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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Energia, patto d’area e pressing sul governo

8 Aprile 2004

I Verdi hanno sempre riconosciuto nell’istituto referendario una delle massime espressioni della democrazia partecipata

I Verdi hanno sempre riconosciuto nell’istituto referendario una delle massime espressioni della democrazia partecipata. In ogni caso, ciò premesso, il quesito referendario così posto risulta essere una presa in giro per i cittadini in quanto non avrebbe il potere di modificare in nessun modo l’iter della centrale a turbogas già in costruzione. Iter basato sui pareri concertati dalla Regione, della Provincia e del Comune. Oggi l’unica azione possibile dovrà rivolgersi all’autorità nazionale e regionale. Sappiamo, infatti, che per ottimizzare i benefici ambientali dovuti alla riconversione degli impianti, come è stato rilevato anche dalla Margherita locale, la via della richiesta di un impianto più piccolo, tentata per vie amministrative dal Comune di Mantova già dal 2000-2001, è stata di fatto resa vana dal decreto di compatibilità del Ministero dell’Ambiente e successiva autorizzazione del Ministero delle Attività produttive.  Allo stato attuale quale via è ancora percorribile?  Considerato che la materia in questione (la programmazione energetica) rientra nella esclusiva competenza statale, l’unica via percorribile è quella della politica. Un intervento diretto sui Ministeri competenti, intervento unitario del centrosinistra affinché si realizzino le seguenti condizioni:  1. Un patto d’area a livello provinciale che limiti la produzione energetica.  2. Considerato che a Mantova è in atto la procedura per l’autorizzazione di un altro ma più piccolo impianto che sostituirebbe le caldaie a olio combustibile della raffineria Ies, l’imposizione a livello statale di un impianto consortile (senza aumentare le potenzialità rispetto all’autorizzato Enipower) che fornirebbe calore ed energia alla raffineria senza l’impatto di un altro impianto; in questo modo si raggiungerebbe il risultato di spegnere tutte le caldaie che attualmente riversano tonnellate di polveri comprese quelle che sarebbero eliminate dall’estensione a tutta la città della rete del teleriscaldamento.  3. Oppure il ridimensionamento della centrale Enipower di Mantova.  Pare, dalle dichiarazioni rese alla stampa, che su queste posizioni, che i Verdi hanno più volte espresso, ci sia un unanime accordo e non solo del centrosinistra. Se così è, che cosa impedisce una azione congiunta dei parlamentari e delle forze politiche del centrosinistra per il bene della città?  I Verdi si attiveranno immediatamente perché la senatrice Anna Donati si faccia promotrice di questa iniziativa comune con i partiti del centrosinistra inoltrando congiuntamente le richieste sopraelencate ai Ministeri competenti.  A questo impegno anche i partiti di centrodestra, che fanno parte della coalizione del Governo nazionale, non possono sottrarsi, soprattutto a livello locale, se sono davvero interessati alle questioni ambientali. Questa ci sembra l’unica strada concreta e reale e su questa chiediamo il sostegno dei partiti e dei cittadini. I Verdi di Mantova

Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Lettere

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