XV Legislatura
Legislatura 15º – seduta n. 005
Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri
DONATI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi e colleghe, per far ripartire il nostro Paese con uno sviluppo sostenibile e duraturo, un tema cruciale che richiede azioni, intelligenza e impegno da parte del Governo Prodi è certamente quello della mobilità, dei trasporti e delle infrastrutture. Cittadini ed imprese attendono un netto miglioramento del servizio, con il vincolo di ridurre l’impatto ambientale negativo che questo sistema inefficiente oggi genera sulla collettività.Non dobbiamo pensare alla mobilità come un settore, ma come un’autentica emergenza che sta dentro le politiche industriali ed energetiche di un Paese, alla sua capacità di sostenere la coesione sociale ed un equilibrato governo del territorio, di promuovere relazioni e strategie economiche internazionali, di essere un autentico fattore di innovazione tecnologica. Basti pensare ai veicoli puliti, ai carburanti alternativi, alla logistica e alla telematica, solo per fare alcuni esempi. È stata questa cultura della complessità e non altro che ha portato i Verdi e l’Unione a giudicare negativamente la politica del Governo Berlusconi di sole infrastrutture, con il tentativo disperato, quanto inutile, di adottare scorciatoie per fare in fretta le grandi opere, fuori da ogni contesto di politica dei trasporti.
Non poteva funzionare, e non ha funzionato, un sistema che esclude le istituzioni locali da ogni decisione – anzi le deresponsabilizza – basato sullo svuotamento della valutazione di impatto ambientale, come se riconoscere i problemi e risolverli sia l’unico modo serio per realizzare presto le opere che occorrono. In questo momento in Italia gli unici grandi cantieri aperti per l’Alta capacità ferroviaria sono il frutto di questo metodo.
Per questo motivo bisognerà realizzare un’operazione verità – questo chiedo al Governo Prodi – sulla legge obiettivo, sullo stato reale dei progetti, delle risorse, smascherando la politica degli annunci e degli impegni di spesa a carico dei bilanci futuri con un indebitamento fuori da ogni controllo. Si pensi che sono state approvate dal CIPE opere per 73 miliardi, ma che le risorse nuove, fresche, dedicate alla legge obiettivo del Governo Berlusconi ammontano appena a 9 miliardi circa di euro. Dovrà essere rivista la faraonica lista di 250 interventi per un costo di 265 miliardi di euro previsti dalla legge obiettivo (che, ovviamente, nessun Governo avrà mai) selezionando attraverso una valutazione ambientale strategica quelle davvero utili, puntando a risolvere i problemi delle nostre città e della mobilità urbana, sostenendo le autostrade del mare di cui anche lei, signor Presidente del Consiglio, ha parlato come di una strategia centrale non solo per il Mediterraneo, ma a livello globale.
Serve investire sulle ferrovie e l’intermodalità ed adeguare la viabilità esistente aumentando la sicurezza stradale e la qualità del servizio, invece di continuare a promettere nuove grandi autostrade che farebbero solo aumentare il traffico su gomma.
Andrà riscritta la legge obiettivo restituendo poteri decisionali agli enti locali, ripristinando una corretta valutazione ambientale e rafforzando la capacità pubblica di controllo sul contraente generale. In questo senso è saggia ed opportuna la decisione prevista dal programma dell’Unione – che i Verdi chiedono di rispettare – di sospendere l’iter del progetto per la realizzazione del ponte sullo Stretto perché in contrasto con lo sviluppo di autostrade del mare, scelta che però andrà fatta contestualmente all’avvio degli investimenti nel Mezzogiorno per la realizzazione di porti, strade e ferrovie. Si tratta di scelte positive ed immediate per risolvere i problemi dei cittadini e delle imprese.
Voglio precisare, anche per evitare speculazioni politiche o giuste preoccupazioni dei cittadini, che questa sospensione non costerà il pagamento di alcuna penale perché nel contratto è previsto chiaramente che fino all’approvazione del progetto definitivo vengano ripagate solo le spese effettivamente sostenute per il lavoro svolto.
Vi sono, però, anche altri dossier scottanti su cui il Governo Prodi ed i nuovi Ministri per le infrastrutture e per i trasporti si dovranno occupare sin dalle prossime ore.
Credo non sia sfuggito a nessuno che le principali aziende nel campo dei trasporti (ANAS, Ferrovie dello Stato ed Alitalia) siano in grave difficoltà: è un’altra pesante eredità negativa del Governo Berlusconi a cui è riuscito il capolavoro di peggiorare i conti peggiorando il servizio!
Affronteranno problemi diversi di bilancio, di risanamento dei conti, di peggioramento del servizio offerto ai cittadini (pensiamo ai pendolari del trasporto ferroviario), di tagli drastici delle risorse pubbliche attribuite dall’ultima finanziaria di centro-destra che porteranno, se non si interverrà rapidamente, al blocco degli investimenti in corso sia per le strade che per le ferrovie. Altro che opere strategiche!
Per ANAS e Ferrovie dovrà essere ridefinita la missione aziendale ed indicati obiettivi misurabili di miglioramento del servizio destinato ai cittadini, aumentando efficienza ed efficacia della gestione. Allo stesso modo le aziende di trasporto pubblico locale in questi ultimi anni sono state letteralmente abbandonate insieme alle città ed è stato frenato, seppur ad intermittenza, il processo di liberalizzazione in atto. È mancata, insomma, una politica dei trasporti, di indirizzo e controllo che i Verdi ora chiedono sia il Governo Prodi a ripristinare con intelligenza.
Sono certa che è già sul tavolo del Governo la delicatissima questione della fusione tra la concessionaria Autostrade con gli spagnoli di Abertis, questione che andrà portata rapidamente in Parlamento per verificare se l’interesse ed i vincoli pubblici previsti nella concessione siano pienamente rispettati, se verranno mantenuti (e con quali tempi) gli impegni per gli investimenti previsti nelle convenzioni. Ancora, dovrà essere l’occasione per effettuare una verifica complessiva sul sistema delle concessionarie, sopratutto quelle autostradali, nonché per il rafforzamento del sistema di regolazione e controllo pubblico, oggi debole e senza strumenti efficaci di vigilanza. Mi riferisco all’istituzione della Autorità sui trasporti prevista fin dal Piano generale dei trasporti del Governo dell’Ulivo del 2001, ovviamente all’interno di un contesto di riassetto, di cui ha parlato il presidente Prodi nel suo intervento, che con intelligenza raggiunga l’obiettivo senza sprecare risorse pubbliche.
Infine vorrei segnalare un’altra questione delicata. Capisco che la lista è lunga, ma questa è davvero la prima questione che il nuovo ministro delle infrastrutture Di Pietro, sulla base delle deleghe e in particolare della sua sensibilità, dovrà affrontare: il nuovo codice unico per appalti e forniture, varato recentemente a Governo scaduto dal Governo di centro-destra, che affonda pilastri fondamentali della legge-Merloni, come i limiti rigorosi alla trattativa privata e la separazione tra progettazione ed esecuzione. Non si sottovaluti l’impatto dell’introduzione di queste norme, norme introdotte dopo la grande inchiesta di Tangentopoli e che hanno portato un po’ di moralità in tutto il settore ed anche nelle politiche pubbliche di gestione e regolazione e che se invece verranno attuate nei termini previsti dal centro-destra ci riporteranno bruscamente indietro.
È giusto recepire le direttive, ma occorre farlo considerando il contesto italiano. Limiti e regole devono sempre anche tenere conto del contesto italiano e di come le direttive si debbano innestare in processi molto delicati di regolazione e valutazione, che nel nostro Paese hanno bisogno di regole più stringenti e restrittive rispetto alle direttive europee.
Voglio ricordare i tempi. Se non si interviene immediatamente, il 1° luglio il nuovo codice per appalti e forniture entra in vigore. Per questo i Verdi, ma non solo i Verdi, fortunatamente l’intera Unione, almeno nella Commissione lavori pubblici del Senato, propongono che ne venga sospesa l’attuazione e corrette immediatamente le parti più intollerabili, per poi farlo entrare pienamente in vigore.
Quindi – e mi avvio alla conclusione – la lista delle azioni da fare nel campo della politica dei trasporti e delle infrastrutture è assai estesa. Non dobbiamo affatto tornare indietro. Dobbiamo tener conto della lezione – lo dico in particolare ai colleghi del centro-destra con i quali in questi anni c’è stato un grande confronto sulla legge obiettivo -, delle cose buone e delle tante cattive che ci vengono dalla legge obiettivo, guardando avanti sulla base di quell’esperienza. L’obiettivo deve essere quello del fare: realizzare le infrastrutture che servono con le effettive risorse disponibili.
Infine vorrei concludere affermando che questo risultato elettorale ci consegna il difficile ma entusiasmante compito di governare il Paese. Penso – e lo dico a nome dei Verdi – che abbiamo il dovere di non perdere questa sfida! (Applausi dai Gruppi IU-Verdi-Com, Ulivo, RC-SE e Misto-IdV).