L’allarme dei sindaci che contestano la manovra correttiva
Su una piazza Erbe assolata si è allungata ieri l’ombra della scure del governo, pronta a calare su servizi sociali, scuola, sanità e cultura. A protestare contro la manovra corettiva dei conti pubblici – che impone ai Comuni con più di 5 mila abitanti di ridurre la spesa del 10% – erano in quattordici tra assessori e sindaci, con tanto di fascia tricolore e volantini in pugno. Dipinte sui loro volti rabbia e sconcerto, ma anche la volontà di ribellarsi contro una misura giudicata “inapplicabile” a voci di spesa già preventivate. E l’assessore allo sviluppo competitivo del Comune di Mantova, Stefano Montanari, conferma la decisione di ricorrere alla Corte costituzionale per una manovra «lesiva dell’autonomia degli enti locali». Proprio mentre i sindaci distribuivano volantini tra la folla del mercato, il Senato approvava in via definitiva la manovra da 5,6 miliardi di euro per contenere i conti pubblici, disegnando un futuro poco incorraggiante: trasporti scolastici col contagocce, aule più fredde, servizi di mensa ridotti, anziani abbandonati a se stessi e politiche culturali più povere. Alle amministrazioni locali costrette a ridurre le spese si pongono, infatti, due alternative: tagliare i servizi o aumentarne le tariffe a carico degli utenti, che spesso appartengono alle fasce più deboli. Tra i più agguerriti c’è l’assessore Stefano Montanari (il sindaco Gianfranco Burchiellaro si trova a Boston per la convention dei democratici), che osserva: «La manovra non riduce i trasferimenti dello Stato, ma impone la contrazione delle spese costringendoci a tagliare i servizi nonostante ci siano le risorse per finanziarli». Sbalordito anche il sindaco di Quistello, Alessandro Pastacci: «Si vanifica lo sforzo degli enti locali di assicurare i servizi essenziali attraverso una misura di cui non vedo la logica». E l’allarme è condiviso dai primi cittadini di Marmirolo, Gonzaga, Poggio Rusco, Roncoferraro, Viadana e Pegognaga, tutti in prima linea sotto il sole di luglio. A rischio c’è il welfare, lo stato sociale, ma il primo settore ad essere sacrificato sarà probabilmente quello della cultura, relegato per forza di cose nella categoria del “superfluo”. A sostenere la lotta dei propri colleghi, anche i sindaci di Casaloldo, Bigarello, Motteggiana, Casalmoro e Castel D’Ario, Comuni con meno di 5 mila abitanti, quindi non direttamente toccati dalla manovra correttiva. Al coro delle proteste si aggiungono poi le voci del consigliere regionale Antonio Viotto, presente al volantinaggio, e di Anna Donati, senatrice dei Verdi, che denuncia: «Con questa manovra il governo mette in discussione la capacità di garantire i livelli di servizi e qualità della vita delle comunità locali. A farne le spese saranno direttamente i cittadini che si vedranno tagliare i servizi essenziali che le amministrazioni erano fino ad oggi in grado di garantire». Allarmato anche il commento della Provincia, per bocca dell’assessore al bilancio, Paola Dalcore, che avverte: «Potremmo essere costretti a ridurre la manutenzione delle strade».
Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Cronaca