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Mobilità, infrastrutture, ambiente: la transizione giusta per la sostenibilità

Autotrasporto persone e cose

28 Luglio 2004

XIV legislatura

Seduta n. 648

discussione dei disegni di legge:

Delega al Governo per il riassetto normativo del settore dell’autotrasporto di persone e cose (2557)

Disciplina relativa al trasporto di merci su strada effettuato nelle ore notturne (22)

DONATI (Verdi-U). Signor Presidente, svolgerò una breve dichiarazione di voto, riconoscendo che, rispetto al contingentamento, la Presidenza ha adottato un criterio di grande disponibilità. Le mie critiche erano semplicemente riferite alla decisione sul del voto finale del provvedimento, rispetto al quale io stessa sono stata assai sollecitata a dare la mia disponibilità in diverse occasioni affinché potesse essere adottato da quest’Aula legislativa in modo assai rapido.

Entrando nel merito del provvedimento, credo che la discussione generale, l’illustrazione degli emendamenti e le relative dichiarazioni di voto abbiano già indicato quali erano e quali restano le obiezioni dei Verdi. Si tratta di un provvedimento di riordino normativo, verso un processo di liberalizzazione del trasporto di persone e merci. La parte che riguarda le persone ci trova concordi; le nostre obiezioni, invece, si concentrano sulla parte riferita al riassetto e al superamento dell’attuale sistema tariffario nel settore dell’autotrasporto di merci.

Da un lato giudichiamo positivamente il superamento del sistema a forcella, che indicava dei minimi e dei massimi a cui il comparto si doveva attenere; questo per due ragioni. In primo luogo perché – di fatto – il sistema era sostanzialmente inapplicato, a causa della giungla esistente nel settore e di contratti orari che in realtà, in concreto, ben poco rispettavano questa normativa; in secondo luogo, perché tutto ciò in realtà non ha affatto garantito un sistema di orientamento e di tutela ai fini dell’ambiente e della sicurezza, nonché del lavoro degli autotrasportatori in questo settore. Quindi, consideriamo certamente positivo, in un processo di liberalizzazione, il superamento del sistema a forcella.

Sulla base degli stessi elementi per cui riteniamo positivo il superamento di tale sistema, non giudichiamo invece favorevolmente le modalità con cui si procede verso il nuovo sistema tariffario, che sostanzialmente altro non è che una libera contrattazione tra le parti.

La ragione della nostra contrarietà risiede nel fatto che l’autotrasporto merci è un settore di grande rilevanza (oltre l’80 per cento delle merci viaggi su strada), coinvolge migliaia di autotrasportatori e ha un impatto rilevantissimo sui processi di congestione e di traffico sulle nostre strade ed autostrade, nonché un impatto assolutamente rilevante in termini ambientali, in ordine alle emissioni inquinanti in atmosfera.

A quest’ultimo riguardo, voglio ricordare che il settore dell’autotrasporto, congiuntamente, ovviamente al settore dei passeggeri, pesa per un quarto sulle emissioni di CO2. Si tratta quindi di un elemento che, purtroppo, incide gravemente sull’incremento dei gas serra, e che è pertanto assolutamente indispensabile da controllare se vogliamo rispettare, come da più parti anche il Governo ha sottoscritto, il Protocollo di Kyoto.

Purtroppo, invece, con questo provvedimento si perde una buona occasione per adottare, da parte del Governo (e in questo caso anche della maggioranza e dell’Assemblea del Senato), nel settore dei trasporti delle politiche tese a favorire i sistemi di trasporto a minore impatto ambientale e a scoraggiare gli altri, in qualche modo premiando quei comportamenti virtuosi che non determinano un quantificabile aggravio nel settore del trasporto su strada.

Riteniamo, quindi, che tutte le politiche di sussidio, dirette e indirette, nel campo dell’autotrasporto, volte ad agevolare il settore, non abbiano motivo di esistere. Si tratta, infatti, di un settore che pesa in termini assai negativi dal punto di vista ambientale e dei costi sulla collettività. Il sistema tariffario era e resta una buona occasione per fare politiche di orientamento pubblico. Non ci convincono le strategie adottate da questo Governo.

Si punta, infatti, ad una liberalizzazione che a questo punto diventerà di mercato (non so se selvaggio, visto che anche l’attuale non è certamente molto regolato e civile, con il sistema a forcella). Il sistema di libera contrattazione tra le parti avrebbe dovuto viceversa, ad avviso del Gruppo dei Verdi, essere orientato verso politiche di sostegno ai comportamenti virtuosi e ai sistemi a basso impatto ambientale.

C’è, invece, un meccanismo assolutamente perverso che, da un lato, liberalizza – ripeto – le tariffe dell’autotrasporto e, dall’altro, tenta di inseguire la distorsione modale con piccole e piccolissime misure in proporzione all’impatto che si avrà sul sistema. Mi riferisco, ad esempio, agli incentivi all’intermodalità previsti dall’articolo 38 della legge n. 166 del 2002.

Queste sono le motivazioni che spiegano il voto contrario del Gruppo dei Verdi sul provvedimento in esame. Abbiamo tentato, sia in Commissione che in Aula, di orientare le politiche, attraverso meccanismi che premino il riequilibrio modale a sistema tariffario vigente, e il trasporto di merci pericolose, attraverso sistemi più sicuri, come quello ferroviario o di cabotaggio costiero. Il nostro sistema tariffario disincentivava il carico a vuoto dei TIR, che troppo spesso intasano le nostre strade, alimentando una domanda crescente di nuove infrastrutture difficili da pagare e da realizzare a causa dei livelli di forte inurbamento delle nostre realtà e della morfologia del nostro territorio.

Il sistema complessivo aveva bisogno di essere orientato; ad esso, invece, non viene chiesta alcuna modalità di orientamento verso sistemi a minore impatto ambientale.

Ci preoccupa il fatto che questo sistema non costituisca un elemento portante di politica dei trasporti e che si diano, invece, semplicemente poche risorse per inseguire la distorsione modale, tentando disperatamente di raddrizzare una situazione che continua a vedere il trasporto su strada in crescita (nonostante i numeri dimostrino, negli ultimi mesi, un piccolo recupero del trasporto combinato ferrovia-strada). Proprio in tal senso, questi meccanismi e sistemi avrebbero bisogno di orientamenti tariffari.

Voglio riconoscere che il relatore e il Governo hanno accolto una proposta relativa al fatto che le controversie in atto, sulla base della legge n. 334 del 2001, dovranno essere superate entro quattro mesi; quindi, c’è l’indicazione di un termine preciso di superamento dell’attuale sistema e di chiusura di tutte le controversie, che rischiavano di essere mantenute in vita per lungo tempo, senza tuttavia creare un elemento di pulizia dell’intero sistema.

Voglio ricordare purtroppo anche il voto contrario espresso dall’Assemblea, a seguito dei pareri contrari del relatore e del rappresentante del Governo, rispetto alla possibilità per le forze di polizia stradale di utilizzare sistemi telematici e satellitari per controllare anche il trasporto su strada. Conosco le resistenze che insorgono nei vari settori quando si cerca di introdurre nuove tecnologie, al recepimento delle quali le norme devono essere coerentemente predisposte.

Arriva sempre prima la tecnologia e successivamente la norma di coordinamento. Anche questo indica una scarsa volontà del Governo e della maggioranza di mettere veramente sotto controllo l’intero sistema di trasporto su strada, anche in termini di equità e per evitare distorsioni della concorrenza o indebite pressioni da parte dei committenti sui vettori, l’anello debole dell’intero sistema.

Per tale ragione i Verdi voteranno contro il provvedimento, ritenendo questa un’occasione perduta per politiche di orientamento nel campo dei trasporti sostenibili.

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