La senatrice Donati: Marzano deve convocare Procter & Gamble
CASTIGLIONE. Per la senatrice dei Verdi Anna Donati, che presenzierà al presidio dei lavoratori Wella in programma il 15 ottobre davanti alla Prefettura di Mantova, l’incontro in Regione fra le parti sociali si è concluso con un nulla di fatto: “A questo punto è urgente un nuovo intervento del Governo – dichiara la senatrice – il ministro Marzano deve impegnarsi a convocare un tavolo di confronto nazionale con Procter & Gamble e sindacati”. Il segretario provinciale dei Ds Marco Carra dà pieno appoggio alle richieste che i sindacati presenteranno al Prefetto, ma censura i vertici di P&G: “Non possono tirarsi indietro davanti ad una richiesta di incontro, perché acquisendo Wella si sono assunti anche la responsabilità del futuro di tutti i dipendenti dell’azienda. E’ ora di finirla con lo scaricabarile fra istituzioni, si sta giocando sulla pelle dei lavoratori anziché mettere in primo piano la ricerca di una soluzione”. Intanto la direzione aziendale smentisce categoricamente le affermazioni attribuite dai sindacati all’amministratore unico Franz Maier, sulla possibilità che in futuro non sia Wella a gestire direttamente l’area commerciale. Nel verbale dell’incontro, inviato ieri dall’assessorato regionale alle Attività Produttive a sindacati, Rsu e Wella Labocos srl per la firma, l’azienda, per conto del suo amministratore Franz Maier, ribadisce l’irrevocabilità del trasferimento della produzione in Francia secondo i tempi stabiliti e comunicati, pur dando la disponibilità a sviluppare un percorso di gestione compatibile con il subentro di un imprenditore terzo: “Si sta esplorando la possibilità – si legge nel verbale – che una società terza possa prendere in carico il sito e parte dell’attuale forza lavoro in esubero”. Confermata la decisione di mantenere l’attuale livello occupazionale per la restante parte dell’azienda. Per parte loro, i sindacati, che confermano il no a decisioni unilaterali prima di una soluzione concordata fra le parti, riaffermano la contrarietà alla decisione di chiudere la produzione anche per l’inadeguatezza delle motivazioni addotte, e chiedono un documento relativo al piano industriale e la verifica di alternative al trasferimento della produzione. Marilena Russo
Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Provincia