La crociata antislamica della Lega-talebana ha assunto toni e modi che non sono più tollerabili
La raccolta di firme per impedire la nascita di un centro di cultura e religione islamica a Porto Mantovano, il burqua da infilare a Monica Perugini, gli insulti a “quattro signorotti molto comunisti e poco democratici”: la crociata antislamica della Lega-talebana ha assunto toni e modi che non sono più tollerabili. Secondo la vulgata padana, la nostra dovrebbe essere una società fondata sulla folle equazione islam uguale terrorismo, moschee uguale centri di reclutamento per Al Quaeda. Insomma, un modello che si autoalimenta con terrore ed ignoranza. No, grazie. Rispediamo al mittente.
Anch’io raccolgo l’appello lanciato dall’Arci di Mantova, perché noi restiamo convinti, invece, che solo attraverso il dialogo con cittadini di culture e religioni diverse si possa costruire una convivenza civile e democratica, rispettosa delle diversità e dei diritti di tutti. Un processo di integrazione sicuramente lungo, ma capace di riconoscere il valore delle differenze e delle identità. Non come una minaccia, ma come un’occasione di arricchimento individuale e sociale.
La via degli steccati, dei muri, del pregiudizio ignorante, scelta purtroppo dalla Lega, intende oscurare anche la memoria più recente. Numerose sono state infatti le condanne nei confronti del terrorismo giunte ripetutamente dalle comunità islamiche presenti nel nostro Paese ed in altri Stati europei come la Francia. Non ultimo – forse la Lega non lo ricorda, ma lo facciamo noi – il ruolo attivo giocato anche da cittadini musulmani e intere comunità islamiche che si sono mobilitati per la liberazione delle nostre italianissime Simona Pari e Simona Torretta, impegnate con Un Ponte per… a ritagliare un futuro per le famiglie dell’Iraq.
I cittadini stranieri, che vivono insieme a noi e ai nostri figli, sono esposti analogamente a noi alla minaccia del terrorismo. Anzi, a ben guardare, sono proprio gli immigrati i primi a pagarne il prezzo altissimo, a partire dalla loro quotidianità relazionale in un Paese straniero dove hanno cercato rifugio, lavoro e diritto ad una vita più dignitosa, mentre rischiano di trovare solo diffidenza e segregazione.
Impedire a donne e uomini, che abitano vicino a noi, di avere una associazione con una sede dove incontrarsi, trovare un sostegno per affrontare problemi comuni e pregare insieme è non solo un atto di gravissima inciviltà e disgregazione sociale, ma anche una presa di posizione ben lontana da quella morale cristiana che qualcuno dice strumentalmente di voler difendere.
Vorrei inoltre ricordare a chi invoca crociate, agitando argomenti confusi e poco informati, che attualmente è in discussione in Senato un disegno di legge riguardante le mutilazioni genitali femminili, un testo al quale i Verdi hanno avanzato proposte di modifica volte ad un più efficace riconoscimento del reato e sono impegnati per una rapida approvazione della legge.
Infine, vorrei suggerire alla Padania Cristiana di accogliere il cortese invito del portavoce della Comunità islamica di Mantova facendo visita alla sede di via Londra.
Potrebbe essere una buona occasione per debellare il pregiudizio che, come è noto, non è mai un passo giusto verso una convivenza pacifica fra i popoli.