Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Decreto modifiche Codice della Strada

29 Luglio 2003

XIV legislatura

Seduta n. 452

Discussione dei disegni di legge:

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151, recante modifiche ed integrazioni al codice della strada (2422)

GENTILE. – Modifica del comma 7 dell’articolo 80 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (1033)

AGONI. – Obbligo del “dispositivo viva voce” per le conversazioni telefoniche alla guida degli autoveicoli (1376)

SAMBIN ed altri. – Modifica all’articolo 119 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di accertamento dei requisiti fisici e psichici per il conseguimento della patente di guida
(2127)

MANZIONE ed altri. – Modifiche al codice della strada in materia di violazione dell’obbligo di uso del casco protettivo da parte di conducenti minorenni (2360)

Discussione articoli

DONATI (Verdi-U). Signor Presidente, questo provvedimento introduce uno strumento importante: la patente a punti, che rappresenta l’attuazione di una delega già attribuita al Governo dell’Ulivo e giustamente prorogata affinché il nuovo Governo potesse valutare e decidere cosa fare di questo importante strumento. Ora la normativa arriva a compimento, almeno nella sua parte attuativa.

La prima considerazione che vorrei fare riguarda l’introduzione improvvisata della patente a punti, strumento utile e fondamentale per creare un effetto di deterrenza e indurre a comportamenti virtuosi sulla strada al fine di ridurre l’incidentalità.

È sempre bene ricordare che sulle strade muoiono ogni anno più di 8.000 cittadini a causa di incidenti e che vi sono oltre 100.000 feriti. Quindi, i numeri sono drammatici; inoltre, per i maschi nella fascia di età tra i diciotto e i trent’anni e per i maschi adulti, questa è la prima causa di morte. Ciò ci deve preoccupare e sicuramente questo provvedimento va nella giusta direzione.

Tuttavia, a fronte di questa valutazione positiva, va anche detto che l’improvvisata introduzione della patente a punti rischia di rendere inutilizzabile un buono strumento; innanzitutto, perché non vi è stata un’adeguata campagna di informazione ai cittadini, che, invece, devono essere puntualmente informati.

A tutti coloro che sono muniti di patente, infatti, avrebbe dovuto essere inviato un opuscolo con la spiegazione di cosa sarebbe accaduto; tutti avrebbero dovuto essere messi nelle condizioni di partecipare e condividere un importante appuntamento che cambia il nostro modo di concepire il concetto di sanzione e di guida sulle strade.

Mi auguro, inoltre, che sia predisposto un sito informatizzato, accedendo al quale qualunque cittadino, munito di password personale, potrà verificare lo stato e la condizione della propria patente a punti, anche al fine di favorire un processo di informazione, di trasparenza e di autotutela, nonché comportamenti virtuosi.

In sostanza, non è introducendo di nascosto e in modo improvvisato, come invece si sta facendo quest’estate, la patente a punti che si otterranno risultati migliori.

Un altro elemento che è mancato e che manca tuttora è un piano straordinario di controllo sulle strade: qualsiasi provvedimento che preveda sanzioni o decurtazione di punti (con tanto di sospensione della patente di guida nel caso di raggiungimento del limite previsto) funzionerà solo se il cittadino avrà modo di verificare ogni giorno sulla strada che i controlli corrispondono a quanto annunciato; diversamente, i cittadini constateranno che all’emergenza mediatica e all’emergenza novità non sono seguiti adeguati sistemi di controllo per far rispettare il nuovo sistema sanzionatorio. Conseguentemente, il grado di attenzione da parte degli automobilisti comincerà ad allentarsi sempre più e le norme torneranno ad essere inefficaci ai fini della sicurezza stradale.

Infine, questo provvedimento non prevede come funzioneranno i corsi di recupero, e ciò è grave in un sistema interamente basato sulla decurtazione e restituzione dei punti della patente di guida.

A mio giudizio, dunque, si tratta di un provvedimento importantissimo, ma troppo improvvisato, che contiene anche qualche incoerenza. Un insieme di gravissime lacune, poi, rischia di invalidare un intero sistema che, invece, sarebbe utile al fine di ridurre l’incidentalità sulle strade.

Conosciamo la difficile condizione in cui siamo chiamati ad operare. Come il rappresentante del Governo e il relatore ci hanno fatto presente in Commissione, ci troviamo di fronte ad un provvedimento blindato, perché l’imminenza delle ferie estive non consente al Senato alcuna modifica, pena la decadenza stessa della patente a punti (messaggio altamente contraddittorio, soprattutto in vista di grandi esodi di cui nessuno intende assumersi la responsabilità).

Non c’è dubbio, che ci sentiamo privati della facoltà di utilizzare il fondamentale strumento dell’emendabilità, che consentirebbe di migliorare il provvedimento. È già accaduto in passato, quando, ad esempio, siamo stati chiamati, sotto Natale, a discutere altre norme di attuazione del codice della strada senza poter sostanzialmente modificare nulla. Anche questa volta, con l’imminenza delle vacanze estive, il Senato approverà a scatola chiusa un provvedimento che, invece, andrebbe migliorato.

Gli emendamenti da me presentati sono volti ad inasprire alcune sanzioni e decurtazioni di punti per quei soggetti che utilizzano l’automobile in modo sconsiderato, soprattutto a danno dei cosiddetti utenti deboli della strada, come i pedoni.

Le mie proposte, tra l’altro, hanno un effetto deterrente per chi parcheggia l’auto in seconda fila. Non si tratta specificamente di un problema di sicurezza (anche se in certi casi può diventarlo), ma attiene, soprattutto, alla regolazione della mobilità e alla fluidificazione del traffico che si otterrebbe dalla liberazione delle corsie riservate, assicurando anche alla bicicletta un suo spazio vitale che, invece, viene ora permanentemente occupato dalle auto in sosta.

Allo stesso modo, ribadendo un concetto già esposto precedentemente, chiedo al Governo di predisporre un piano di controllo straordinario sulle strade che valga fino a quando questi comportamenti virtuosi non saranno stati digeriti, vissuti e assimilati pienamente dai cittadini che si muovono o lavorano sulle nostre strade.

Nell’impotenza dettata dalla impossibilità di modificare il decreto in esame, mi auguro che tale proposta venga inserita nell’ordine del giorno che la maggioranza sta predisponendo. Se il sistema dei controlli non funzionerà, ogni effetto sanzionatorio e deterrente sarà infatti destinato a scomparire.

Non ho interesse a cavillare sui vari aspetti del provvedimento, anche se qualcosa andrebbe rivisto. Sicuramente, però, il sistema dei controlli rappresenta la parte più importante, ma di esso non si vede traccia nel testo del decreto, come è del tutto assente nella campagna mediatica condotta dal Ministro. Ogni sanzione senza controllo è destinata al più totale fallimento.

Voglio poi segnalare l’ulteriore proroga per l’introduzione del patentino per i minorenni che guidano motocicli.

Pongo inoltre l’attenzione sui tempi e sui modi di attivazione dei corsi di recupero, questione in merito alla quale ho presentato un emendamento la cui approvazione ne consentirebbe ai comuni l’organizzazione; la platea di utenti, infatti, si amplierà enormemente se il sistema di decurtazione funzionerà. E’ un suggerimento, questo, che proviene dall’ANCI e che ho inteso raccogliere. Mi auguro che anche il relatore voglia inserire tale esigenza nell’ordine del giorno in via di formulazione.

Si richiede poi, sempre da parte dei comuni, una normativa più chiara sugli ausiliari del traffico per il controllo della sosta. Questi operatori hanno il difficile compito di regolare il traffico urbano sulle strade e spesso un utile sistema di controllo, come quello sulla sosta, viene invalidato.

Nell’ordine del giorno G104 si chiede al Governo di accelerare gli investimenti previsti dalla legge n. 144 del 1999 per gli interventi sulla rete stradale ed autostradale, i famosi “punti neri” sui quali sistematicamente si verifica una costante incidentalità. In questo caso è infatti l’infrastruttura che induce a comportamenti disattenti e scorretti e che non garantisce la sicurezza.

E’ grave che questo Governo parli continuamente di grandi opere strategiche senza ritenere strategici gli interventi di manutenzione, di sistemazione, di traffic calming sulle strade, interventi, a mio avviso, assolutamente prioritari proprio perché in quei punti neri della rete stradale purtroppo ogni giorno muoiono cittadini italiani e stranieri.

Infine, propongo la soppressione di quella parte del testo che ha introdotto l’elevazione a 150 chilometri orari del limite di velocità sulle autostrade a tre corsie. Ritengo infatti estremamente contraddittorio il comportamento del Governo, che da un lato vuole aumentare la sicurezza, riferendosi ad un piano coerente con gli standard europei di riduzione della incidentalità, mentre, dall’altro, continua a proporre che, su responsabilità dei concessionari autostradali, si possa viaggiare a 150 chilometri orari su alcuni tratti della rete.

Si tratta di un messaggio contraddittorio. Nelle continue informazioni che fornisce all’utenza, la stessa Società autostrade è costretta a ripetere che il limite di velocità di 150 chilometri orari non è attualmente in vigore su nessun tratto autostradale. Ciò dimostra che, purtroppo, il messaggio prevalente che il ministro Lunardi, a poche settimane dal suo insediamento, ha voluto lanciare ai cittadini, tranquillizzandoli sulla velocità che possono tenere sulle strade, è pienamente passato. Un sondaggio ha infatti dimostrato la convinzione dei cittadini di poter viaggiare sulle autostrade italiane ad una velocità di 150 chilometri orari.

È quindi opportuno eliminare questo equivoco e ripristinare il limite di velocità di 130 chilometri l’ora, cercando di farlo rispettare. Ce lo chiede la Commissione europea, che ha predisposto un piano di sicurezza autostradale; ce lo chiedono molte associazioni di consumatori, a partire dalla rivista “Altro consumo”; ce lo chiedono, infine, tanti altri soggetti che si occupano della sicurezza stradale, come l’Associazione vittime della strada.

Purtroppo, è assai elevato il numero degli incidenti e molte sono le famiglie che hanno subìto un lutto o una tragedia a causa della incidentalità stradale. Queste stesse famiglie sanno perfettamente che gli elevati limiti di velocità rappresentano una delle cause, anche se sicuramente non l’unica, degli incidenti stradali.

Certo, è un insieme di concause; tuttavia, promettere, di qui al 2010, come l’introduzione della patente a punti vorrebbe, di ridurre il 40 per cento dell’incidentalità stradale nei prossimi dieci anni e dire al contempo che si può viaggiare, dove le concessionarie lo consentono, a 150 chilometri orari, rappresenta un messaggio contraddittorio, perché non va nella giusta direzione dell’aumento della sicurezza dei cittadini.

Alcuni miei emendamenti (che, dal momento che il provvedimento non verrà modificato, non saranno presi in considerazione) prevedono l’introduzione dei cosiddetti limitatori di velocità. Trovo infatti assolutamente ipocrita dire che non si devono superare i 130 chilometri orari sulle strade e mettere in mano ai nostri giovani auto che vanno oltre i 200 chilometri orari.

È un’enorme contraddizione che fa leva sulla responsabilità dei singoli, quando le tecnologie consentirebbero di installare dei limitatori di velocità tarati sui limiti che devono essere rispettati. Le istituzioni, invece, hanno un atteggiamento ipocrita: da un lato, esortano ad andare piano ed introducono la patente a punti, dall’altro, consentono la messa in commercio di automobili velocissime, che purtroppo favoriscono invece un’elevata mortalità in particolare per i giovani del nostro Paese.

Per queste ragioni chiederò alcune modifiche. So che non verranno accolte, ma ritengo che il tema debba restare aperto e che dovremo tornare su questa norma per verificarne la concreta attuazione e per limare laddove non ha funzionato.

Ritengo che gli interventi prioritari siano l’eliminazione del limite di velocità di 150 chilometri orari sulle autostrade, un piano di controllo straordinario della rete stradale e la sistemazione delle nostre strade e autostrade per affrontare alla fonte le cause di incidentalità.

Sono, questi, emendamenti volti ad una campagna per la sicurezza stradale che deve vedere coinvolti i cittadini, senza che si ricorra a provvedimenti improvvisati, come purtroppo è anche il decreto-legge alla nostra attenzione.

Seduta n.456
GIOVEDÌ 31 LUGLIO 2003

Dichiarazione di voto

DONATI (Verdi-U). Il Gruppo si asterrà perché nonostante la condivisione della patente a punti, intende segnalare il ritardo con cui il Governo ha dato attuazione alla legge approvata dal centrosinistra, l’esigenza di un piano nazionale per la sicurezza, la necessità di un piano straordinario di controlli per garantire l’efficacia del sistema e la contrarietà al limite di 150 chilometri orari sulle autostrade a tre corsie, che contraddice le finalità della patente a punti.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e garantire il corretto funzionamento del sito. Continuando a utilizzare questo sito, riconosci e accetti l'uso dei cookie.

Accetta tutto Accetta solo i necessari