E’ innegabile che il Comitato per il Sì, al quale ho convintamente aderito, abbia subito una pesante sconfitta
E’ innegabile che il Comitato per il Sì, al quale ho convintamente aderito, abbia subito una pesante sconfitta. Lo riconosco senza ambiguità e chiaramente ne sono molto dispiaciuta, ma resto convinta delle ragioni che mi hanno visto impegnata nella campagna referendaria, dopo aver tentato in ogni modo in Parlamento di cambiare la legge sulla fecondazione assistita che a mio avviso resta, in diverse parti, sbagliata e pericolosa. Ringrazio comunque quel 31,58% di mantovane e mantovani che ha deciso di andare a votare, scegliendo, per la stragrande maggioranza, di indicare Sì. Guardando i risultati del referendum, l’aspetto che più mi dispiace è la vittoria eclatante dell’astensionismo trasversale. Il raggiungimento del quorum era sicuramente un obiettivo ambizioso per noi, visto che in Italia da dieci anni nessun quesito referendario raggiunge la soglia utile del 50% più uno, ma una diffusa rinuncia al voto, di queste dimensioni, non era certo prevedibile. Anch’io rifletterò su questi risultati, frutto di un coacervo di ragioni: la complessità dei quesiti ha sicuramente dissuaso una parte dei cittadini ad esprimersi, un atteggiamento preoccupato nei confronti della scienza, a cui mettere limiti restrittivi e verso la quale resta una forte ed anche comprensibile diffidenza; ed infine una crescita preoccupante di integralismi che minano la laicità e lo stato di diritto, riducendo per legge gli spazi di convivenza e di pluralismo nei comportamenti e convincimenti a partire dalle donne. Una somma di preoccupazioni che ha indotto la stragrande maggioranza dei cittadini a rinunciare alla propria facoltà di esprimersi, delegando il proprio diritto di cittadinanza attiva, su temi di questo genere, esclusivamente ad una maggioranza parlamentare. Va comunque riconosciuto il merito al referendum, di aver allargato l’informazione e il confronto sul tema della fecondazione medicalmente assistita, fino ad oggi relegato in una nicchia per addetti ai lavori, ed aumentando la consapevolezza fra tanti cittadini che nulla o quasi conoscevano al riguardo. A questo punto, riproveremo in Parlamento a modificare i punti più controversi della legge sulla fecondazione assistita, anche per tener conto di quei 10 milioni di voti favorevoli alla correzione della legge 40, e per mettere alla prova quegli impegni espressi da alcuni esponenti del fronte astensionista che, durante la campagna referendaria, hanno ammesso come la norma fosse correggibile e migliorabile in alcuni specifici punti. Certamente, dopo l’esito del referendum, sarà molto difficile, ma resto convinta che il confronto non si esaurisca con il suo fallimento, e i temi della bioetica torneranno anche in futuro nell’agenda politica e istituzionale.
Anna Donati Senatrice Verdi-Unione e fondatrice di Emily in Italia
Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Lettere