Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Strade, privatizzazione pericolosa e inutile

19 Giugno 2005

“Il ministro Siniscalco esca dal tunnel della finanza creativa, tanto caro al suo predecessore, ed abbandoni una volta per tutte le ipotesi insensate della privatizzazione delle strade e dell’artificio contabile dei ‘pedaggi ombra’, un autentico gioco delle tre carte. La proposta di concessione ai
privati delle strade statali, dopo il fallimento della vendita ad ISPA, è una misura sbagliata, pericolosa ed inutile sia per il bilancio dello stato, già massacrato dalla politica del governo, sia nei confronti della Commissione UE. Peraltro questa operazione truffaldina era già stata avanzata lo scorso anno e bocciata dal Parlamento”. Lo sostiene la senatrice Anna Donati, Capogruppo dei Verdi in Commissione Lavori Pubblici e Trasporti di palazzo Madama.
“Le finalità, dietro le ipotesi ventilate ieri dal ministro, sono quelle di far cassa subito con l’affidamento in concessione e, visto che la vendita ad ISPA si è dimostrata fallimentare, ora si vorrebbe addirittura affidare ai privati il patrimonio stradale pubblico – spiega Donati – con il palese intento di escludere dal perimetro di bilancio gli investimenti dell’Anas. Qualcuno, a questo punto però, ci dovrebbe spiegare quale privato si accontenterebbe di incassare solo il ‘pedaggio ombra’ dallo Stato, senza poter trarne un profitto attraverso l’introduzione di nuovi pedaggi sugli utenti. E’ bene tener presente che già oggi le risorse destinate dallo Stato all’Anas per le spese di gestione, manutenzione e sicurezza non bastano, infatti, tutti ricordiamo i giorni di paralisi della A3 per maltempo. Quindi, se un privato non impone un pedaggio, non si capisce come potrebbe
guadagnarci dall’intera operazione, sarebbe solo un rischio che nessun privato vorrebbe mai accollarsi, se non tagliando e risparmiando sulla sicurezza e la manutenzione”
“Inoltre – continua l’esponente del Sole che Ride – l’annuncio di far pagare l’accesso al Grande Raccordo Anulare di Roma non sta in piedi. Le politiche del pedaggio, vorrei ricordarlo al ministro Siniscalco, vanno inserite in una più generale e contestuale politica della mobilità, e comunque sempre da concordare con Comune e Provincia che direttamente gestiscono il traffico locale sulle strade ed il Piano Urbano del traffico. Pedaggiare il GRA significherebbe il collasso sicuro per la capitale: flussi di traffico enormi che si riverserebbero nei quartieri e nel cuore della città, con
ripercussioni gravissime sulla congestione e sulla salute dei cittadini”.
“Infine, è gravissimo di per sé – conclude Donati – il tentativo di privatizzazione della rete statale pubblica che costituisce un bene essenziale della intera collettività, il tessuto di collegamento e coesione sociale fra le nostre città”.

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