
il processo di disarmo nucleare è essenziale per assicurare l’implementazione continua del Trattato di non proliferazione;
più di quindici anni dopo la fine della guerra fredda gli Stati Uniti e la Russia continuano a mantenere arsenali di armi nucleari tattiche sul suolo europeo;
nel 1991 gli Stati Uniti e l’Unione sovietica si accordarono sul progressivo ritiro di tali armi dall’Europa;
non sono stati significativi i passi in avanti registrati su quegli accordi in questi anni, poiché la Russia continua a mantenere circa 3.000 ordigni tattici in condizioni di sicurezza precaria, mentre gli Stati Uniti mantengono la dislocazione di 480 ordigni in basi Nato in Italia, Belgio, Olanda, Turchia, Germania e Gran Bretagna;
tali armi, per la loro portabilità e la loro dimensione, costituiscono un rischio inaccettabile correlato al terrorismo nucleare, e tale rischio è particolarmente significativo per l’arsenale dislocato in Russia, in considerazione dell’inadeguatezza del sistema di comando nucleare di quel Paese;
è necessario che gli accordi del 1991 sul ritiro delle armi tattiche dall’Europa vengano formalizzati e verificati, e che esse vengano completamente eliminate;
il Governo russo ha più volte dichiarato che non inizierà negoziati per ridurre il proprio arsenale fintanto che gli Stati Uniti e la Nato continueranno a disporre di armi tattiche in Europa;
un rapporto presentato ai parlamenti di Germania e Belgio sostiene che siano circa 90 le armi nucleari tattiche del tipo B61 dislocate nelle basi italiane di Aviano e Ghedi;
alla luce delle mutate minacce alla sicurezza internazionale, la capacità d’impiego delle armi nucleari tattiche dal territorio italiano ed europeo non è più determinante per le strategie della Nato;
al contrario, tali armi sono più utili ai terroristi che a combattere il terrorismo o a mantenere la pace,
impegna il Governo:
a chiedere formalmente al Governo degli Stati Uniti di ritirare le armi nucleari tattiche presenti sul territorio italiano, al fine di rafforzare il regime di non proliferazione e di dimostrare che l’obiettivo del disarmo nucleare da parte delle potenze nucleari viene perseguito con determinazione;
ad esperire presso l’Unione europea, gli Stati Uniti e la Russia tutti i possibili passi per la stesura di un accordo volto all’eliminazione di tutte le armi nucleari tattiche presenti in Europa;
ad adottare tutte le possibili iniziative per il potenziamento dei pilastri del regime di non proliferazione nucleare, e per la sua rigorosa applicazione.

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