Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Dico no ai leghisti talebani. Con l’islam serve il dialogo

5 Novembre 2004

La crociata antislamica della Lega-talebana ha assunto toni e modi non più tollerabili

La raccolta di firme per impedire la nascita di un centro di cultura e religione islamica a Porto Mantovano, il burqua da infilare a Monica Perugini, gli insulti a “4 signorotti molto comunisti e poco democratici”: la crociata antislamica della Lega-talebana ha assunto toni e modi non più tollerabili. Secondo la vulgata padana, la nostra dovrebbe essere una società fondata sulla folle equazione islam=terrorismo, moschee=centri di reclutamento per Al Quaeda. Un modello che si autoalimenta con terrore e ignoranza. No, grazie. Rispediamo al mittente.  Anch’io raccolgo l’appello lanciato dall’Arci di Mantova, perché noi restiamo convinti che solo attraverso il dialogo con cittadini di culture e religioni diverse si possa costruire una convivenza civile e democratica, rispettosa delle diversità e dei diritti di tutti. Un processo di integrazione lungo, ma capace di riconoscere il valore delle differenze e delle identità. Non come una minaccia, ma come occasione di arricchimento individuale e sociale.  La via degli steccati, del pregiudizio ignorante, scelta dalla Lega, intende oscurare anche la memoria più recente. Numerose sono state le condanne del terrorismo giunte dalle comunità islamiche del nostro Paese e di altri Stati europei come la Francia. Non ultimo (forse la Lega non lo ricorda) il ruolo attivo giocato anche da cittadini musulmani e intere comunità islamiche che si sono mobilitati per la liberazione delle italianissime Simona Pari e Simona Torretta, impegnate con “Un Ponte per…” a ritagliare un futuro per le famiglie dell’Iraq. I cittadini stranieri, che vivono insieme a noi e ai nostri figli, sono esposti analogamente a noi alla minaccia del terrorismo. Anzi, sono proprio gli immigrati i primi a pagarne il prezzo altissimo, a partire dalla loro quotidianità relazionale in un Paese straniero dove hanno cercato rifugio, lavoro e diritto a una vita più dignitosa, rischiando di trovare solo diffidenza e segregazione. Impedire a donne e uomini che abitano vicino a noi di avere un’associazione con una sede dove incontrarsi, trovare sostegno per affrontare problemi comuni e pregare insieme è un atto di gravissima inciviltà e disgregazione sociale, ma anche una presa di posizione lontana dalla morale cristiana che qualcuno dice strumentalmente di voler difendere. Ricordo a chi invoca crociate, agitando argomenti confusi e poco informati, che è in discussione in Senato un disegno di legge riguardante le mutilazioni genitali femminili, un testo al quale i Verdi hanno avanzato proposte di modifica volte a un più efficace riconoscimento del reato e sono impegnati per una rapida approvazione della legge.  Infine, suggerisco a Padania Cristiana di accogliere il cortese invito del portavoce della Comunità islamica di Mantova facendo visita alla sede di via Londra. Potrebbe essere una buona occasione per debellare il pregiudizio che non è mai un passo giusto verso la convivenza pacifica fra popoli. Anna Donati Senatrice Verdi-Ulivo  
Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Lettere

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