Il Sole 24 Ore – Edilizia e Territorio
Il varo delle correzioni sugli appalti al Consiglio dei ministri di venerdì
Valeria Uva
ROMA – «Nel primo decreto correttivo del Codice degli appalti interveniamo per restringere lo spazio della trattativa privata e per dare una migliore definizione del ruolo dell’appalto integrato». Al 3° Forum di “Edilizia e Territorio” Antonio Di Pietro conferma tempi e modi dell’iniziativa del Governo sul Codice degli appalti. «Il primo decreto di modifica è pronto – ha annunciato il ministro – e lo sottoporrò all’approvazione del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo». I punti su cui si concentrerà l’azione di revisione sono quelli già indicati da Di Pietro: dalla trattativa privata, che il Codice ha reso più elastica, all’appalto integrato di progettazione ed esecuzione, che il testo del Governo Berlusconi punta a liberalizzare.
Ma lo stesso Di Pietro è disponibile a ulteriori interventi: «Siamo aperti a tutte le proposte che dovessero arrivare dal Parlamento».
Quanto alla questione dell’entrata in vigore del nuovo Codice, prevista per il primo luglio, il ministro ha spiegato di aver ormai rinunciato all’idea di una sospensione ad opera del Governo (dopo lo stop voluto dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano) ma non ha escluso la possibilità che sia il Parlamento a chiederla. E Anna Donati, presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, ha ricordato di aver già pronto un emendamento in tal senso. Il problema resta quello dei tempi: da solo, difficilmente il Parlamento potrà intervenire prima dell’entrata in vigore del Codice, cosa che vanificherebbe l’iniziativa.
La Donati ha anche ricordato come proprio sulla trattativa privata l’Italia avesse già preso una strada più restrittiva anche rispetto alle precedenti direttive europee. «E il sistema ha retto, e bene, per tutti questi anni». Anche secondo Ermete Releacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, «il Codice ha aperto dei varchi nella trasparenza ai quali occorre porre rimedio».
A difendere le scelte del Codice è stato il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis. «Èpienamente aderente alle nuove direttive» ha commentato. De Albertis ha tenuto anche a sottolineare come anche i sindacati abbiano criticato la logica del massimo ribasso «nella quale diminuiscono le garanzie di sicurezza per i lavoratori». Per lui «solo il metodo dell’offerta economicamente più vantaggiosa è in grado di garantire l’aggiudicazione al migliore offerente e il risultato migliore». Anche secondo Nicola Oliva, direttore generale di Astaldi, «il massimo ribasso negli anni ‘90 ha prodotto solo un indebolimento dal quale le imprese devono ancora riprendersi».
«Per gestire al meglio le gare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa – ha precisato Alfonso Rossi Brigante, presidente dell’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici – sarebbero necessarie commissioni aggiudicatrici di grande livello e competenza, ma in Italia le stazioni appaltanti sono troppe e troppo deboli per poterle organizzare». Rossi Brigante rivendica alla sua Autorità quel «ruolo di garanzia necessario a bilanciare la discrezionalità data dal Codice alle amministrazioni». Garanzia che per Nicola Greco, presidente dell’Oice, è rappresentata dalla validazione del progetto che «deve entrare a pieno titolo nel nostro modo di fare le opere pubbliche».
Anche l’urbanistica ha trovato spazio nel corso del Forum. Pierluigi Mantini (Margherita), ha insistito sulla necessità di arrivare all’approvazione della riforma urbanistica chiedendo alle commissioni di esaminare subito le proposte di legge in materia (tra cui la sua e quella di Maurizio Lupi di Forza Italia).