Con 159 sì, 15 no e 104 astenuti, l’Assemblea di Palazzo Madama ha approvato oggi il ddl che delega al governo la disciplina dei diritti di trasmissione audiovisivi sportivi.
Il testo, modificato dal Senato in Commissione, torna ora alla Camera per il via libera definitivo.
Il testo sui diritti televisivi introduce maggiori regole certe in un settore delicato e di alto valore di mercato, verso una disciplina più equilibrata del settore.
Il Senato ha confermato l’impianto generale del ddl delega, in particolare su due assi fondamentali: la contrattazione centralizzata dei diritti e la mutualità della distribuzione dei ricavi dei diritti; le misure che impediscono la costituzione di qualsiasi monopolio tra gli operatori televisivi.
All’interno di questo quadro, il Senato ha introdotto ulteriori norme che accentuano il meccanismo della mutualità indicando con maggior forza il fatto che alcune quote debbano essere destinate ai campionati minori e alla sicurezza degli stadi, anche in vista della gestione diretta degli stessi da parte squadre.
Tra le novità inserite nel corso dell’iter in Commissione a Palazzo Madama vi sono una serie di norme per garantire una maggior attenzione al diritto all’informazione e a tutela delle emittenti locali, oltre ad aver ulteriormente accentuato i sostegni a favore delle piattaforme emergenti. La scelta di garantire la libera concorrenza del mercato dei diritti di trasmissione senza discriminazioni tra le piattaforme distributive, l’obbligo di trasmissione rimuovendo la possibilità che soggetti dominanti acquisissero i diritti per ritirarli dal mercato, l’opportunità delle vendite in modo trasparente e non discriminatorio e a prezzi equi tra le diverse piattaforme, consentono di promuovere un mercato delle telecomunicazioni più concorrenziale e aperto.
Secondo il senatore verde Marco Pecoraro Scanio, ex-calciatore professionista, che oggi ha svolto la dichiarazione di voto favorevole a nome del gruppo Verdi-Pdci, “la legge delega, sulla base di un nostro emendamento recepito in Commissione, richiama l’alveo di tutela dei diritti riconosciuti dall’ordinamento ai diritti di trasmissione” In questo modo, si vuole far sì che “il Governo, nel momento dell’attuazione, predisponga una disciplina specifica e concreta che dia protezione e accessibilità ai diritti audiovisivi e sportivi. Se quindi lo sport può favorire la creazione di un mercato delle telecomunicazioni più libero, non bisogna però dimenticare il valore sociale dalla pratica sportiva, le scelte di salvaguardia dell’emittenza locale, anche con una specifica disciplina per i diritti secondari, vanno proprio in questa direzione”.
“Questo provvedimento – ha continuato il senatore verde – può essere un importante momento di svolta per il calcio, ma lo può essere anche per rilanciare le nuove tecnologie nel nostro Paese; è evidente come il calcio sia il contenuto trainante delle nuove potenzialità che ci sono offerte dallo sviluppo della tecnica: dal digitale terrestre ad Internet assistiamo ad un fiorire di nuove opportunità, anche imprenditoriali e occupazionali. Perché questa innovazione abbia seguito è necessario che gli operatori consolidati nei vecchi media, come la televisione analogica, non cerchino di sfruttare la propria posizione dominante, perché questo sarebbe un freno grave allo sviluppo complessivo del Paese”.
“Il ritorno alla contrattazione collettiva è una buona strada per affermare che l’autonomia dello sport non si dà senza una mutualità, senza solidarietà e senza che ciascuno, per il suo ruolo, sia chiamato a chiare assunzioni di responsabilità. Il ddl – ha concluso Marco Pecoraro Scanio – può consentire tre importanti risultati: la grande opportunità per la moralizzazione del nostro calcio; la promozione del complesso dello sport, con un ruolo non più marginale per i grandi eventi a squadre e la nascita di un sistema delle telecomunicazioni più aperto, dove la concorrenza non sia solo tra i soliti noti, e l’innovazione non sia guardata con sospetto”.