Sabato 9 e domenica 11 maggio si svolge a Roma il Consiglio Federale dei Verdi: il primo appuntamento dopo la sconfitta elettorale
Sabato 10 e domenica 11 maggio è stato convocato a Roma il Consiglio Federale dei Verdi.
Si tratta del primo appuntamento dei Verdi dopo il disastroso risultato elettorale della Sinistra Arcobaleno alle elezioni politiche 2008, convocato dall’esecutivo e dal presidente dei Verdi che si presentano dimissionari al Consiglio Federale.
Il Ministro e Presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio ha scritto una lettera a tutti gli iscritti e le realtà Verdi in cui annuncia e motiva perché le sue dimissioni sono irrevocabili, per consentire un cambio di rotta ed una nuova gestione della Federazione.
Appuntamento rilevante dunque che dovrà segnare a mio giudizio una svolta netta rispetto al passato e darsi anche idee percorsi e persone capaci di far camminare il rilancio del Verdi in Italia.
Sarà doveroso fare una attenta analisi elettorale, politica e dei mutamenti sociali che sono avvenuti nel nostro paese, di quello che è accaduto, del disastroso risultato elettorale e delle sue motivazioni, e di capire anche la parabola dei Verdi, incapaci di essere ascoltati dai cittadini ed efficaci nella politica italiana.
Non sono utili e di sicuro non interessano a me “fucilazioni di piazza” perché se pur con modi e responsabilità assai diverse, siamo stati tutti coinvolti nelle scelte e nelle decisioni dei Verdi, a partire dalla scelta di dar vita all’alleanza politica ed elettorale della Sinistra Arcobaleno.
La mia sensazione è che se i Verdi si fossero presentati da soli il risultato sarebbe stato egualmente catastrofico, perché tantissimi erano i delusi della nostra esperienza di Governo alleati dell’Unione, tanti quelli che erano attratti dal voto “utile” del PD per battere il centrodestra. Alcuni infine trovavano interessante altre formazioni politiche “indipendentemente dai contenuti” perché percepiti quelli più marcatamente contro la “Casta” della politica italiana come la Lega e l’IDV, una sorta di traduzione elettorale del grillismo.
La drammatica situazione richiede serietà e rigore, non meschinerie, vendette ed irresponsabilità.
In queste settimane tanti verdi si sono interrogati sul “che fare” e basta scorrere le diverse mailing list per capire il dramma, il disagio, la rabbia, le accuse a volte puntuali a volte generiche, le proposte ed anche le mozioni in vista del Consiglio Federale del 10/11 maggio.
Hanno partecipato a questo dialogo, confronto ed anche scontro, tanti militanti di base, consiglieri ed assessori verdi, parlamentati, consiglieri regionali. Ci sono state riunioni come quella convocata a Ferrara da Verdi per ribadire la fine dell’esperienza Arcobaleno e la necessaria autonomia dei Verdi, a quella dei Consiglieri Regionali che chiedono di avere spazio e responsabilità nelle scelte future della Federazione. Naturalmente sono stati convocati molti organismi locali e regionali che hanno approvato numerose mozioni: mediamente tutte chiede un cambio di rotta anche se poi indentificano modi assai diversi per raggiungere l’obiettivo.
Monica Frassoni, eurodeputata Verde, ha avanzato la proposta di una mozione per una netta discontinuità, con la nomina di un comitato di garanzia e di un percorso condiviso per elaborare nuove idee, per ripensare alle forme organizzative, per nuove campagne sui contenuti, senza affrettarci verso un rapido congresso che se svolto con le regole e gli iscritti attuali, rischia di non produrre alcuna novità reale. Il nuovo congresso si dovrà tenere nella sua proposta al termine di questo percorso partecipato, con un forte coinvolgimento dei territori e di competenze e soggetti esterni. Sono chiare le regole ed i limiti dello Statuto attuali di cui si dovrà tener conto ma la situazione straordinaria richiede anche soluzioni straordinarie, ed in questo frangente la burocrazia non può diventare un alibi per cambiare tutto per non cambiare nulla.
Personalmente condivido questa proposta di Monica Frassoni e la sosterrò al Consiglio Federale, pronta naturalmente al confronto ed ascoltare chi avanza idee e soluzioni differenti.
Penso anche che in questa fase dobbiamo puntare sulla ricostituzione dei Verdi, per poi porci solo in futuro il problema della alleanza politiche ed elettorali. Comprendo perfettamente che con questa legge elettorale il problema delle alleanze è una questione seria e rilevante, ma troverei prematuro decidere se è meglio la Sinistra Arcobaleno ( che ha fallito elettoralmente) o allearsi con il PD, che ha eletto ben pochi ambientalisti e non crede al fondo sulle nostre istanze avendo fatto della crescita l’asse portante della propria proposta.
Penso che dobbiamo tenere aperto il dialogo con entrambi e che con i nostri compagni di strada della Sinistra Arcobaleno dovremmo riflettere anche insieme su quello che è accaduto e le ragioni della sconfitta drammatica. Non mi piace questo ritornare ognuno a casa propria senza nemmeno una riflessione ed una decisione comune.
Infine una piccola considerazione sulla richiesta di federalismo verde che da più parti viene invocata. Se è una riflessione per entrare e capire i nuovi fenomeni territoriali che hanno trasformato l’Italia a Nord, Centro e Sud ed a queste diversità dare risposte adeguate con idee, iniziative sul territorio e linguaggi coerenti, sono certo interessanti. Se sono nell’ottica per dirla con un noto slogan ambientalista “pensare globalmente ed agire localmente”.
Se invece assume i toni del “padroni a casa nostra” modello leghista in salsa verde sole che ride, allora proprio non sono d’accordo.
Io penso che “nonostante” i Verdi, c’è ancora molto bisogno di Verde nella politica italiana ed io ho voglia di impegnarmi per ricostruire questo spazio comune.