IL SOLE 24 ORE – Italia-Economia
Infrastrutture – Da Matteoli stop al decreto Lunardi che cancella la Valutazione di impatto ambientale
Grandi opere, scontro sulla Via
In vista un nuovo provvedimento: l’Ambiente nominerà una commissione più snella sui lavori strategici
Giorgio Santilli
ROMA * La valutazione di impatto ambientale sulle grandi opere strategiche della legge obiettivo non si smantella. Parola del ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, che ieri, in risposta all’appello lanciato da Verdi e ambientalisti, è sceso in campo per spiegare che il “decreto delegato” messo a punto dal ministero delle Infrastrutture per sveltire le procedure per le grandi opere è già superato, almeno nella parte in cui disponeva la fine della Via.
<Il Ministero del’Ambiente e del Territorio – afferma un comunicato di Matteoli – ha in fase di avanzata elaborazione un provvedimento che regola la valutazione di impatto ambientale per le opere strategiche, che prevede una disciplina più agile, ma ugualmente rigorosa>.
Un altolà brusco al ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, che, nella bozza di decreto diramata venti giorni fa per il concerto interministeriale, aveva azzerato la Via, l’aveva sostituita con una dichiarazione di compatibilità ambientale, aveva relegato il ruolo del ministero dell’Ambiente all’elaborazione di una <relazione istruttoria> che lo stesso Ministro delle Infrastrutture o il Cipe, a maggioranza, avrebbero potuto aggirare.
Lo scontro delle settimane scorse, che ha portato a uno slittamento dei tempi di approvazione del decreto legislativo (previsto inizialmente all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi), si è ormai risolto in una sostanziale intesa tra Lunardi e Matteoli. La materia torna al ministero dell’Ambiente, stralciando quindi le semplificazioni disposte dalla bozza di Lunardi sulla materia ambientale.
Ma il comunicato di Matteoli entra anche nel merito del provvedimento, a scongiurare l'<indebolimento del presidio costituito dal ministero dell’Ambiente> che avevano paventato, in conferenza stampa, Anna Donati (Verdi), Ermete Realacci (Legambiente), Fulco Pratesi (Wwf), Vittorio Emiliani (Comitato per il Bello), Nicola Caracciolo (Italia Nostra) e ancora Greenpeace, Marevivo, Cipra e Fai, in un coro ambientalista mai tanto compatto. <Si vogliono smantellare le conquiste ambientaliste degli ultimi venti anni>, aveva detto Pratesi.
A questo pressing si aggiungeva la notizia delle dimissioni del direttore del Servizio Via del ministero dell’Ambiente, Maria Rosa Vittadini, in aperta polemica con la politica del ministero.
Nel pomeriggio, il “guizzo” di Matteoli, che punta a rassicurare gli animi e a riconfermare il suo rapporto complessivamente buono con la galassia ambientalista. <Se ci sei batti un colpo>, aveva detto Realacci. E la risposta di Matteoli non si è fatta attendere.
Sulle opere strategiche – questi i profili del decreto del ministero <in avanzato stato di definizione> – si pronuncerà una commissione speciale <più snella di quella ordinaria> per accelerare i tempi. <Restano intatti – afferma il comunicato – tutti i compiti istruttori riservati alla commissione Via ed inoltre sono previsti controlli affinché vengano attuate tutte le prescrizioni contenute nel parere di valutazione di impatto ambientale>.
E la seconda novità rilevante rispetto allo schema di Lunardi sta nel fatto che <la parola definitiva su eventuali questioni controverse resterà ovviamente al Consiglio dei ministri, come già avviene oggi>. Non sarà il Supercipe, quindi, a decidere sulla “compatibilità ambientale”. Il comunicato di Matteoli non chiarisce però l’ultimo margine di ambiguità: se resti un decreto ministeriale di Via che si potrà aggirare con la decisione collegiale del Governo (come sembrerebbe) oppure se la decisione ordinaria spetti sempre al Consiglio dei ministri e all’Ambiente venga lasciata solo l’istruttoria. Per sciogliere la riserva occorre attendere il testo del decreto Matteoli.