Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Brebemi: dopo il sì della Camera, stop «politico» dal Senato

26 Luglio 2007

Giornale di Brescia

Approvato in commissione il parere – non vincolante – che afferma l’opportunità di una nuova gara pubblica

Dopo il via libera della Camera, il Senato stoppa la Brebemi. Si tratta, a dire il vero, di uno stop «politico», come lo definisce il senatore bresciano Luigi Maninetti: il voto espresso ieri dall’intera maggioranza in VIII Commissione (Lavori pubblici) non ha valore vincolante. Ma questo non significa che non abbia peso. Quattordici senatori su 27, infatti, hanno approvato il parere del collega Paolo Brutti sullo schema di convenzioni autostradali (comprendente anche la Pedemontana lombarda e l’Asti-Cuneo) che afferma l’opportunità di sottoporre il progetto della Brescia-Bergamo-Milano a una nuova gara pubblica. E tra loro c’è anche Franca Rame, che rappresenta l’Italia dei valori, il partito del ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che lunedì scorso a Milano, in un vertice con il presidente della Regione Roberto Formigoni, ha dichiarato la necessità della realizzazione delle infrastrutture in Lombardia.
Resta poi il fatto che le due Camere si sono espresse in modo diverso.
Il problema? «Dopo verifiche accurate sugli importi – si legge nel testo del parere approvato – risulta che i lavori complementari affidati al concessionario superano il 50% dell’importo dell’opera iniziale oggetto della concessione». La maggioranza punta l’indice in particolare sui costi sia del tratto della Tangenziale esterna di Milano sia delle opere addebitate a Rfi (Alta velocità). E per questo suggerisce, nel caso in cui si decida di non procedere a una nuova gara, di scorporare queste ultime dalla convenzione e di affidare l’arco di Tem in questione a un altro concessionario.
«Ma in entrambi i casi la Brebemi non si farebbe nemmeno nel 2050», commenta Maninetti (Udc), sottolineando che «da troppo tempo il Nord Italia sta pagando questo stop, con particolare danno per le imprese». Un altro senatore bresciano, il verde Gianpaolo Silvestri, chiarisce invece che «noi non facciamo barricate, semplicemente vogliamo garanzie». In un comunicato firmato anche dal presidente della Commissione VIII, Anna Donati, i Verdi rilevano anche che «lo schema di convenzione necessita di modifiche e integrazioni per adeguare il testo alle nuove norme sulle concessioni autostradali». Rifare la gara ricomprendendo i costi aggiornati, la Tem e le opere addebitate a Rfi, spiegano inoltre, sarebbe «la soluzione più lineare e di maggiore garanzia da ricorsi di altri competitori e dall’apertura di una procedura di infrazione europea per violazione delle norme comunitarie in maniera di concorrenza».
Che succede allora? L’ultima parola spetta al ministro. «Il voto di oggi non ha valore vincolante – ribadisce al telefono la stessa Donati – ma è ovvio che ci auguriamo che Di Pietro ne tenga conto».
Intanto Formigoni auspica che «il Governo mantenga gli impegni più volte assunti e firmi le convenzioni per Brebemi e Pedemontana, permettendo l’avvio immediato delle opere. Adesso che è terminato l’iter formale delle consultazioni parlamentari ed è stato acquisito il parere non vincolante del Senato mi attendo che Di Pietro firmi subito le convenzioni, e che un minuto dopo le firmi il ministro Padoa-Schioppa».
Commenta le ultime notizie anche la vicepresidente della Lombardia, la bresciana Viviana Beccalossi, parlando di «ennesima beffa per tutti i pendolari dell’autostrada Milano-Bergamo-Brescia» oltre che di «colpo da ko per il ministro Di Pietro e i rappresentanti dell’Unione che, in ogni sede, avevano fornito tutte le garanzie sulle procedure relative alla Brebemi». E non è tutto: «Da bresciana penso all’imbarazzo in cui si può trovare il sindaco della città Paolo Corsini. Il disagio di dover spiegare la scelta dei senatori dell’Unione alle migliaia di pendolari bresciani e più in generale lombardi, che quotidianamente percorrono l’autostrada che collega Brescia a Milano, giunge proprio nelle ore in cui lo stesso Corsini si propone come candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali. Una coincidenza sicuramente poco rassicurante».
Sul tema intervengono anche i consiglieri regionali bresciani Gianmarco Quadrini dell’Udc («Le ottusità veterocomunista e ambientalista di chi non vuole la Brebemi dimostrano che in Italia i processi di sviluppo sono influenzati da ideologie fuori dal tempo») e Margherita Peroni di Forza Italia («Quanto è avvenuto è grave. Vedremo cosa farà il Governo. Mi auguro che non prevalgano le ragioni ideologiche e che dopo i tanti pronunciamenti di Veltroni a favore dello sviluppo infrastrutturale del nord, la Lombardia non venga ancora una volta bloccata»).
Francesca Sandrini

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