Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

CE assolve TAV

18 Marzo 2005

IL SOLE 24 ORE – Economia italiana

Infrastrutture – La Ue archivia la procedura d’infrazione aperta sugli appalti
Bruxelles assolve la Tav
Imposto l’obbligo di affidare con gara a imprese terze almeno il 45% dei lavori – Sul mercato arrivano opere per oltre 4,7 miliardi
Giorgio Santilli

ROMA * La Commissione Ue ha chiuso la procedura d’infrazione contro l’Italia sugli appalti delle tre linee di Alta velocità Milano-Genova, Milano-Verona e Verona-Padova, affermando la legittimità del riaffidamento ai general contractor originari Cociv, Cepav2 e Iricav2. L’unico altolà imposto da Bruxelles è l’obbligo per gli stessi general contractor di affidare con gara a imprese terze almeno il 45% dei lavori. É questa l’intesa raggiunta con il Governo italiano che ha consentito l’archiviazione della procedura e che consentirà di mettere sul mercato lavori stimati dalla stessa Commissione in 4.330 milioni di euro. Una stima prudente, considerando che i costi delle nuove linee sono saliti a 4.720 milioni per la Milano-Genova e a 5.100 milioni per la Milano-Verona (al netto del nuovo progetto per il nodo di Vicenza che porterebbe il costo intorno ai 5,8 miliardi). Per la Verona-Padova la previsione attuale è di 2.630 milioni.
Esulta il ministro delle Infrastrutture. <Si conclude così – afferma Pietro Lunardi – un’altalena di controlli e di verifiche sull’operato e sulle procedure della Tav, condivise dagli organi istituzionali del Paese. La conclusione di questa altalena di verifiche testimonia ancora una volta – aggiunge Lunardi – come il Governo abbia giustamente operato nel riconfermare il ruolo dei general contractors: ruolo che era stato azzerato dalla passata legislatura con una norma che bloccò, da un lato, ogni attività sull’Alta veloictà in alcune aree del Paese e che aveva, dall’altro lato, amplificato il rischio Paese>.
Lunardi aveva, con la legge 166/2002, ricostituito il rapporto contrattuale con i general contractors avviato a trattativa privata nel 1991 da Lorenzo Necci e interrotto dal ministro ulivista Pierluigi Bersani con la Finanziaria 2001. <La decisione di Bruxelles – commenta Lunardi – consente l’immediata ripartenza delle attività sulle tre tratte>.
Di segno opposto il commento di Anna Donati, senatrice verde e proponente (insieme alla capogruppo verde a Strasburgo, Monica Frassoni) del ricorso che aveva dato origine alla procedura d’infrazione comunitaria. <Ancora una volta, come accade anche per gli aeroporti, per le concessioni autostradali e per i servizi pubblici locali – dice Donati – l’Italia sottrae importanti quote del mercato dei lavori pubblici alla concorrenza. Considero solo una parziale soddisfazione la certezza che almeno il 45% dei lavori dovrà essere restituito al mercato e alle gare>.
La <certezza> sopraggiunta cui si riferisce la Donati nasce dal fatto che già il Consiglio di Stato, con il parere del 1^ ottobre 1993, aveva imposto ai general contractor una quota da affidare a terzi del 40% dei lavori e nelle convenzioni questo vincolo era stato recepito (con l’eccezione della Torino-Novara per cui si erano addotti motivi di urgenza per le Olimpiadi). Ma il Governo italiano, nel contraddittorio recente con Bruxelles, riferendosi alla nuova normativa sul general contractor , aveva escluso l’esistenza di questo vincolo.
La decisione Ue consente comunque ora a Lunardi di rimettere in moto le progettazioni, mentre oggi il Cipe dovrebbe affrontare l’altro nodo che non è stato ancora sciolto, quello del finanziamento. C’è infatti la decisione, assunta a novembre con il decreto interministeriale Infrastrutture-Economia, che impone a Ispa di allargare il piano di finanziamento della Torino-Milano-Napoli (valore attuale di 46 milioni) anche alla Milano-Genova e alla Milano-Verona. Ispa, il dipartimento del Tesoro e la Ragioneria generale avevano però mosso una serie di obiezioni, affermando che la copertura dei costi con i ricavi dal traffico per le due nuove linee è troppo bassa (inferiore al 20%) e destinata quindi a sbilanciare l’intero piano, tanto più in presenza dei rilievi mossi da Eurostat al finanziamento degli investimenti ferroviari. Quel che oggi Lunardi chiederà al Cipe è di chiudere anche questa partita, imponendo a Ispa l’elaborazione del nuovo piano finanziario.

Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e garantire il corretto funzionamento del sito. Continuando a utilizzare questo sito, riconosci e accetti l'uso dei cookie.

Accetta tutto Accetta solo i necessari