Il Sole 24 ore
Crescono i dubbi sulla sorte del Codice
Giorgio Santilli
Entra nel vivo la battaglia parlamentare sul codice unico degli appalti. Il presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, Luigi Grillo (Forza Italia), che è anche relatore per il parere sul provvedimento, ha depositato ieri la relazione generale, ma ne ha dovuto rinviare la lettura, come chiesto dall’opposizione, per attendere i pareri del Consiglio di Stato (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri) e della Conferenza unificata Stato-Regioni-città.
Quest’ultimo parere è atteso per oggi e sarà un parere fortemente negativo, lamentando l’eccesso di delega, il mancato coinvolgimento delle Regioni nella stesura del testo, la scelta legislativa sbagliata anche nel merito, l’eliminazione di istituti di garanzia resisi necessari dopo Tangentopoli, la liberalizzazione dell’appalto integrato, l’estensione della trattativa privata per i lavori e per la progettazione.
L’ufficio di presidenza della commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama deciderà oggi quando ricalendarizzare il provvedimento. Grillo è intenzionato ad andare avanti spedito ed è probabile che la commissione sarà convocata, a Camere sciolte, già la prossima settimana. Si tratterà di capire se la maggioranza marcerà compatta, raggiungendo il numero legale (un terzo della commissione). Alla Camera, per esempio, sia il presidente della commissione Ambiente, Pietro Armani (An), che il responsabile di Forza Italia, Maurizio Lupi, hanno espresso riserve sul testo, che necessita di modifiche sostanziali. Il termine per il parere scade il 15 marzo.
Il tema centrale della discussione sarà l’eccesso di delega. Il Centro-sinistra lo ha chiaramente fatto intendere. «Chiediamo che il Governo ritiri questo testo e ne presenti uno conforme alla delega parlamentare e alle direttive comunitarie», sostiene il responsabile dei Ds alla commissione Ambiente della Camera, Fabrizio Vigni. Sulla stessa posizione Tino Iannuzzi (Margherita) e, al Senato, la verde Anna Donati. «Èun testo – dice – che eccede palesemente la delega: il Governo deve ritirarlo e presentarne uno che si limiti a recepire le direttive europee». Il Centro-sinistra tenterà di mandare per le lunghe la discussione, per poi sostenere l’ipotesi di un parere drasticamente negativo. Una posizione che tirerebbe in ballo anche la valutazione del Presidente della Repubblica.
La relazione di Grillo rinvia, da una parte, alla discussione in commissione, dall’altra, però, nel merito, considera rispettata la delega. «Circa i rilievi attorno all’esistenza di un eccesso di delega, ritengo – dice Grillo – che il dibattito potrà chiarire meglio questo aspetto, consentendo un giudizio equilibrato e motivato».
Nel merito, Grillo sposa in pieno il testo del Governo. Soltanto sui nuovi poteri dell’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, rileva che «appare disarmonico voler appiattire la disciplina dell’Autorità sul comune modello ministeriale, come si evince dalla posizione al riguardo del ministero dell’Economia».