Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Decreto Proroga di termini

28 Giugno 2006

XV Legislatura

Legislatura 15º – Aula  seduta n. 011
(325) Conversione in legge del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173, recante proroga di termini per l’emanazione di atti di natura regolamentare. Ulteriori proroghe per l’esercizio di deleghe legislative e in materia di istruzione – Dichiarazione di voto

DONATI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor rappresentante del Governo, l’emendamento presentato dal Governo al decreto legge n. 173 presenta alcune proroghe utili e positive ad avviare il confronto su questioni di grande rilevanza per il nostro Paese, tra cui – voglio ricordarlo – la scuola, l’agricoltura, l’ambiente e le regole in materia di appalti, forniture e servizi. Se da un lato sono comprensibili, ma non condivisibili ovviamente, le proteste del centro-destra sullo strumento utilizzato, dall’altro però deve essere riconosciuto che, per mettere nelle condizioni il nuovo Governo dell’Unione di avviare le proprie politiche e le proprie scelte, queste proroghe di termini sono indispensabili. Voglio ricordare – il centro-destra lo sa bene – che sono state sempre utilizzate nelle fasi di transizione tra vecchi e nuovi Governi.Entro nel merito del provvedimento a partire dal tema della scuola. La scelta del Governo, contenuta negli articoli 5, 7 e 8 del decreto, di allungare i tempi di emanazione dei decreti correttivi e della messa a regime della riforma della scuola secondaria e del secondo ciclo, è coerente con la necessità di rimettere in moto una riflessione condivisa con gli insegnanti, gli studenti e le famiglie sul futuro della scuola.

La scuola italiana, tanto più da quando vige l’autonomia scolastica, necessita di una profonda partecipazione dei soggetti che ogni giorno vi vivono e studiano. Proprio la scuola è il luogo dove le riforme non si possono calare dall’alto, come fece l’ex ministro Moratti, che immaginò, soprattutto per quanto attiene alla riforma del secondo ciclo, un inefficace modello deciso a tavolino.
Prorogare i termini dei decreti correttivi consente una grande riflessione sul ruolo della scuola e della formazione in questo Paese, una riflessione in cui gli insegnanti e gli studenti siano protagonisti, a partire dal tema della dignità della professione docente. La stessa procedura delle sperimentazioni risulta l’unica che consente di verificare fino in fondo la qualità della proposta di riforma e pertanto la proroga del regime transitorio relativo all’accesso anticipato della scuola dell’infanzia al 2007-2008. Tale proroga, dicevo, risulta coerente con la necessità di valutare con grande attenzione gli effetti di tale scelta, che fu oggetto di un intenso dibattito tra gli stessi pedagogisti. Solo la concertazione e l’ascolto degli attori consentirà di costruire un percorso stabile e forte di riforma, senza traumi, che il testo al nostro esame consente di adottare. Il secondo tema che voglio sottolineare riguarda il settore agricolo. Si provvede in primo luogo alla proroga delle deleghe per la riforma dell’impianto normativo che regolamenta il settore, rinnovo previsto all’articolo 1, commi 11 e 12, dell’emendamento del Governo. In particolare, il comma 11 proroga di un anno il termine fissato dall’articolo 6 della legge 29 luglio 2003, n. 229, per il riassetto della disciplina concernente i prodotti alimentari, con particolare riferimento all’armonizzazione con i principi del diritto comunitario in materia, alla tutela degli interessi relativi alla salute, all’ambiente, alla protezione del consumatore. Voglio ricordarlo, la delega in questione non era stata esercitata dal precedente Governo.

Con il comma 12, invece, il Governo è delegato ad integrare e correggere, qualora necessario, i decreti legislativi emanati dai due precedenti Esecutivi per l’orientamento e la modernizzazione del settore agricolo e della pesca.

Altro provvedimento di particolare rilievo di cui quest’Aula, alla fine della precedente legislatura, ha a lungo discusso riguarda il tema della previdenza in agricoltura. Ricorderete tutta quella complessa vicenda; con questo provvedimento il Governo provvede a disinnescare la mina della mancata definizione concordata del debito contributivo pregresso per il comparto agricolo, questione non risolta, che ha avuto un iter parlamentare molto complesso e che il Capo dello Stato ha visto respingere alle Camere per mancata copertura finanziaria del decreto predisposto dai Ministri.

È dunque necessario ed urgente prorogare tale termine per consentire al Governo di presentare alle Camere, per avviare un confronto parlamentare, una proposta complessiva ed equilibrata per la previdenza agricola, che contempli, fra l’altro, la riforma delle indennità temporanee ed i provvedimenti per l’emersione dal lavoro irregolare.

Il terzo argomento che voglio toccare riguarda la legge delega ambientale. In campo ambientale deve essere valutata sicuramente positivamente la disposizione contenuta nel testo volta a prorogare al 31 gennaio 2007 l’entrata in vigore della seconda parte del decreto legislativo n. 152, relativo alla procedura per la valutazione dell’impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica. Una norma che va sospesa, perché non è coerente con le direttive comunitarie e che andrà prontamente corretta e messa in funzione, per consentire al Governo e a chi deve assumere decisioni di avere degli strumenti fondamentali di valutazione ambientale e strategica di cui oggi siamo privi.
Anche a nome del Gruppo Insieme con l’Unione Verdi-Comunisti Italiani dichiaro l’insoddisfazione rispetto al fatto che questo è l’unico punto riferito alla legge delega ambientale contenuto nel testo in esame, che invece richiederebbe ulteriori sospensioni e correzioni.

Conosciamo ovviamente la complessità delle questioni giuridiche che stanno dietro a questa scelta, anche se però va sottolineato come questo intervento sul codice ambientale non possa che costituire un primo passo, dovendo necessariamente essere seguito da un intervento analogo e altrettanto urgente – rispetto al quale chiediamo un intervento del Governo – sulle parti concernenti rifiuti, bonifiche, tutela delle acque, difesa del suolo, emissioni in atmosfera e danno ambientale.

L’obiettivo è quello di armonizzare l’ordinamento italiano con le direttive comunitarie e di correggere le disposizioni che, in violazione della delega e senza il corretto confronto con le istituzioni locali (si pensi al parere contrario espresso dalla Conferenza Stato-Regioni e dall’ANCI e alla richiesta di sospensione che viene da sindacati, associazioni, consorzi di gestione e operatori del settore, rispetto ai quali ci si augura invece che il giudizio contrario a questa sospensione da parte di Confindustria non pesi più di quello dei soggetti richiamati) hanno abbassato il livello complessivo di protezione ambientale senza peraltro garantire il coordinamento e la semplificazione normativa.

Su tale questione il nostro Gruppo non è soddisfatto ed attende ulteriori provvedimenti per sospendere e correggere altre parti negative della legge delega ambientale.
Infine, voglio commentare il testo del Governo nella parte che fa riferimento al codice sugli appalti. Se non corretta, la norma entrerà in vigore a partire dal 1° luglio prossimo, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 163 del 2006 e comunque facendo salva la normativa previgente. In questo modo sarà possibile utilizzare le stesse procedure previste dalla legge delega per correggere le parti più controverse del nuovo codice, che l’Unione ha sempre ritenuto, dentro e fuori le istituzioni, negative e comunque non derivanti da obblighi comunitari.
In particolare faccio riferimento all’estensione della trattativa privata negli appalti e all’uso liberalizzato dell’appalto integrato che consente sempre progettazione ed esecuzione dei lavori da assegnare ad un unico soggetto, quindi abbassando la qualità della progettazione. Sulle norme in questione il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Di Pietro, ha già presentato un primo decreto legislativo di correzione che nelle prossime settimane arriverà all’attenzione del Parlamento per il previsto parere.

Anche in questo caso la complessità delle norme e i tempi stretti ci avevano indotto a presentare un emendamento a questo provvedimento – lo sottolineo – da parte di tutti gli esponenti dell’Unione e di cui ero prima firmataria, proprio per chiedere la sospensione totale dell’efficacia del codice appalti. A nostro giudizio sarebbe stata la strada più semplice ed agevole anche nell’interesse della chiarezza per le stazioni appaltanti, gli operatori e le stesse imprese che sono chiamate poi al rispetto delle suddette norme.
Con questo emendamento il Governo sospende invece solo parzialmente parti del codice degli appalti che a questo punto entrano in vigore in modo differenziato, creando certamente non poche incertezze e problemi interpretativi per il settore.

In questo caso avremmo comunque preferito una sospensione totale, anche se comunque apprezziamo – lo sottolineo – il testo presentato dal Governo che a giudizio dell’Unione sospende le questioni più controverse e negative relative al codice degli appalti e su cui voglio ricordare che la stessa Conferenza Stato-Regioni si è espressa in senso negativo.
Entro nel merito del provvedimento a partire dal tema della scuola. La scelta del Governo, contenuta negli articoli 5, 7 e 8 del decreto, di allungare i tempi di emanazione dei decreti correttivi e della messa a regime della riforma della scuola secondaria e del secondo ciclo, è coerente con la necessità di rimettere in moto una riflessione condivisa con gli insegnanti, gli studenti e le famiglie sul futuro della scuola.

La scuola italiana, tanto più da quando vige l’autonomia scolastica, necessita di una profonda partecipazione dei soggetti che ogni giorno vi vivono e studiano. Proprio la scuola è il luogo dove le riforme non si possono calare dall’alto, come fece l’ex ministro Moratti, che immaginò, soprattutto per quanto attiene alla riforma del secondo ciclo, un inefficace modello deciso a tavolino.
Prorogare i termini dei decreti correttivi consente una grande riflessione sul ruolo della scuola e della formazione in questo Paese, una riflessione in cui gli insegnanti e gli studenti siano protagonisti, a partire dal tema della dignità della professione docente. La stessa procedura delle sperimentazioni risulta l’unica che consente di verificare fino in fondo la qualità della proposta di riforma e pertanto la proroga del regime transitorio relativo all’accesso anticipato della scuola dell’infanzia al 2007-2008. Tale proroga, dicevo, risulta coerente con la necessità di valutare con grande attenzione gli effetti di tale scelta, che fu oggetto di un intenso dibattito tra gli stessi pedagogisti. Solo la concertazione e l’ascolto degli attori consentirà di costruire un percorso stabile e forte di riforma, senza traumi, che il testo al nostro esame consente di adottare. Il secondo tema che voglio sottolineare riguarda il settore agricolo. Si provvede in primo luogo alla proroga delle deleghe per la riforma dell’impianto normativo che regolamenta il settore, rinnovo previsto all’articolo 1, commi 11 e 12, dell’emendamento del Governo. In particolare, il comma 11 proroga di un anno il termine fissato dall’articolo 6 della legge 29 luglio 2003, n. 229, per il riassetto della disciplina concernente i prodotti alimentari, con particolare riferimento all’armonizzazione con i principi del diritto comunitario in materia, alla tutela degli interessi relativi alla salute, all’ambiente, alla protezione del consumatore. Voglio ricordarlo, la delega in questione non era stata esercitata dal precedente Governo.

Con il comma 12, invece, il Governo è delegato ad integrare e correggere, qualora necessario, i decreti legislativi emanati dai due precedenti Esecutivi per l’orientamento e la modernizzazione del settore agricolo e della pesca.
Altro provvedimento di particolare rilievo di cui quest’Aula, alla fine della precedente legislatura, ha a lungo discusso riguarda il tema della previdenza in agricoltura. Ricorderete tutta quella complessa vicenda; con questo provvedimento il Governo provvede a disinnescare la mina della mancata definizione concordata del debito contributivo pregresso per il comparto agricolo, questione non risolta, che ha avuto un iter parlamentare molto complesso e che il Capo dello Stato ha visto respingere alle Camere per mancata copertura finanziaria del decreto predisposto dai Ministri.

È dunque necessario ed urgente prorogare tale termine per consentire al Governo di presentare alle Camere, per avviare un confronto parlamentare, una proposta complessiva ed equilibrata per la previdenza agricola, che contempli, fra l’altro, la riforma delle indennità temporanee ed i provvedimenti per l’emersione dal lavoro irregolare.
Il terzo argomento che voglio toccare riguarda la legge delega ambientale. In campo ambientale deve essere valutata sicuramente positivamente la disposizione contenuta nel testo volta a prorogare al 31 gennaio 2007 l’entrata in vigore della seconda parte del decreto legislativo n. 152, relativo alla procedura per la valutazione dell’impatto ambientale e la valutazione ambientale strategica. Una norma che va sospesa, perché non è coerente con le direttive comunitarie e che andrà prontamente corretta e messa in funzione, per consentire al Governo e a chi deve assumere decisioni di avere degli strumenti fondamentali di valutazione ambientale e strategica di cui oggi siamo privi.
Anche a nome del Gruppo Insieme con l’Unione Verdi-Comunisti Italiani dichiaro l’insoddisfazione rispetto al fatto che questo è l’unico punto riferito alla legge delega ambientale contenuto nel testo in esame, che invece richiederebbe ulteriori sospensioni e correzioni.

Conosciamo ovviamente la complessità delle questioni giuridiche che stanno dietro a questa scelta, anche se però va sottolineato come questo intervento sul codice ambientale non possa che costituire un primo passo, dovendo necessariamente essere seguito da un intervento analogo e altrettanto urgente – rispetto al quale chiediamo un intervento del Governo – sulle parti concernenti rifiuti, bonifiche, tutela delle acque, difesa del suolo, emissioni in atmosfera e danno ambientale.

L’obiettivo è quello di armonizzare l’ordinamento italiano con le direttive comunitarie e di correggere le disposizioni che, in violazione della delega e senza il corretto confronto con le istituzioni locali (si pensi al parere contrario espresso dalla Conferenza Stato-Regioni e dall’ANCI e alla richiesta di sospensione che viene da sindacati, associazioni, consorzi di gestione e operatori del settore, rispetto ai quali ci si augura invece che il giudizio contrario a questa sospensione da parte di Confindustria non pesi più di quello dei soggetti richiamati) hanno abbassato il livello complessivo di protezione ambientale senza peraltro garantire il coordinamento e la semplificazione normativa.

Su tale questione il nostro Gruppo non è soddisfatto ed attende ulteriori provvedimenti per sospendere e correggere altre parti negative della legge delega ambientale.
Infine, voglio commentare il testo del Governo nella parte che fa riferimento al codice sugli appalti. Se non corretta, la norma entrerà in vigore a partire dal 1° luglio prossimo, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 163 del 2006 e comunque facendo salva la normativa previgente. In questo modo sarà possibile utilizzare le stesse procedure previste dalla legge delega per correggere le parti più controverse del nuovo codice, che l’Unione ha sempre ritenuto, dentro e fuori le istituzioni, negative e comunque non derivanti da obblighi comunitari.
In particolare faccio riferimento all’estensione della trattativa privata negli appalti e all’uso liberalizzato dell’appalto integrato che consente sempre progettazione ed esecuzione dei lavori da assegnare ad un unico soggetto, quindi abbassando la qualità della progettazione. Sulle norme in questione il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Di Pietro, ha già presentato un primo decreto legislativo di correzione che nelle prossime settimane arriverà all’attenzione del Parlamento per il previsto parere.

Anche in questo caso la complessità delle norme e i tempi stretti ci avevano indotto a presentare un emendamento a questo provvedimento – lo sottolineo – da parte di tutti gli esponenti dell’Unione e di cui ero prima firmataria, proprio per chiedere la sospensione totale dell’efficacia del codice appalti. A nostro giudizio sarebbe stata la strada più semplice ed agevole anche nell’interesse della chiarezza per le stazioni appaltanti, gli operatori e le stesse imprese che sono chiamate poi al rispetto delle suddette norme.
Con questo emendamento il Governo sospende invece solo parzialmente parti del codice degli appalti che a questo punto entrano in vigore in modo differenziato, creando certamente non poche incertezze e problemi interpretativi per il settore.

In questo caso avremmo comunque preferito una sospensione totale, anche se comunque apprezziamo – lo sottolineo – il testo presentato dal Governo che a giudizio dell’Unione sospende le questioni più controverse e negative relative al codice degli appalti e su cui voglio ricordare che la stessa Conferenza Stato-Regioni si è espressa in senso negativo.
Per queste ragioni di metodo e di merito il Gruppo Insieme con l’Unione Verdi-Comunisti Italiani sosterrà il Governo in occasione del voto di fiducia su tale emendamento. (Applausi dal Gruppo IU-Verdi-Com)

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