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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Un fiume di fiaccole per le due Simone e i bimbi di Beslan

19 Settembre 2004

Un fiume di fiaccole per le volontarie rapite e i bambini di Beslan

Un lungo corteo, colorato e composto: sono stati in 500 a sfilare ieri sera per le vie del centro per gridare a bassa voce, con la luce delle fiaccole, il proprio no al terrorismo. Così la mobilitazione per Simona Pari e Simona Torretta si è trasformato in un rifiuto netto alla violenza e alla guerra. In prima fila, a testimoniare la propria solidarietà, alcuni musulmani, seguiti dai segretari di Cgil, Cisl e Uil, che hanno promosso la fiaccolata con l’auspicio che le uniche bandiere fossero quelle della pace.  Era un popolo dalle tante facce e dalle molte anime quello che ieri sera ha ‘invaso’ il centro, lungo il percorso da piazzale Mondadori a piazza Sordello. Confusi nel corteo anche la senatrice dei Verdi Anna Donati, il sindaco Gianfranco Burchiellaro e il presidente della Provincia Maurizio Fontanili. “Non potevamo rimanere indifferenti alle forme assunte dal terrorismo – argomenta il segretario della Cgil, Ivan Africani – siamo qui per chiedere la liberazione delle due Simone ma anche una politica che favorisca la pace. Non è certo con i bombardamenti che si risolve il problema del terrorismo, al contrario così lo si alimenta”.  “Vogliamo sollecitare le coscienze alla ribellione – interviene Aristide Pelagatti, segretario della Cisl – ci sono stati troppi silenzi, quasi si fosse assopito il bisogno di scendere in piazza. Dobbiamo richiamare i potenti della Terra al dialogo e al dibattito”. Il pensiero di Pasquale Bova, segretario della Uil, va anche ai piccoli eroi di Beslan, le centinaia di bambini uccisi dalla furia cieca del terrorismo: “La spirale della violenza sta crescendo in modo preoccupante. E’ giusto scendere in campo e riflettere ad alta voce. Il problema è la guerra”.  Un appello all’unità arriva anche da Marco Carra, il portavoce del Forum del terzo settore che si sente particolarmente vicino alle Simone, rapite dalla sede della Ong “Un ponte per…” di Baghdad: “Sono espressione della qualità del volotariato e dell’associazionismo italiano, sempre presente e attivo in tutti gli scenari di crisi”.  Mano tesa anche dalla comunità islamica che alla liberazione delle Simone ha dedicato una giornata di preghiera. Solo un malinteso (l’attesa di un invito, secondo quanto lamenta il rappresentante della comunità, Hammadi Ben Mansour) ha frenato una presenza più numerosa.

Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Cronaca

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