Il progetto del Ponte sullo Stretto finisce ancora sotto la lente dell’Europa
Il progetto del Ponte sullo Stretto finisce ancora sotto la lente dell’Europa. Questa volta sono le pesanti criticità messe in luce dalla relazione finale della Commissione Consiliare messinese presieduta da Gaetano Giunta che, per mano di Monica Frassoni (presidente dei Verdi al Parlamento Europeo), sono arrivate fin sul tavolo del Commissario UE ai Trasporti, Jacques Barrot.
“Come promesso alla conferenza stampa dei Verdi a Messina – ha dichiarato l’on. Monica Frassoni – ho consegnato ed illustrato al Commissario Barrot le criticità del progetto del Ponte emerse dalla relazione finale redatta dalla Commissione di Studio, presieduta dal consigliere comunale Gaetano Giunta. Ho ritenuto opportuno che il nuovo Commissario Ue conoscesse più da vicino il progetto insostenibile del Ponte che il governo Berlusconi, durante il semestre italiano di presidenza Ue, è riuscito a inserire nel pacchetto delle Reti di trasporto di interesse europeo (TEN). Progetto TEN – ha aggiunto – che ora sarà soggetto ad una rigorosa vigilanza da parte della Commissione Europea, sulle procedure di informazione e partecipazione dei cittadini, sul rispetto delle direttive sulla Valutazione di impatto ambientale e sulla gara d’appalto”.
“Il progetto del Ponte non sta in piedi, comunque lo si guardi – ha continuato la senatrice Anna Donati, capogruppo Verdi in Commissione LLPP di Palazzo Madama – e lo dimostra bene anche la dura relazione finale della ‘Commissione Giunta’. Un documento, questo, che ha ottenuto l’avallo di una maggioranza trasversale dei consiglieri del Comune di Messina (22 su 40 hanno sottoscritto i risultati dello studio). Gli Enti locali interessati hanno ben presente, come noi Verdi sosteniamo da tempo, che il ponte non si giustifica per le stime di traffico; ha un costo abnorme ed interamente a carico pubblico; ha un impatto devastante sul fragile ambiente dello Stretto e porta con sé il rischio altissimo di gravi infiltrazioni mafiose”.
“Auspichiamo che L’Europa, che ha fatto della partecipazione pubblica la propria bandiera, – concludono le due esponenti dei Verdi – non sottovaluti la grave esclusione delle comunità locali prevista dalla Legge Obiettivo, nel processo decisionale di un’opera inutile e sbagliata”