Pomponazzo, i genitori e i docenti: difendiamo la scuola pubblica
La protesta contro la riforma Moratti assume anche a Mantova i contorni di una vera e propria mobilitazione. A guidare la rivolta è la scuola elementare Pomponazzo dove genitori e insegnanti hanno costituito il «Comitato Sos scuola pubblica» che si propone di organizzare una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di difendere l’istruzione pubblica. «Chi vuole aderire è bene accetto, noi siamo aperti a tutti» afferma Maggiorino Spezia, presidente del consiglio del quarto circolo ma che, ovviamente, aderisce al Comitato come genitore nulla c’entrando con la protesta l’organismo direttivo. La prima iniziativa messa in campo è un dibattito pubblico che si terrà il 27 febbraio a scuola. Parteciperanno i parlamentari mantovani Franco Raffaldini (Ds), Ruggero Ruggeri (Margherita) e Anna Donati (Verdi). Argomento sarà il tempo pieno e il maestro unico, i punti più contestati della riforma. Il dibattito si terrà alle ore 17 nella sala mensa oppure nella palestra (la scelta a breve): «Abbiamo invitato anche gli altri operatori della scuola, compresi i sindacati – dice Spezia -. Vogliamo confrontarci su una riforma che sta creando molta inquietudine». Per il momento sono circa venti le adesioni pervenute al Comitato Sos scuola pubblica ma i fondatori contano di allargare al più presto la base. Alla Pomponazzo sarà un gioco da ragazzi farlo, visto che già nel gennaio scorso sono state raccolte 187 firme contro la riforma; «Puntiamo a coinvolgere altre scuole cittadine – annucia Spezia – perchè l’incertezza tra le famiglie è grande visto che il decreto non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale; come diffusa è la paura di trovarsi di fronte ad una scuola fortemente impoverita sul versante del progetto educativo». Quanto al tempo pieno, oggi i bambini delle elementari possono rimanere a scuola sino a 40 ore alla settimana; con loro ci sono due insegnanti che portano avanti un progetto educativo unico. Nel nuovo modello disegnato dalla Moratti, nelle scuole elementari ci sarebbero 27 ore obbligatorie, cui si aggiungerebbero tre ore opzionali, a scelta delle famiglie, e sino a dieci ore per la mensa. Il Governo ha garantito che il «tempo scuola» di 40 ore sarà mantenuto, ma gli insegnanti e i genitori non si fidano. Non vorrebbero che si andasse verso una «scuola parcheggio» affidata al mattino ad un insegnante di serie A, il cosiddetto «tutor», e al pomeriggio a maestri di serie B.
Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Cronaca