«Il condono non rispetta nemmeno i parchi»
Anna Donati, la senatrice verde eletta a Mantova, è in attesa di sapere cosa farà il presidente Marcello Pera. Gli è bastato espellere dall’aula lei e gli altri colleghi ambientalisti Sauro Turroni, Fiorello Cortiana, Loredana De Petris e Stefano Boco? Oppure vuole infliggere altre giornate di sospensione per punirli di essersi sfilati la giacca mostrando una maglietta con scritto «Per Villa Certosa spogliate l’Italia»? Violare il regolamento che impone un abbigliamento molto formale a Palazzo Madama è stata una forma di protesta, «a cui ci hanno costretti», spiega la senatrice Donati. «Ci hanno tolto la possibilità di fare opposizione: quel terribile decreto sull’ambiente era già un condono disastroso. Il governo ci provava da tre anni, se n’era discusso a lungo in commissione. Ma quando è arrivato il ministro Giovanardi chiedendo la fiducia, ecco la sorpresa: era stato aggiunto l’articolo 37 studiato apposta per sanare i lavori abusivi di quest’estate alla Villa Certosa di Berlusconi, in Sardegna». E con la fiducia, niente dibattito. Anna Donati è sicura: anche molti esponenti della maggioranza erano sbigottiti, pallidi per la vergogna. «Imporre la fiducia su una sanatoria degli scempi commessi e ancora da commettere, in zone tutelate dal vincolo paesaggistico! Non è solo tornare indietro di 25 anni, ma è dare il via libera al saccheggio di quella risorsa, questa sì unica al mondo, che l’Italia può vantare. Un paesaggio tanto bello e vario. Coste marine, montagne, sponde dei laghi e dei fiumi, insieme alle città d’arte e ai monumenti, sono un patrimonio di tutti gli italiani dal valore anche economico per il turismo». Mantova, per fortuna, non ha conosciuto gli stessi scempi toccati in sorte alla costiera amalfitana o alla Puglia. «Merito anche dell’amore dei mantovani per il loro paesaggio, ma è chiaro che un condono addirittura preventivo mette a rischio anche le sponde dei laghi mantovani, l’incanto senza tempo della campagna nei Parchi del Mincio o dell’Oglio. Sapere che si pagherà solo una piccola oblazione, alimenta la tentazione dell’abuso. Certo, tutti speriamo che i mantovani sapranno difendere i loro paesaggi, ma non dappertutto in Italia ciò è possibile. Più difficile è il controllo del territorio al Sud, più arduo protestare e opporsi». Ma cosa farete adesso che ormai il Senato ha approvato il condono nelle zone con vincolo paesaggistico? «Anzitutto il testo deve andare alla Camera, dove stiamo organizzando l’opposizione – annuncia la senatrice Donati -. Speriamo che il governo si ravveda. Se pensiamo che la prima legge che tutela il paesaggio è del 1939, fare di peggio oggi dovrebbe imbarazzare tanti nella maggioranza. Nel frattempo, abbiamo coinvolto tutte le associazioni attente al patrimonio ambientale, anche quelle con spiccata caratterizzazione culturale, da Italia Nostra al Fai. La presidente Mazzoni Crespi si è già rivolta al Capo dello Stato. A questi protagonisti italiani della cultura, dell’arte, dell’architettura del paesaggio e dei giardini, chiediamo di sollecitare Ciampi a non firmare il decreto».
Da: “La Gazzetta di Mantova”
Rubrica: Cronaca