Un decreto per rinviare l’entrata in vigore del Codice Appalti
Un decreto per rinviare l’entrata in vigore del Codice Appalti, al fine di cambiare i punti più controversi e gli effetti distorsivi del nuovo testo, approvato dal precedente governo a Camere sciolte.
E’ quanto chiedono i senatori dell’Unione, Anna Donati (Verdi), Paolo Brutti (DS) e Luigi Zanda (DL), in una nota inviata oggi al presidente del Consiglio Romano Prodi ed al ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.
“Sottoponiamo alla vostra attenzione un tema di estrema rilevanza ed urgenza – scrivono – costituito dal Codice in materia di appalti, forniture e servizi (decreto legislativo n.163/2006) la cui entrata in vigore è fissata al primo luglio prossimo. Il testo, che nasce dall’esigenza di recepimento di due direttive comunitarie e dalla necessità di avere un corpo normativo coordinato su tutta la materia, è diventato per il governo Berlusconi l’occasione per cancellare importanti regole di trasparenza e concorrenza dettate dalla legge Merloni”.
“Ci preme evidenziare – continuano i senatori – che il nuovo Codice Appalti è stato lungamente discusso nelle competenti Commissioni parlamentari e non sono mancate critiche dagli esponenti del centrodestra. Il testo non rispetta pienamente le prescrizioni contenute nel parere reso del Consiglio di Stato, e non tiene conto del parere contrario espresso in sede di Conferenza Unificata, in palese violazione del leale principio collaborazione con le Regioni nella formazione della norma. In buona parte inascoltate sono rimaste anche le forti critiche formulate dall’Ordine degli Architetti, degli Ingegneri e dell’OICE”.
“In tal modo – ribadiscono gli esponenti dell’Unione – vengono a cadere alcuni punti qualificanti della legge Merloni, determinando un aggravio non solo dei contenziosi Stato-Regioni, ma anche degli effetti distorsivi dovuti al sicuro aumento del ricorso alla trattativa privata. Si rischia concretamente di procedere nella direzione diametralmente opposta rispetto a quella auspicata anche dall’Autorità Antitrust in un recente richiamo, rivolto a governo ed Autorità di Vigilanza LL.PP., ad aumentare la concorrenza nella legge Merloni”.
“Per queste ragioni, è opportuno che l’Unione corregga i punti più controversi del Codice, secondo le procedure della stessa legge delega, rinviandone l’entrata in vigore di ulteriori sei mesi, attraverso l’adozione da parte del governo di un decreto legge che preveda anche l’annullamento di tutti gli atti conseguenti.
“Infine, abbiamo molto apprezzato la posizione del ministro alle Infrastrutture Di Pietro che, su Il Sole 24 Ore di oggi, ha affermato <<voglio consultarmi con il Parlamento prima di prendere una decisione>>. Ci sembra un buon inizio, e noi – concludono Donati, Brutti e Zanda – siamo pronti a lavorare insieme per garantire il pieno rispetto delle regole di trasparenza e concorrenza nel mercato degli appalti”.