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Mozione sulla condanna delle gravi e persistenti violazioni dei diritti umani a Guantanamo

27 Giugno 2006

XV legislatura

Mozione
Atto n. 1-00011

Pubblicato il 27 giugno 2006
Seduta n. 9

PALERMI , RIPAMONTI , DONATI , BULGARELLI , COSSUTTA , DE PETRIS , PECORARO SCANIO , SILVESTRI , TIBALDI , ROSSI Fernando , PELLEGATTA
Il Senato,
premesso che:
il 10 giugno 2006 tre prigionieri, due sauditi e uno yemenita, del carcere statunitense di Guantanamo, situato sull’isola di Cuba, sono stati trovati impiccati nelle loro celle e sono morti poco dopo, secondo quanto riferito dalle autorità degli Stati Uniti;
le autorità statunitensi hanno riferito che si tratta dei primi casi di suicidio di prigionieri dall’apertura del campo di detenzione, avvenuta nel gennaio 2002, mentre in passato ci sono stati 41 tentativi di suicidio;
i familiari dei due detenuti sauditi hanno messo in dubbio la tesi del suicidio, tenuto conto che le autorità penitenziarie americane presenti nella base “esercitano un controllo ravvicinato e continuo sui prigionieri, attraverso una sorveglianza individuale o con telecamere attive 24 ore su 24”;
anche il padre del prigioniero yemenita ha escluso la possibilità che suo figlio abbia potuto suicidarsi, poiché era un devoto musulmano, ed ha accusato le autorità carcerarie USA di averlo ucciso;
alcuni giorni dopo l’accaduto, cinque esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno presentato a Ginevra una dichiarazione congiunta rinnovando il loro appello a Washington per una “chiusura urgente” del centro di detenzione di Guantanamo e dichiarando che il suicidio era “prevedibile date le dure e prolungate condizioni di detenzione”;
il 16 maggio 2006 il Pentagono ha pubblicato un elenco di 759 prigionieri detenuti nella prigione di Guantanamo per un periodo indeterminato quali “presunti terroristi” sospettati di legami con Al Qaeda o con talebani afghani, rifiutandosi di precisare se tale elenco fosse esaustivo e contenesse i nomi di tutti i prigionieri;
i cinque esperti dell’ONU avevano già presentato, nel febbraio 2006, un rapporto in cui denunciavano le condizioni di detenzione dei prigionieri ed il loro impatto sulla salute mentale dei prigionieri, nonché tecniche di interrogatorio degradanti ed equivalenti a tortura da parte delle autorità carcerarie;
le informazioni sul carcere di Guantanamo possono essere ottenute solo sulla base di testimonianze, poiché le autorità statunitensi impediscono a chiunque, anche a rappresentanti di organi delle Nazioni Unite e di organizzazioni internazionali che militano a favore dei diritti umani, di avere colloqui in privato con i detenuti;
l’unica organizzazione internazionale ad avere accesso ufficiale ai detenuti è il Comitato internazionale della Croce Rossa, che tuttavia ha il divieto di rendere pubbliche le informazioni apprese;
le celle in cui sono detenuti i prigionieri misurano due metri per due metri e non hanno pareti, ma solo un tetto di compensato, e sono avvolte da due reticoli di fil di ferro che conferiscono loro l’aspetto di gabbie, e durante il giorno la temperatura vi può raggiungere i 40 gradi centigradi;
il 19 maggio 2006 il Comitato ONU contro la tortura, composto da esperti indipendenti, ha reso pubblica una sconcertante relazione che illustra le gravi violazioni della convenzione ONU del 1984 contro la tortura compiute dagli Stati Uniti, ed attesta l’utilizzo sistematico della tortura da parte delle autorità statunitensi nei confronti dei detenuti nella baia di Guantanamo;
con la risoluzione del 13 giugno 2006 il Parlamento europeo:
ha rinnovato all’amministrazione degli Stati Uniti l’invito a chiudere il centro di detenzione di Guantanamo, insistendo sul fatto che ogni prigioniero deve essere trattato in conformità del diritto umanitario internazionale e che, se accusato, deve essere sottoposto senza indugio ad un processo equo e pubblico dinanzi ad un tribunale competente, indipendente e imparziale o dinanzi ad un tribunale internazionale;
ha, altresì, invitato le autorità statunitensi a dar seguito alle raccomandazioni del Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura e a garantire che non siano utilizzate le cosiddette “tecniche di interrogatorio speciali”, inclusi quei metodi che comportano umiliazioni sessuali, il “water boarding” (la tecnica cosiddetta del sottomarino, usata per provocare la sensazione dell’annegamento), lo “short shacking” (ossia l’uso di catene corte) e l’impiego di cani per indurre paura, che costituiscono forme di tortura o di trattamento crudele, inumano e degradante;
ha invitato il Governo statunitense a garantire agli organi internazionali l’accesso ai prigionieri di della baia di Guantanamo;
ha invitato le autorità statunitensi a garantire che tutte le accuse di tortura e di altri maltrattamenti in cui sarebbe coinvolto personale statunitense siano oggetto di indagine e di processi rapidi, approfonditi e credibili;
a chiarire se a Guantanamo siano stati o continuino ad essere detenuti minori;
infine, ha invitato l’Unione europea ad adottare una posizione comune per invitare il Governo statunitense a chiudere il centro di detenzione della baia di Guantanamo e ad attenersi al diritto internazionale per quanto concerne il trattamento dei prigionieri;
la III Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra e la IV Convenzione di Ginevra sulla protezione delle persone civili in tempo di guerra stabiliscono che i prigionieri di guerra devono essere trattati sempre con umanità, protetti contro atti di violenza e di intimidazione e che sono vietate, in ogni tempo e in ogni luogo, violenze contro la vita e l’integrità corporale;
la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici stabilisce che nessuno può essere arbitrariamente arrestato o detenuto e che nessuno può essere privato della propria libertà, se non per motivi e secondo le procedure previste dalla legge;
la Convenzione ONU contro la tortura e le altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti è sistematicamente disattesa dagli Stati Uniti d’America, come risulta dal Rapporto di Amnesty International dell’aprile 2006,
impegna il Governo:
a condannare fermamente il Governo degli Stati Uniti d’America per le gravi e persistenti violazioni dei diritti dell’uomo commesse dai suoi rappresentanti a Guantanamo;
a chiedere alle autorità statunitensi di chiudere al più presto il carcere della baia di Guantanamo;
a chiedere che gli Stati Uniti accettino ed attuino completamente le conclusioni della relazione del Comitato ONU contro la tortura del 19 maggio 2006, ed in particolare quelle che chiedono agli Stati Uniti di:
adottare misure immediate perché le loro forze di sicurezza abbandonino ogni forma di tortura, tra cui metodi di interrogatori vietati a norma del diritto nazionale e internazionale;
cessare di detenere persone in centri di detenzione segreti e di riconoscere che detenere persone in impianti segreti costituisce di per sé un atto di tortura;
cessare di detenere persone a Guantanamo e di chiudere tale centro di detenzione, consentendo ai detenuti di essere giudicati con un processo equo e pubblico da parte di un tribunale competente;
ad invitare le autorità statunitensi ad agire immediatamente contro i responsabili della tortura e dei maltrattamenti a Guantanamo;
ad adoperarsi, in vista del prossimo vertice tra Unione europea e Stati Uniti d’America, per includere all’ordine del giorno la questione delle violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione, in particolare nel carcere nella baia di Guantanamo, e la sua rapida chiusura.

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