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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Verdi contro piano Tav partiamo da opere urgenti

16 Aprile 2003

IL SOLE 24 ORE – Edilizia e territorio

Martinat: facciamo da soli la Torino-Lione
I Verdi contro il piano Tav: partiamo dalle opere urgenti
G. Sa.

ROMA <Noi speriamo fortemente che i francesi siano disposti a finanziare l’Alta Velocità ferroviaria Torino-Lione: se però Parigi dovesse dire no, il Governo italiano potrebbe fare da solo, realizzando anche la tratta francese, attraverso una “società di scopo”, che avrebbe il compito di raccogliere i possibili finanziamenti e gestire in concessione l’esercizio dell’opera, nel pieno rispetto della normativa comunitaria ed indipendentemente dall’apporto finanziario francese>. Il viceministro delle Infrastrutture, Ugo Martinat, è intervenuto ieri per riconfermare la strategicità dell’opera ferroviaria per l’Italia e la volontà di procedere comunque una <società di scopo> per reperire i fondi necessari, anche nel caso a metà maggio il Parlamento francese dovesse escluderla dal piano delle priorità infrastrutturali. Martinat ha già articolato la proposta in uno schema di disegno di legge che prevede, per altro, vari strumenti di finanziamento come il ricorso ai prestiti della Cassa depositi e prestiti, un sovrapprezzo sulle tariffe di pedaggio autostradale, un agestione dell’opera di settanta anni.
Una dura presa di posizione contro il piano del Governo per i corridoi europei è arrivata, invece, dai gruppi parlamentari verdi e dai movimenti ambientalisti Wwf, Legambiente, Italia Nostra. Sotto accusa soprattutto i progetti dell’Alta velocità Milano-Genova e Milano-Verona-Padova, per cui non esistono ancora i finanziamenti e sono stati ripresentati vecchi progetti con valutazione di impatto ambientale carenti. <Siamo favorevoli al potenziamento della rete ferroviaria – dice la senatrice Anna Donati – ma occorrerebbe partire dalle reali esigenze prioritarie come la ferrovia Milano-Treviglio-Brescia e concentrare su quelle i fondi disponibili. Invece assistiamo a un rilancio di interventi non prioritari e sbagliati sul piano progettuale, per giunta senza finanziamenti. Anche la logica del corridoio 5 non punta a un reale rafforzamento dei servizi ferroviari, che pure ci troverebbe d’accordo, ma alla costruzione fine a se stessa. Si stanno davvero ponendo le basi perché i grandi assi infrastrutturali est-ovest si realizzino a nord delle Alpi, ad opera di Paesi che annunciano meno, ma realizzano quel che decidono di fare>.
G.SA.

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