“Ormai è chiaro: il governo e la maggioranza sono sotto padrone e la defenestrazione di Sgarbi da sottosegretario ha reso assolutamente evidente quello che fino a questa notte poteva solo essere supposto”
“Ormai è chiaro: il governo e la maggioranza sono sotto padrone e la defenestrazione di Sgarbi da sottosegretario ha reso assolutamente evidente quello che fino a questa notte poteva solo essere supposto”.
In una conferenza stampa l’Ulivo del Senato ha spiegato i retroscena della trattativa notturna in commissione Lavori Pubblici sul collegato infrastrutturale che questa mattina è arrivato all’esame dell’aula.
“Questa notte, con l’ormai ex sottosegretario Sgarbi, si era giunti ad un accordo – raccontano i senatori Paolo Brutti (Ds), Mauro Fabris (Margherita) e Anna Donati (Verdi) – avevamo accettato di ritirare tutti i nostri emendamenti in cambio di inserire nel testo un esplicito riferimento al salvataggio del patrimonio indisponibile dello Stato. Ci siamo lasciati alle 5.30 stringendoci la mano con un accordo che vedeva favorevole tutta la Cdl. Alle 9 della mattina Berlusconi e Tremonti hanno chiamato il presidente della commissione per comunicargli che quell’accordo non s’aveva da fare. Quella strada non doveva essere percorsa. In pratica, Berlusconi ha scaricato la sua stessa maggioranza, che dimostra di non poter avere alcuna autonomia. A questo punto è assolutamente evidente che non si vogliono fare le modifiche che Ciampi ha chiesto e il governo avrebbe dovuto inserire nel primo provvedimento utile. Berlusconi e Tremonti stanno raccontando bugie non solo agli italiani, ma anche al Presidente della Repubblica. Sgarbi, da uomo di parte, ma di cultura e amante del patrimonio artistico italiano si era opposto a questo disegno ed è stato cacciato in malo modo”.
“Il comportamento dell’Ulivo in aula continuerà ad essere responsabile. Annunciamo che presenteremo solo 300, rispetto agli iniziali 3.000, perché significative modifiche sono state ottenute in commissione e per togliere al governo ogni scusa per accusarci di ostruzionismo. Chiediamo, inoltre, un ampliamento dei tempi di discussione, per chiudere, comunque, la prossima settimana. Concentreremo la nostra battaglia nel merito e, in particolare, su quattro punti:
a) abolire la norma che ripristina i lavori futuri della Tav ai vecchi concessionari inadempienti senza ricorrere alle regole imposte dalla Merloni;
b) impedire l’approvazione di un’ulteriore scorciatoia per la costruzione di infrastrutture senza alcuna valutazione di impatto ambientale, qualora lo decida il Presidente del Consiglio;
c) riportare al 30% il limite massimo dei subappalti per evitare pericolose infiltrazioni mafiose e criminali, come denunciato dal procuratore Antimafia Pierluigi Vigna;
d) rendere impossibile la vendita del patrimonio indisponibile dello Stato, come chiesto dal presidente Ciampi”.
“Come andrà a finire? Dopo la defenestrazione di Sgarbi si corre addirittura il rischio che il governo chieda la fiducia sul provvedimento per tappare la bocca alla sua maggioranza e, soprattutto, poter tornare ad un testo simile a quello licenziato dalla Camera. Alle lobby che premono non sono, infatti, piaciute per niente le modifiche apportate dal Senato. I falchi del governo sono al lavoro”.