Il Sole 24 Ore
Proposto il congelamento fino al decreto correttivo – Sotto tiro anche «Via» e «Vas»
Giorgio Santilli
ROMA – L’Unione torna all’attacco sul codice degli appalti e sulla delega ambientale. Lo fa, stavolta, in Parlamento, dopo l’altolà di Napolitano ai decreti legge di sospensione.
Sugli appalti, è stato annunciato ieri al Senato un emendamento dell’Unione che sospende l’efficacia delle norme contenute nel codice fino all’entrata in vigore del decreto correttivo a cui ha cominciato a lavorare il Governo. Il decreto correttivo dovrà essere emanato entro il 31 dicembre 2006. L’emendamento dovrebbe essere presentato in Aula al Dl 173 su proroghe di atti di natura regolamentare entro la scadenza del 22 giugno. Il codice entrerà in vigore dal 1° luglio e la norma di approvazione parlamentare potrà subentrare solo successivamente, senza un decreto legge “catenaccio”.
Il fatto che l’emendamento sia stato presentato da Nello Formisano, senatore dell’Italia dei valori, dice chiaramente che la manovra è sostenuta anche dal ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che aveva tentato di bloccare l’entrata in vigore del codice con un decreto legge (fermato, appunto, da Napolitano) e ha poi detto di voler modificare il codice per garantire più trasparenza in fatto di trattative private, appalto integrato e offerta economicamente più vantaggiosa. Con Formisano anche la presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, Anna Donati (gruppo Verdi-Comunisti italiani), l’ulivista Paolo Brutti, Salvatore Bonadonna di Riforndazione.
Sulla delega ambientale, invece, l’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor anticipa il contenuto di uno degli emendamenti che saranno presentati da Walter Vitali, relatore al decreto legge 181 di riordino dei ministeri.
Secondo la proposta, l’entrata in vigore della parte II del Dlgs, riguardante Via e Vas, slitterebbe da «120 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale» al «1°gennaio 2008». L’emendamento prevede inoltre la sospensione degli effetti della parte III e IV del Dlgs, in materia di difesa del suolo, tutela delle acque dall’inquinamento, gestione delle risorse idriche, gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati.
L’emendamento aggiuntivo che trova sponda in ambienti del Governo potrebbe essere ora recepito, come riferiscono fonti della maggioranza, nel maxiemendamento sul quale il Governo porrà la fiducia in Aula al Senato, così come annunciato dallo stesso premier Romano Prodi.
Intanto sugli appalti, il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, continua a esprimere «preoccupazione» per l’eventuale sospensione del codice, dicendosi disponibile a un confronto per correggere in corsa il codice. Significativa è, però, la posizione dell’assessore ai lavori pubblici della Regione Veneto, Massimo Giorgetti: «La Regione Veneto ha deciso di ricorrerere alla Corte Costituzionale contro l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, confermata per il 1° luglio prossimo, dopo che il Ministro Di Pietro aveva garantito un rinvio al 1° gennaio 2007 per rimediare ai molti aspetti controversi contro i quali molte Regioni, non solo il Veneto, si erano espresse».