Il Sole 24 Ore
Alessandro Arona
Su 137 opere approvate dal Cipe con la legge obiettivo, per investimenti previsti in 88,916 miliardi di euro (escluso il Ponte sullo Stretto), soltanto 4 interventi sono stati ultimati, per un costo di 495 milioni, il 3% del totale. I lavori sono in corso su 25 opere, per 13,4 miliardi (18,2%) e 21 sono state appaltate, per 29 miliardi di costo (il 15,3%). Oltre la metà delle opere, 68 su 137, per un costo di 37,9 miliardi (il 49,6%) sono soltanto alla fase di progettazione.
In più, su 88,9 miliardi, la quota finanziata è pari solo a 32,9 miliardi, il 37% del totale, mentre i restanti 56 miliardi sono ancora da reperire.
Questi e altri dati, anticipazione del 3° rapporto Cresme-Camera dei deputati (Ufficio studi) su «Le infrastrutture strategiche in Italia», saranno discussi giovedì alla Camera nell’ambito del seminario sulle grandi opere organizzato dal presidente della commissione Ambiente, Territorio, Lavori pubblici, Ermete Realacci (Margherita). A discutere saranno tra gli altri il sottosegretario alla Presidenza del consiglio (segretario del Cipe) Fabio Gobbo, la presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, Anna Donati, rappresentanti dei ministeri delle Infrastrutture, dei Trasporti e dell’Ambiente.
«L’obiettivo del seminario – spiega Realacci – è riannodare i fili di una politica comune della maggioranza sulle grandi opere, a partire da questa importante base conoscitiva, tra l’altro bipartisan, che da tre anni è il Rapporto Cresme-Ufficio studi della Camera».
«Finora – prosegue Realacci – abbiamo avuto il lavoro anche positivo fatto dal ministro Di Pietro con le Regioni, che ha cercato di portare la lista a livelli accettabili. Però poi non mi pare che sia stata ancora individuata una sede dove coordinare le scelte e arrivare a decisioni condivise. L’iniziativa di giovedì va in questo senso».
Lo studio Cresme-Camera conferma una stima di costo complessivo delle opere della legge obiettivo, 257 miliardi di euro, molto più alta dei 173 miliardi stimati dal precedente Governo e confermati nel Dpef del luglio scorso. Lo stesso Fabio Gobbo, però, ha spiegato nell’audizione del 14 febbraio che le opere del Documento Di Pietro di novembre, concordato con le Regioni come prima sintesi delle priorità, valgono da sole 202 miliardi (avrebbero cioè tolto circa 55 miliardi su 257).
Un altro dato interessante del Rapporto è che 23 opere tra quelle approvate dal Cipe, per 22,8 miliardi, hanno zero finanziamenti, mentre altre 26, per 34,5 miliardi, hanno copertura tra lo 0,1 e il 49%. E anche il fatto che la maggior parte della spesa effettiva sarà concentrata nel quinquennio 2011-2015 (62 miliardi, il 75% del totale).