XV legislatura
Interrogazione a risposta scritta
Atto n. 4-00745
Pubblicato il 19 ottobre 2006
Seduta n. 59
PALERMI , BULGARELLI , RIPAMONTI , TIBALDI , COSSUTTA , DE PETRIS , DONATI , PECORARO SCANIO , SILVESTRI , PELLEGATTA , ROSSI – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della difesa e dell’interno. –
Risultando agli interroganti che:
il 18 ottobre 2006 una preoccupante notizia ha sorpreso i giudici nel corso del processo davanti alla prima Corte di assise di Milano a carico dell’ex imam e di due ex tesorieri della moschea di Varese, algerini arrestati nel 2005 e accusati di associazione eversiva finalizzata al terrorismo internazionale;
un maresciallo del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri (Ros) di Torino, ascoltato come teste dell’accusa, ha dichiarato ai giudici che nel novembre 2002, insieme ad altri tre colleghi, ebbe a compiere una missione segreta a Guantanamo, il carcere statunitense situato sull’isola cubana nel quale presunti terroristi sono detenuti in condizioni disumane e senza il rispetto della legalità e dei diritti umani;
il maresciallo del Ros, sulla base di quanto si apprende dalle notizie pubblicate dalla stampa, ha riferito di essere andato a Guantanamo “su mandato del Comando generale nella persona del generale Giampaolo Ganzer” per interrogare almeno sei detenuti, e, rivelazione ancora più grave, senza alcuna autorizzazione della magistratura italiana;
dalle sconcertanti dichiarazioni del militare del Ros, si è appreso che l’autorità giudiziaria non venne informata dell’attività svolta “perché nessuna delle persone che sentimmo rispose alle domande” e che “si trattava di colloqui informali” svoltisi senza la presenza degli avvocati durante i quali i militari prendevano appunti e redigevano rapporti al fine di capire “se esistesse un rischio di attentati in Italia”;
ancora più grave è l’ammissione del teste di aver avvisato della spedizione “in via informale” due magistrati della Procura di Torino, i quali avrebbero “fatto finta di non sapere”;
è inoltre emerso che i detenuti interrogati nel carcere sarebbero stati ascoltati in precedenza da altre forze di polizia, probabilmente la stessa “Polizia di Stato italiana” e che i verbali di questi interrogatori sarebbero in possesso delle autorità statunitensi, le quali si sarebbero rifiutate di consegnarli ai militari del Ros adducendo che il “materiale era stato secretato”;
l’illegalità del carcere di Guantanamo, in cui i detenuti sono trattati in violazione della Convenzione di Ginevra, torturati e incarcerati senza processo né diritto di difesa, è stata più volte denunciata dall’Unione europea, dal comitato della Nazioni Unite per i diritti umani e dal ministro degli esteri D’Alema, che in occasione dell’ultimo vertice USA-Unione europea ha invitato gli Stati Uniti a chiudere la struttura;
nel giugno 2006 anche la Corte suprema degli Stati Uniti ha dichiarato l’illegalità dei tribunali speciali istituiti dal Presidente Bush nel 2001 per processare i prigionieri a Guantanamo;
da quanto riferito, emerge che i militari italiani avrebbero posto in essere atti in violazione del diritto penale e internazionale, interrogando senza mandato dell’Autorità giudiziaria persone detenute illegalmente e senza il rispetto del diritto di difesa,
si chiede di sapere:
se il Governo sia stato messo al corrente dei gravissimi fatti accaduti nel novembre 2002;
in ogni caso, se risulti allo stato che i Ministri della difesa e dell’interno del precedente governo fossero a conoscenza del fatto in premessa o di analoghe circostanze;
quali iniziative si intendano intraprendere al fine di accertare a chi fossero diretti i rapporti redatti dai militari del Ros e, qualora risultassero coinvolti vertici delle Forze dell’ordine, come intendano procedere nei loro confronti;
se le informazioni acquisite in maniera illegittima abbiano avuto esiti e quali nelle indagini allora in corso;
se si intenda richiedere formalmente alle autorità statunitensi i verbali secretati degli interrogatori condotti da personale appartenente alle Forze dell’ordine italiane;
quali iniziative si intendano intraprendere per accertare se vi siano state altre “missioni” dopo il 2002, anche al fine di chiarire se sia possibile farle rientrare in una prassi basata su accordi internazionali e, eventualmente, quali essi siano.