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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

TV, se non ritiene utili regole antitrust, Catricalà dovrebbe dimettersi

29 Gennaio 2007

E’ paradossale che l’Autorità Antitrust intervenga contro quelle regole pubbliche che tutelano libero mercato, concorrenza e pluralismo nell’informazione

“E’ paradossale che l’Autorità Antitrust intervenga contro quelle regole pubbliche che tutelano libero mercato, concorrenza e pluralismo nell’informazione, che dovrebbe invece tutelare, come più volte ha richiesto al parlamento la stessa Antitrust. Se il presidente Catricalà fosse coerente con le parole che abbiamo ascoltato ieri, oggi dovrebbe dimettersi”. La presidente della Commissione LLPP e Comunicazioni del Senato, Anna Donati (Verdi), commenta così le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, sul ddl Gentiloni di riassetto del sistema radiotelevisivo e sul tetto agli introiti pubblicitari.

“Comprensibile, da parte dell’Autorità, intervenire nel merito delle linee guida di un disegno di legge che è attualmente all’esame del parlamento – continua Donati –  ma ieri Catricalà è entrato a gamba tesa nella discussione, durante un dibattito televisivo. Ha criticato pesantemente uno degli strumenti essenziali del ddl Gentiloni: il tetto sulla raccolta pubblicitaria, considerato da molti anni – spiega – uno strumento fondamentale anticoncentrazione e a tutela del pluralismo. Vorrei ricordare che i tetti agli introiti pubblicitari esistono nel nostro Paese dal 1997, con la legge Maccanico, e che anche il S.I.C. (sistema integrato delle comunicazioni) pur nella sua colossale ampiezza, costituisce di fatto un tetto di affollamento pubblicitario”.
“Se il presidente Catricalà si dichiara contrario alle regole di libero mercato e concorrenza nel settore radiotelevisivo, che dovrebbe invece tutelare, e si  schiera, come ha fatto ieri, con Berlusconi e Mediaset, vale a dire, con uno dei soggetti dominanti del sistema radiotv su cui dovrebbe intervenire, allora – conclude la presidente Donati – ha perso quel carattere di terzietà, regolazione ed imparzialità che sono richiesti al presidente dell’Autorità Antitrust a tutela dell’interesse generale.”

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