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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Iraq “Tutta l’opposizione dice no all’uso di basi italiane e spazio aereo”

19 Marzo 2003

Il parlamento vota sulla posizione dell’Italia nell’imminente conflitto in Iraq

Nessun supporto politico, diplomatico, operativo e logistico, incluse le basi militari, a qualsiasi azione che configuri il coinvolgimento dell’Italia nelle operazioni di guerra contro l’Iraq. E’ l’impegno chiesto al governo nella mozione sottoscritta da tutte le forze politiche dell’Ulivo e Rifondazione in occasione del dibattito in Aula sui recenti sviluppi della crisi irachena.
“La nostra contrarietà è netta e chiara nei confronti di una guerra preventiva, unilaterale e senza l’avvallo dell’Onu. – ha dichiarato la senatrice mantovana Anna Donati (Verdi-Ulivo) – Decisamente imbarazzante è stata invece la difficoltà del presidente del Consiglio Berlusconi nel motivare l’appoggio italiano ad una imminente guerra non legittimata dalla nostra Costituzione e che la stragrande maggioranza del Paese non vuole. Dopo settimane di silenzio assordante sulla posizione italiana nella crescente crisi internazionale, oggi il premier ha addirittura sostenuto che la risoluzione 1441 prevedeva già l’uso legittimo della forza. Cosa falsa, perché le serie conseguenze citate dalla stessa risoluzione, potevano essere definite solo dal Consiglio di Sicurezza , e, come tutti sappiamo, Stati Uniti, Gran Bretagna e Spagna hanno scelto di scavalcare l’Onu, lanciando ultimatum unilaterali.”
“Cercando lo scontro politico, oggi alle Camere Berlusconi ha detto che Paesi come Francia e Germania, dopo aver minacciato un veto nei confronti di una ulteriore risoluzione favorevole all’attacco contro l’Iraq, hanno già concesso agli Stati Uniti l’uso delle basi, ma il presidente Berlusconi dimentica consapevolmente che quei Paesi rispondono a legislazioni nazionali differenti dalla nostra. La nostra Costituzione, all’articolo 11, parla chiaro: l’Italia ripudia la guerra per risolvere le controversie internazionali. Non esistono legittimazioni costituzionali a guerre preventive, non decise in seno al Consiglio di Sicurezza, come hanno ribadito nei loro interventi contrari gli stessi ex-presidenti della Repubblica Scalfaro e Cossiga. Concedere l’uso delle basi, dello spazio aereo e di infrastrutture e poi sostenere che il nostro Paese non si sporcherà le mani di sangue è una plateale contraddizione, che solo il trasformismo retorico berlusconiano poteva partorire. ”
“A questo punto, quindi, è importante che cittadini, lavoratori e l’intera società civile continuino ad esprimere, attraverso azioni pacifiche, la propria contrarietà ad una guerra che colpirà in primis la popolazione irachena, già duramente provata da un embargo decennale. Noi che abbiamo votato contro l’appoggio a questa guerra per il petrolio, camuffata come lotta al terrorismo, siamo pronti a scendere ancora in piazza per sostenere insieme soluzioni diplomatiche per la convivenza pacifica fra i popoli.”

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