XIV legislatura
Seduta n. 752
Conversione in legge del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, recante disposizioni urgenti per l’università e la ricerca, per i beni e le attività culturali, per il completamento di grandi opere strategiche, per la mobilità dei pubblici dipendenti, nonché per semplificare gli adempimenti relativi a imposte di bollo e tasse di concessione (3276)
Discussione articoli
DONATI (Verdi-Un). Signor Presidente, intervengo per illustrare due emendamenti. Stiamo parlando dell’articolo 6, intitolato «Commissari straordinari per le opere strategiche», con il quale si riformano le attribuzioni dei commissari della cosiddetta legge sblocca-cantieri.
Ebbene, l’emendamento 6.19 propone di sopprimere la parte dell’articolo 6 in cui si prevede che il commissario straordinario possa fungere da stazione appaltante in tutto il ciclo di progettazione e realizzazione. L’attuale norma prevede soltanto la possibilità di intervenire nella fase di progettazione, per evitare quei vincoli o quei problemi di progetto che possano essere insorti; prevedere anche le funzioni di stazione appaltante nelle mani di un’unica figura ci sembra un eccesso di concentrazione, un abuso che si può prestare a troppa discrezionalità.
Il secondo argomento che voglio introdurre riguarda un emendamento, il 6.0.3, che a sorpresa la Commissione ha approvato e che quindi adesso è al nostro esame. Ho presentato subemendamenti volti, in qualche modo, a non far approvare questo testo. Stiamo parlando della camera arbitrale e chiederei un po’ di attenzione ai colleghi perché il tema è veramente delicato.
Innanzitutto sono sorpresa che sia stato dichiarato ammissibile questo emendamento, che riforma completamente l’istituto della camera arbitrale, che disciplina in modo trasparente le controversie nei contratti pubblici, inclusi quelli di concessione, con un sistema di regole. Con l’emendamento 6.0.3 si spazza via questo sistema e si introduce un meccanismo di accordo tra le parti che non solo si presterà a margini di ampia discrezionalità, ma che sicuramente produrrà un incremento delle spese a carico della pubblica amministrazione.
Voglio ricordare ai colleghi che su questo emendamento, approvato – ripeto – a sorpresa in Commissione ed estraneo alla normativa di cui stiamo parlando, si è espressa negativamente l’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, che ha richiesto un lavoro serio e accurato che in questo testo non si riscontra.
La cosa più grave è che si torna al Far West delle controversie, perché diventa facoltativo l’uso della camera arbitrale e si istituisce un doppio regime; voglio ricordare che in passato purtroppo le inchieste della magistratura, a partire da Tangentopoli, avevano identificato nelle controversie e negli accordi un elemento assai negativo, giacché venivano pagate tangenti ad arbitri e magistrati e a spese dello Stato si operavano veri e propri favoritismi (bastava mettersi d’accordo) nei confronti delle imprese private. Tutto questo era stato spazzato via dalla legge Merloni, mentre con l’emendamento 6.0.3 si torna a un doppio regime che di fatto si traduce nella possibilità di eliminare l’uso di un sistema trasparente e regolamentato di utilizzo della camera arbitrale per tornare agli accordi pubblico-privato fatti senza regole.
Pertanto, chiedo di non approvare quel testo, sollecitando in proposito grande cautela ed attenzione. Credo che di tale argomento dovrebbe occuparsi la Commissione competente; d’altronde anche l’Autorità di vigilanza nominata recentemente dal Governo (quindi assolutamente non ascrivibile a precedenti Governi) ha espresso un giudizio molto severo sul testo approvato in Commissione.
Per tale ragione, mi auguro che vi sia una riflessione seria all’interno di quest’Aula, che respinga l’emendamento della Commissione; poi, all’interno della Commissione competente, faremo una riflessione seria su come eventualmente correggere le norme in questione, che non possono però essere spazzate via con un colpo di mano, introducendo una diversa normativa all’interno di un decreto-legge completamente estraneo alla materia.
Dichiarazione di voto sull’emendamento 6.0.3, presentato dalla Commissione
DONATI (Verdi-Un). Signor Presidente, vorrei invitare i colleghi a votare contro questo emendamento che ci propone la Commissione perché, come ha già ricordato il collega Menardi, si tratta di un vero e proprio colpo di spugna su tutte le controversie e sull’uso della camera arbitrale. Se è necessario apportare alcune correzioni, sarà opportuno farlo nella sede competente, dialogando e verificando con esattezza i punti controversi e critici, ma deregolamentare e tornare alla situazione pre-Merloni è assolutamente inaccettabile.
Ricordo ai colleghi che contro questo emendamento si è espressa anche l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici che ha ritenuto, con parere motivato inviato al Parlamento ed al Governo, essere questo un modo arretrato e negativo di risolvere la questione delle controversie nei contratti tra il settore pubblico e quello privato. Il risultato sarà un incremento delle spese, una discrezionalità nella scelta della metodologia ed una deregolamentazione tutta a sfavore della trasparenza e della correttezza delle regole in un campo in cui – lo ricordo – in passato purtroppo si sono registrati grandi arbìtri e grandi discrezionalità.
Per tale ragione, chiedo ai colleghi, anche con un atto di autonomia e di rispetto del lavoro di una Commissione che ha sempre dialogato e lavorato seriamente nel merito dei provvedimenti, di respingere questo emendamento estraneo al decreto-legge, che non ha nulla a che fare con i temi pur variegati al nostro esame, e di rinviare conseguentemente tutta la discussione ad un futuro provvedimento che – ritengo – la Commissione di cui faccio parte potrà discutere seriamente e portare in tempi rapidi all’approvazione dell’Assemblea.