I Verdi presentano le osservazioni al progetto di Ponte sullo Stretto, oggetto di procedura di VIA
Sono dieci le buone ragioni dei Verdi illustrate oggi alla stampa per dire no al progetto di ponte sullo Stretto di Messina che il governo Berlusconi vuole a tutti i costi veder realizzato.
La sen. Anna Donati, capogruppo Verdi in Commissione LL.PP, il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio insieme al prof. Giancarlo Presicci hanno presentato una sintesi delle osservazioni critiche indirizzate al ministero dell’Ambiente e dei Beni Culturali e i ricorsi già inoltrati in sede europea per bloccare il progetto del ponte sullo Stretto, chiedendo al Ministro Matteoli di sospendere la procedura di VIA. Le osservazioni critiche al SIA sono state elaborate anche dalla prof.ssa Mariarosa Vittadini, ex-direttore della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente.
“Il progetto del più grande ponte sospeso, stradale e ferroviario mai progettato e realizzato al mondo, quello sullo Stretto di Messina, è di fatto il primo progetto a cui viene applicata integralmente la procedura accelerata e la Valutazione di Impatto ambientale semplificata, prevista dalla legge Obiettivo. E’ una metodologia inaccettabile per un ponte lungo 3.300 metri, localizzato in un’area ad elevato rischio sismico e notevoli emergenze ambientali e paesaggistiche, e per questo abbiamo già presentato ricorsi in sede europea per la violazione delle direttive in materia di VIA e di VAS (Valutazione Ambientale Strategica).”
“Il progetto del ponte sullo Stretto, definito prioritario dalla delibera Cipe del 21 dicembre 2001 e automatica integrazione del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, deve necessariamente superare positivamente la Valutazione Ambientale Strategica. La VAS dovrà essere effettuata per ponderare tra l’alternativa cabotaggio e l’alternativa ponte, per risolvere i problemi di mobilità nel mezzogiorno e nei traffici Nord-Sud del Paese in coerenza con obiettivi di sostenibilità ed efficienza. Questa valutazione Ambientale Strategica non è mai stata predisposta dal ministero dell’Ambiente, violando in questo modo la normativa italiana ed europea.”
“Il Ponte, inoltre, costituisce un freno allo sviluppo del cabotaggio marittimo e delle cosiddette autostrade del mare. Questo aspetto è in netto contrasto con gli obiettivi del PGTL, del Libro Bianco della Commissione Europea, ma anche in contrasto con le richieste delle Regioni Sicilia e Calabria che stanno comunque chiedendo di sviluppare la portualità. Per di più il progetto di attraversamento stabile dello Stretto di Messina registra un’assenza di strategia e pianificazione territoriale. Infatti, non è stato programmato in coerenza con le esigenze e le vocazioni strategiche dei territori attraversati, ma viene soltanto sovrapposto alla pianificazione esistente, grazie alla procedura semplificata in cui all’approvazione al Cipe costituirà automatica variante dei PGR e della pianificazione vigente.”
“Le stime riguardanti la crescita dei flussi di traffico per il Ponte che oscillano tra il 30-50% in più sono assolutamente ingiustificate rispetto ai dati certificati dagli Advisor internazionali. Le stime di crescita non sono supportate da una coerente valutazione delle tendenze in atto, dove nell’ultimo decennio è cresciuto prevalentemente il trasporto via mare ed il traffico aereo nelle relazioni con l’area dello Stretto e nei traffici Nord-Sud del Paese. E’ evidente che queste stime di crescita allegate alla SIA servono a far quadrare i conti per la fattibilità economica e finanziaria del Ponte sullo Stretto”
“Resta ancora irrisolta la questione finanziaria del Ponte. Il costo complessivo del progetto è stimato in 6 miliardi di euro, che dovrebbe essere finanziato per il 41% da Fintecna e la restante quota del 59% sarebbe reperita con project finance. Basti ricordare che le risorse proprie di Fintecna derivano dalla liquidazione dell’ex IRI, e che il presidente di ISPA prof. Monorchio ha escluso che l’opera possa essere realizzata senza adeguate garanzie dello Stato, per dimostrare che il costo del progetto sarà a carico di risorse pubbliche che graveranno sui futuri bilanci dello Stato.
“Lo Studio di Impatto Ambientale e l’analisi multicriteria contengono clamorosi errori metodologici ed è tutto da rifare. C’è una continua non corrispondenza tra quanto espresso nelle singole relazioni specialistiche e quanto poi trasposto nelle matrici degli impatti; inoltre, altro fatto grave, gli indicatori di impatto rimangono costanti nelle due matrici a fronte di una variazione delle matrici di progetto, così come abbiamo scoperto che le matrici degli impatti lato Calabria e lato Sicilia riferiti al 1992 e al 2002 non hanno lo stesso numero di celle. Alterazioni gravi della metodologia utilizzata. Le opere stradali e ferroviarie per collegare il Ponte, escluse dallo Studio di Impatto Ambientale, sono prevalentemente non finanziate e nonostante ciò vengono definite contestuali ed irrinunciabili. Stupisce che per il Ponte il governo sembra voler mettere in campo il massimo sforzo economico, mentre per l’Alta Capacità il tutto è rimandato a dopo il 2005 e per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria vige ancora una drammatica incertezza sulla disponibilità complessiva dei fondi per il suo completamento”
“Il rischio sismico dell’area è stato ampiamente sottovalutato. La stessa Relazione relativa allo Studio di pericolosità sismica ammette che per fattori come rotture di faglia in superficie e pericolo di liquefazione lo studio presentato non è nelle condizioni di valutare ed approfondire i fenomeni a riprova del fatto che il progetto preliminare non consente un’attenta valutazione del rischio sismico. Nonostante che il progetto sia localizzato in un’area che già in passato, durante gli eventi del 16 novembre 1894 e del 28 dicembre 1908, ha presentato valori elevati di intensità macrosismica compresi fra 9/10 e 10. Del resto è nota la presenza della faglia 50 che risulta chiaramente attiva lungo la sponda calabra, zona interessata dalla torre del manufatto. Questi fenomeni hanno un accertato impatto su strutture estese, in particolare i viadotti, come quelli previsti dal progetto di attraversamento stabile. Questioni irrisolte di pericolosità sismica, “rinviate” al progetto definitivo e non affrontate dal SIA e che dovrebbero costituire una precondizione per la fattibilità dell’opera.”
“Per queste ragioni, chiediamo al Ministro dell’Ambiente Matteoli che venga immediatamente sospesa la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale chiedendo alla Società Stretto di Messina SpA di integrare la documentazione dello Studio Ambientale e ripubblicando il progetto. Ma prima di procedere il ministro dell’Ambiente deve rispettare la normativa vigente nel nostro Paese e in Europa effettuando la Valutazione Ambientale Strategica sulle infrastrutture. Infine, comunque sulla base della documentazione presentata chiediamo la bocciatura del progetto preliminare di attraversamento stabile dello Stretto di Messina.”