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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Quanti intrecci di interessi all’ombra del Ponte

1 Agosto 2005

Magazine – dsonline.it

Quanti inquietanti intrecci di interessi e quanti legami incestuosi all’ombra del Ponte sullo Stretto…
Ogni giorno che passa se ne scopre una nuova, nell’affare del Ponte sullo Stretto

di Giorgio Frasca Polara

Ogni giorno che passa se ne scopre una nuova, nell’affare del Ponte sullo Stretto. Anzi, la senatrice Anna Donati (Verdi) ne ha scoperte parecchie, di nuove, e le ha elencate in una inquietante interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e ai ministri delle Infrastrutture e dell’Economia. Punto di partenza, le uniche due offerte presentate per la gara di affidamento della progettazione definitiva e per la realizzazione del ponte e dei collegamenti sui versanti Sicilia e Calabria: quella del Raggruppamento temporaneo di imprese che fa capo alla Astaldi, e quella dell’Associazione temporanea di imprese che fa capo all’Impregilo. Subito dopo la scadenza del termine per la presentazione delle offerte la società Stretto di Messina (presidente l’ex ministro dc Giuseppe Zamberletti) ha costituito la commissione che dovrà giudicare i progetti e scegliere quello cui attribuire l’esecuzione della colossale opera. E qui son venute fuori le sorprese. Vediamole insieme.

Prima sorpresa: l’ingegnere Niels Gimsing (che fa parte della commissione giudicatrice) è stato tra i consulenti della realizzazione del ponte Storebelt East progettato dalla Cowl, società danese che opera in tutto il mondo e, per il nostro ponte, è progettista della cordata guidata dall’Impregilo. Ora Gimsing e Cowl sono coinvolti nella gara l’uno nella commissione aggiudicatrice e l’altra come concorrente.

Seconda sorpresa: l’amministratore delegato di Impresilo, Alberto Lina, è stato per anni presidente della Coinfra, società del gruppo Iri che ha partecipato come fornitore alla realizzazione del ponte Storebelt insieme a Cowl, e quindi ha collaborato con l’ing. Gimsing.

Terza sorpresa: il presidente della Società Stretto di Messina, Zamberletti, è anche presidente dell’Istituto Grandi Infrastrutture, l’associazione che promuove e tutela gli interessi delle grandi imprese di costruzioni. In sostanza come presidente della Stretto di Messina dovrà assumere decisioni circa l’affidamento della realizzazione del ponte ad imprese che fanno parte dell’Igi “con le qualik vi è un rapporto di continua collaborazione che potrebbe pregiudicare l’imparzialità della scelta”.

Quarta sorpresa: nel Cda della società Stretto di Messina due dei dieci consiglieri sono vicini alla cordata Impresilo. Uno è Francesco Paolo Mattioli, per 25 anni alla guida della finanza Fiat, è stato stretto collaboratore di Cesare Romiti (che è stato amministratore delegato della Fiat e che ora controlla l’Impregilo); l’altro è Emmanuele Emanuele, consigliere delle Condotte d’acqua, partner abituale di Impresilo in molte gare, compresa quella per il ponte.

Quinta sorpresa: il presidente della Astaldi, Ernesto Monti, è membro del Cda di Fintecna, la finanziaria statale che è uno dei maggiori soci di riferimento della Porte sullo Stretto.

Le dimostrate connessioni societarie e relazioni personali – chiede Anna Donati – non rivelano “gravi conflitti d’interesse” e non “inficiano l’indipendenza delle valutazioni della commissione giudicatrice”? E allora: perché non intervenite sugli azionisti della società Stretto di Messina “perché venga nominato un Cda completamente indipendente rispetto alle imprese che concorrono alla gara” e “sia rivista la composizione della commissione aggiudicatrice, evitando ogni reale e potenziale conflitto d’interessi che possa rendere parziale la decisione per la scelta dell’impresa capofila”? E, soprattutto, perché non sospendete la gara in corso “sino a quando nel Cda e nella commissione non siano stati eliminati i conflitti di interesse esistenti”? Nessun problema, risponderà (se lo farà) il governo: l’Ad della Società Stretto, Pietro Ciucci, ha assicurato, nel corso di un’audizione alla Camera, che la commissione “è indipendente”. E il governo si fida tanto da aver già fatto una volta (vedi qui a sinistra) il megafono di Ciucci…

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