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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Ingorgo di conduttori in Val di Susa

15 Dicembre 2005

Il Manifesto

VESPRI di Norma Rangeri –

Fulminati dalla Tav, i conduttori della tv si sono buttati sulla ferrovia della Val di Susa. Uno dopo l’altro, settimana dopo settimana, hanno convocato politici ed esperti del ramo trasporti e offerto le telecamere ai valligiani che protestavano. Fino all’altra sera quando hanno rischiato l’ingorgo: prima Ottoemezzo, poi Ballarò ed infine Porta a Porta, si sono passati il testimone in una sorta di staffetta dell’etere. Anche per questa forte attenzione mediatica i valsusini hanno vinto la battaglia pregiudiziale, quella della visibilità. Certo il giornalismo del libro dei sogni vorrebbe che i professionisti dell’informazione arrivassero sui problemi prima e non dopo, in testa e non in coda, ma tant’è. Il consistente pacchetto di chiacchiere in onda sul piccolo schermo può aiutare il telespettatore a farsi un’idea di quello che sta accadendo. Tanto più che, a digiuno di carta stampata, il pubblico ha nella tv la sua unica fonte di informazione. Per esempio, nel corso della serata di martedì sono caduti alcuni luoghi comuni. Tra gli altri quello di ritenere che se in Francia sono tifosi sfegatati dell’Alta Velocità, noi italiani dovremmo seguirne l’esempio. Oppure di giurare che se il governo europeo, nazionale e regionale hanno deciso di bucare la montagna in nome del progresso, con l’accordo di destra, centro e sinistra, sarebbe puro autolesionismo boicottare una decisione così democratica. Ma in questa vicenda nulla è come appare. Dipingere come antimodernista chi si oppone alla Tav quando l’Italia è un paese con una linea di trasporti, questa sì, antidiluviana (vedi lo scandalo della Salerno Reggio Calabria), è uno dei luoghi comuni più frequentato. Come ha spiegato il sindacalista Cremaschi (ospite di Ferrara), «il tasso di contraddizioni da noi è molto alto: se i pendolari di Milano ci mettono due ore per fare 30 chilometri, perché dovrebbero sposare la priorità di una grande opera? Tra i due estremi forse c’è un nesso». La parlamentare dei Verdi, Anna Donati (ospite di Floris), invece ha svelato una piccola truffa mediatica: la consultazione non c’è stata, perché proprio «la Legge Obiettivo prevede l’esclusione degli enti locali privilegiando solo la Regione». Concetto ribadito dal direttore di Nimby Forum («manca un’informazione di base, il progetto non è conosciuto nella sua interezza»). Naturalmente della compagnia facevano parte anche i telepolitici più gettonati (da Pecoraro Scanio a Giovanardi, compreso l’ex ministro Gasparri, tuttologo di prima fila). Che hanno potuto dispiegare tutta la loro verve oratoria nel teatrino allestito da Vespa, con le poltroncine occupate dagli onorevoli in una serata di piacevole intrattenimento grazie soprattutto al simpatico don Camillo-Giovanardi nella parte (comica) del modernizzatore del paese. nrangeri@ilmanifesto.it

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