Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

All’Anas 213 milioni in più – Un’Authority sulle autostrade

8 Marzo 2006

Il Sole 24 ore – Edilizia e Territorio

Boccata d’ossigeno per le casse della società – Al via la riorganizzazione interna

Alessandro Arona

Il Governo concede una piccola boccata d’ossigeno alle casse dell’Anas. Nel decreto legge 6 marzo 2006, n. 68, approvato la scorsa settimana e pubblicato ieri in Gazzetta, spunta una norma che aumenta da 1.700 a 1.913 milioni le risorse da versare all’Anas nel 2006. Un aumento di 213 milioni, ottenuto modificando la Finanziaria, con il taglio 100 milioni al Fondo per l’innovazione tecnologica e 113 mln agli investimenti fissi lordi dei Ministeri.

Si tratta comunque di una piccola quota: l’Anas prevedeva per il 2006 un fabbisogno di 5.500 milioni, pena il rallentamento di lavori in corso e nuove opere, ma in tutto in Finanziaria sono arrivati 2.035 milioni. Con questo decreto si aumenta il fondo per i lavori in corso, riducendone il “buco” teorico rispetto al fabbisogno da 1.900 a 1.687 milioni.
L’Anas prosegue intanto il lavoro per l’aggiornamento quinquennale dei piani finanziari di 17 società autostradali. Dopo i primi tre via libera a fine febbraio, per Brescia-Padova, Autocisa (La Spezia-Parma) e Padova-Venezia, altre quattro società avranno l’ok nel Cda di domani.
Le sorprese non sono mancate nel primo round. Nel caso della Venezia-Padova l’Anas ha deciso che alla scadenza del 30 novembre 2009 la concessione non sarà messa in gara e nella gestione subentrerà l’Anas stessa. Per le altre due, invece, l’Anas ha concesso un “allungamento” della durata della concessione, rispettivamente dal 2013 al 2036 (23 anni in più) per la Brescia-Padova, e dal 2010 al 2044 (34 anni) per la Cisa.
Ufficialmente non si tratta di una proroga, vietata dalle direttive europee e dalla direttiva Costa-Ciampi del 1998. In forza di un parere chiesto all’Avvocatura di Stato e della direttiva del ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi del 9 dicembre 2005, i due piani giustificano l’allungamento con il fatto che sono state inserite due opere, la Valdastico nord per la Brescia-Padova (costo: 1.357 milioni) e la Parma-Nogarole Rocca per l’Autocisa (1.800 milioni), già in concessione alle due società prima delle direttive europee del 1993, ma mai inserite nei piani finanziari perché non autorizzate. Solo ora, dunque, se ne può calcolare, ab origine, costo e remunerazione.
Contro questa decisione si sono però già pronunciati, in una interrogazione, i senatori Anna Donati (Verdi), Paolo Brutti (Ds) e Luigi Zanda (Dl), per i quali si tratta di una palese violazione delle normative europee, mentre la soluzione giusta per remunerare tali investimenti sarebbe stata dare garanzia alle banche sul pagamento delle quote non ammortizzate da parte del “subentrante” nel 2013.
Nelle nuove convenzioni l’Anas sta comunque inserendo norme di maggior rigore nei confronti delle concessionarie: 1) aumento tariffari per nuove opere solo in relazione all’effettivo avanzamento, e spalmati in 10 anziché 5 anni; 2) riduzione della redditività per adeguarla a quella di mercato (per 9 su 17 società); 3) calcolo dei benefici finanziari per ritardi sulle opere (11 su 17 società); 4) più rigorosa verifica delle stime di traffico.
Nel Cda di domani l’Anas voterà un’importante riorganizzazione interna. Sarà potenziata la Direzione Centrale Autostrade, che assumerà la denominazione di Direzione Centrale Authority Autostrade, «con il compito esclusivo di ente concedente e di vigilanza sulle concessioni autostradali», per evitare rischi di commistione tra concedente e concessionario. Saranno scorporate da questa struttura l’esercizio delle autostrade in gestione diretta, la validazione dei progetti delle concessionarie, l’esame delle proposte di project financing. Queste ultime faranno capo alla Direzione Centrale Project Financing, che seguirà le proposte di Pf in tutto il loro iter. Nasce infine la nuova Direzione Centrale Esercizio Manutenzione e Sicurezza, separata dalla Direzione Centrale Nuove Costruzioni e Coordinamento Territorio, che prenderà il posto della Direzione centrale lavori.

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