Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

«Più trasparenza negli appalti»

7 Giugno 2006

Il Sole 24 Ore

Donati e Realacci: il Codice va riscritto, dialogo con la Cdl

Giorgio Santilli

ROMA – «Mi auguro ci sia anche dall’opposizione una disponibilità al confronto in Parlamento su cosa correggere del Codice degli appalti. Ma intanto era giusto sospenderne l’entrata in vigore, come ha detto di voler fare il ministro Di Pietro, per evitare difficoltà alle stazioni appaltanti che hanno avuto tempi troppo stretti per adeguarsi. Da parte mia, confermo che due punti da correggere restano il contenimento delle trattative private per garantire trasparenza e il ridimensionamento dell’appalto integrato per una migliore qualità della progettazione».
La verde Anna Donati è stata appena eletta presidente dell’ottava commissione del Senato, uno dei crocevia più importanti di Palazzo Madama, con le competenze in materia di lavori pubblici, trasporti e telecomunicazioni. E subito rilancia il tema della revisione del Codice degli appalti, per cui si è battuta anche nella scorsa legislatutra.
Dall’opposizione, però, i segnali sono tutt’altro che di disponibilità al dialogo. Maurizio Lupi, responsabile Infrastrutture di Forza Italia, dice che «il Governo sta cercando di far passare, come se niente fosse, il rinvio di sei mesi dell’entrata in vigore del Codice appalti, una misura che determinerà conseguenze negative per il settore delle costruzioni». Lupi aggiunge che «le motivazioni che sono alla base di questo rinvio, sono assolutamente strumentali». Strumentale, in particolare, «èl’argomento che vuole limitare il ricorso alla trattativa privata, in quanto il Codice recepisce in proposito le direttive comunitarie».
Ma anche dal nuovo presidente della commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci, arriva la conferma che sul codice appalti occorre intervenire subito. «Il Codice degli appalti e la legge delega ambientale – dice Realacci – sono due questioni da affrontare immediatamente, anche per contenerne gli effetti negativi. Mi auguro tuttavia che anche su questi temi possa esserci un dialogo con l’opposizione che aiuti a riscriverli. Dal canto mio, il primo segnale di dialogo lo manderò proponendo un esponente dell’opposzione alla presidenza della Bicamerale per i rifiuti, che sarà istituita con il primo provvedimento che passerà in commissione».
Ma per i due neopresidenti delle commissioni Lavori pubblici non c’è solo il codice appalti. «Giàla prossima settimana ascolteremo il ministro Di Pietro su Autostrade-Abertis – dice Realacci – mentre una priorità assoluta va data al reperimento delle risorse per Anas, Fs e per la rimodulazione delle opere strategiche. Quanto agli argomenti strategici, porterò all’attenzione della commissione la vicenda del recepimento di Kyoto, che per me non è solo una politica ambientale, ma anche una politica industriale innovativa».
Anche Donati elenca sinteticamente gli altri temi che intende proporre alla commissione per la prima parte della legislatura. «Primo: dobbiamo riportare nell’agenda della commissione la questione della città, compresi i problemi del trasporto locale. Secondo: dobbiamo correggere la legge obiettivo ripristinando una Via modello europeo, la conferenza di servizi con la partecipazione degli enti locali e decisione a maggioranza, un sistema di controllo pubblico più efficace. Terzo: dobbiamo evitare che chiudano i cantieri Anas e Fs. Quarto: partendo dal caso Autostrade-Abertis, dobbiamo riscrivere le norme di regolazione del settore autostradele in modo da tutelare al meglio l’interesse pubblico». Su Autostrade-Abertis, dice che «dovremo certamente ascoltare il ministro Di Pietro e l’Anas ed esercitare il controllo, ma non si può pensare che il Parlamento intervenga direttamente, lasciando invece l’iniziativa politica al ministro Di Pietro».

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