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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Tutti in marcia per salvare la Maremma

30 Luglio 2005

il Manifesto

INTERVENTO
ANNA DONATI*

Torna realtà il progetto autostradale di 207 km da Civitavecchia a Rosignano, a 15 anni di distanza dalla prima bocciatura da parte del ministro dell’Ambiente. Un’infrastruttura che non serve per il traffico attuale, che sventrerebbe un territorio ed un paesaggio unici al mondo, trasformando la Maremma in un corridoio di transito per i Tir. Anche per questa ragione insieme agli ambientalisti, comitati ed associazioni agricole oggi pomeriggio marceranno i sindaci di Capalbio, Manciano e Montalto di Castro contrari al progetto, con l’adesione di Verdi e Rc. Il progetto presentato dalla Sat per l’avvio della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), prevede nel tratto più delicato da Montalto di Castro a Orbetello due varianti di tracciato di 40 km. Un tracciato autostradale dovrebbe passare tra Capalbio e il mare; il secondo invece è un tracciato collinare che passa con viadotti e gallerie alle spalle del borgo storico. In entrambe i casi l’impatto sarebbe devastante e comunque la procedura non è legittima, come ha sostenuto anche la Regione Toscana: la Sat non sceglie il tracciato a minore impatto, ma lascia invece la decisione alla Commissione Via. Obiezione sollevata anche dalla Regione Lazio, dove l’assessore all’Ambiente Bonelli, ha già anticipato un parere non favorevole. Ma l’autostrada della Maremma è anche inutile. Ogni giorno sulla Statale Aurelia passano circa 17mila veicoli, di cui 2/3 sono traffico locale. La Sat promette che il traffico su gomma sull’autostrada triplicherà, arrivando nel 2030 a 45mila veicoli al giorno, di cui ben 10mila sottratti all’Autosole. Non solo, per riempire l’autostrada, Sat propone di demolire i tratti a quattro corsie dell’Aurelia, riportandola a due e chiamandola «strada parco».

Il traffico attuale, dunque, non giustifica la costruzione della nuova autostrada. Con il semplice adeguamento della Statale Aurelia, da sempre la proposta di ambientalisti e Verdi, si risolverebbero i problemi di mobilità e sicurezza. Invece, il traffico futuro delle merci nord-sud nel nostro Paese deve viaggiare su ferrovia e cabotaggio, la vera Autostrada del Mare, utile e sostenibile. Anche l’Europa ha adottato una politica comune dei trasporti che punta allo sviluppo del cabotaggio e delle ferrovie, escludendo la realizzazione di nuove autostrade, perché fanno solo aumentare il traffico su gomma.

La proposta di adeguamento dell’Aurelia convinse anche il governo dell’Ulivo che nel 2001 avviò la procedura di Via sul tracciato Anas. Procedura poi bloccata dal ministro Matteoli, proprio perché il governo Berlusconi vuole invece l’autostrada della Maremma. Il ministro Lunardi sostiene il tracciato collinare interno, anche perché nel progetto respinto nel 1990, fu proprio la sua società Rocksoil, a fornire la consulenza per le gallerie. Un tracciato collinare respinto dalla Regione Toscana che propone invece un tracciato autostradale costiero.

Adesso, il progetto presentato dalla Sat costa circa 2,5 miliardi di euro, ma non si dice chi pagherà l’opera. Non è nel piano di investimenti di Autostrade per l’Italia Spa, proprietaria della Sat; i 438 milioni di euro prenotati dalla legge Obiettivo non ci sono più, come ha scritto il governo nel Dpef 2006-2009, perché mancano le risorse anche per buona parte delle opere già approvate. Anche la favola che i pedaggi coprirebbero buona parte dei costi è falsa. Se va bene, basteranno appena per il 25 % e quindi servirà un robusto contributo pubblico, comunque superiore a 1,1 miliardi di euro, il costo stimato per l’adeguamento dell’Aurelia.

Oggi tutti in marcia dunque (ore 17 dallo Scalo di Capalbio), per salvare la Maremma.

*Senatrice, responsabile trasporti e infrastrutture dei Verdi

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