XV legislatura
Mozione
Atto n. 1-00005
Pubblicato il 31 maggio 2006
Seduta n. 7
PALERMI , RIPAMONTI , DONATI , BULGARELLI , COSSUTTA , DE PETRIS , PECORARO SCANIO , PELLEGATTA , ROSSI Fernando , SILVESTRI , TIBALDI
Il Senato,
preso atto del rapporto 2006 di Amnesty International, intitolato “un bicchiere pieno a metà”, che denuncia gravi carenze nel sistema legislativo italiano su tortura e asilo, e situazioni normative che possono essere fortemente lesive dei diritti alla persona, anche attraverso la sottrazione alla magistratura italiana di possibili indagati;
considerato che, stando al citato rapporto, “manca una legge che definisca il reato di tortura ed una normativa organica sul diritto d’asilo”, nonostante le ripetute sollecitazioni della stessa Amnesty International e di altri organismi internazionali, come il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e il Commissario europeo per i diritti umani;
in assenza di una legge organica sul diritto d’asilo, la normativa di riferimento è quella sull’immigrazione integrata dalle norme varate con la legge legge 31 luglio 2005, n. 155, di conversione del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, che prevede procedure accelerate e la detenzione generalizzata dei richiedenti asilo nei cosiddetti “centri di identificazione”: la preoccupazione degli organismi internazionali al riguardo è che tali norme possano comportare il trasferimento forzato di migliaia di migranti e richiedenti asilo verso Paesi in cui sono a rischio di violazioni dei diritti umani;
la sopra ricordata normativa, consentendo ai Prefetti ed al Ministro dell’interno di allontanare cittadini stranieri, con o senza permesso di soggiorno, sulla base di una valutazione nei confronti del cittadino straniero per il quale vi siano “fondati motivi di ritenere che la sua permanenza nel territorio dello Stato” possa costituire una minaccia per l’Italia, di fatto sottrae alla magistratura l’eventuale indagato, privando lo stesso di tutti i diritti e le garanzie di difesa;
la mancata previsione di una condanna o dell’accusa di un reato per la persona e l’immediato provvedimento di espulsione senza possibilità effettiva di ricorso o di protezione dal rischio di violazioni dei diritti umani all’arrivo nel Paese d’origine sono motivo di condanna da parte dei più importanti organismi internazionali,
impegna il Governo:
ad intervenire con la massima sollecitudine per una revisione profonda della legislazione relativa all’immigrazione, in particolare per prevenire e punire la tortura, introducendo un reato specifico nel codice penale e ratificando il Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura;
alla definizione e sollecita approvazione di una disciplina relativa al diritto d’asilo e che garantisca effettiva protezione ai rifugiati ed eviti la detenzione sistematica dei richiedenti asilo, in particolare se minori;
a procedere alla chiusura degli attuali Centri di permanenza temporanea degli immigrati ove si sono verificate applicazioni disomogenee sul territorio nazionale del riconoscimento dello status di rifugiato, e dove sono, tra l’altro, aumentate a dismisura le denunce di violazioni di diritti umani e dove le condizioni di detenzione sono tali da vanificare una corretta e umana politica dell’accoglienza e del rispetto reale dei diritti civili;
a modificare la normativa in modo da assicurare il diritto costituzionale di difesa e ad un giusto processo per chiunque, prevedendo altresì una conferma dell’espulsione da parte dell’autorità giudiziaria e la possibilità di un ricorso effettivo alla protezione dal rischio di violazioni gravi dei diritti umani all’arrivo nel Paese d’origine.